Ore 20.00 - Music Project Trio - apre Trentino Rock Live in piazza Battisti
- 15 giorni! Il 23 Giugno saranno loro ad aprire la notte magica delle band dal 1961 fino ad 1985
Tre personaggi da sempre presenti nel panorama musicale trentino che due anni fa hanno deciso di mettersi insieme per portare avanti un vero e proprio progetto che consiste nell’interpretare e riarrangiare la più bella musica d’autore italiana ed internazionale fondendo le diverse caratteristiche ed esperienze musicali dei componenti.
Giorgio Cascone, chitarra ritmica e voce solista, ha iniziato a suonare cinquant’anni fa. Prima formazione i “G91”, gruppo nato per suonare un’estate in un locale di Jesolo dove, a termine contratto, scopriva che i soldi promessi erano spariti…E’ andata meglio con i “Guelfi”, nuovo gruppo in cui esordivano Giorgio Anesi e Renato Meneghini. Soprattutto grazie alle stagioni a Canazei e Chianciano Terme, le finanze sono tornate in pareggio…
La chiamata alle armi però metteva fine anche a questa formazione. E Giorgio, unico riuscito ad evitare il servizio di leva, inizia la sua carriera di professionista in giro per il mondo al seguito di varie orchestre da ballo e da night-club per parecchi anni. L’amore, il conseguente matrimonio e la nascita di un figlio, mettono fine ai sogni musicali per un lungo periodo di tempo e lo costringono alla ricerca di un lavoro alternativo che trova casualmente: diventa agente di viaggio, professione ufficiale che tuttora svolge.
Ma la passione per la musica è dura a morire e così, riallacciando i contatti con il vecchio amico Renato Meneghini, nasce l’ “Equipaggio”, gruppo in cui esordisce alle tastiere Massimo Florio. Dopo un intenso periodo con la “Blues Light Band” al fianco di Walter Gottardi, Alessandro Lucchi e Bruno Holzer con tanti riconoscimenti in regione e fuori, Giorgio decide di trasferirsi per lavoro in Indonesia e ci resta per un paio d’anni.
Al ritorno, c’è sempre Walter Gottardi ad attenderlo e nascono i “Jumpin’ Shadows”, esperienza durata quasi un decennio con la registrazione anche di un CD autoprodotto: “Flashback”. Stanchezza, routine e qualche dissapore interno mettono fine al gruppo e la voglia di staccare completamente e dedicarsi a qualcosa di nuovo e stimolante sono le basi per la nascita del Trio.
Lorenzo Raffaelli, batterista/percussionista e cori, è un altro veterano del panorama musicale regionale.
Da sempre affascinato dal ritmo che lo vedeva seguire i pezzi alla radio con lo schioccare delle dita, i cucchiai e qualsiasi altra diavoleria sonora gli capitasse a tiro, decide di prendere le prime lezioni di batteria.
Quando nel 1964, Alberto Caurla, Dino Rossi e Franco Tomasi, lanciano l’idea di formare un gruppo e lo coinvolgono…è al settimo cielo. Nascono i “Rumblers”, storico gruppo che si fa il nome e le ossa in una lunga stagione al Lido di Levico e che porta in giro la sua musica in regione per circa quattro anni. Ma in una band giovanile è difficile suonare jazz e ritmi sudamericani, le sue grandi passioni, così entra a fare esperienza nel quintetto del trombettista Emanuele Lauter che propone questi generi musicali al prestigioso hotel Du Lac di Riva del Garda. Ma per vivere bisogna lavorare e Lorenzo entra nelle Ferrovie dello Stato che lo trasferiscono a Milano.
La distanza da Trento, dagli amici musicisti e gli impegni lavorativi sembrano mettere fine alla carriera musicale per sempre. Ma finalmente rientra in regione e, grazie a Renato Pisetta dei “Luremal”, riprende a suonare in tutta la regione. Ma quei ritmi “difficili” continuano ad ossessionarlo e quindi, in contemporanea al gruppo, prende a suonare le percussioni prima nella “Big Band” di Rovereto e poi in quella di Pergine.
Ogni epoca ha le sue mode e, nell’83, parecchi locali regionali si votano al “liscio”. E Lorenzo non si fa sfuggire l’occasione: con il fisarmonicista Remo Devigili inizia le tournee nelle balere e feste campestri dove impara anche i segreti ritmici del valzer, delle polke e delle mazurke. Ma non è ancora soddisfatto, nel ’94, grazie all’amico Renato Pisetta, conosce il chitarrista/liutaio Roberto Vanzo e la sua passione per la musica strumentale degli “Shadows” ed inizia saltuariamente a collaborare con questo embrione di quello che diventerà poi il “Roby Vanzo Quartet” con cui recentemente ha anche registrato un CD tributo al repertorio del gruppo inglese. Fedele alla sua ossessione, mette per un po’ di tempo le sue percussioni anche al servizio della “Chorus Jazz Orchestra” diretta da Roberto Gorgazzini. Poi entra nei “Jumpin’ Shadows” dove conosce Giorgio Cascone che lo chiamerà poi al suo fianco nel progetto del Trio di cui fa attualmente parte.
Claudio Bridi, Chitarra solista e seconda voce solista del gruppo. E’ il componente più giovane del Trio e scherzosamente denominato dai due veterani “el bocia”. A 10 anni inizia la sua passione per la chitarra classica ed i genitori lo iscrivono alle lezioni private dalla professoressa Norma Lutzembergher che frequenterà regolarmente e con profitto per otto anni.
Poi, ascoltando Led Zeppelin, Deep Purple e Genesis, scopre l’espressività della chitarra elettrica che inizia a suonare da autodidatta. A 19 anni opta per una carriera al servizio dello Stato e si vede trasferito per lunghi periodi in varie località e poi in Francia dove si aggrega al suo primo gruppo suonando Rock americano. Nell’89 rientra finalmente a Trento e riprende a studiare autonomamente la chitarra classica. Ma il Rock ed il Funky continuano a stuzzicare la sua curiosità e, nel ’93 fa il suo ingresso nel gruppo degli “Stop” con Elio Concadoro alla batteria e si avvicina al Rock-progresive italiano.
Con il bassista Alessandro Manente fonda poi la storica “Jolly Jocker Band”, vera e propria “macchina” da ballo con cui si esibisce in tutte le principali manifestazioni regionali. Ma il primo amore non si scorda mai…e, mentre suona elettrico e continua gli impegni lavorativi, con caparbietà e grande sacrificio si iscrive al Conservatorio di Trento dove, dopo il triennio di laurea e il biennio di specializzazione, consegue il sospirato diploma accademico in chitarra ad indirizzo concertistico. Nel frattempo, viene chiamato anche lui a suonare nei “Jumpin’ Shadows” dove conosce gli altri due e, nel successivo Trio, troverà finalmente l’equilibrio ideale fra la musica classica e popolare che ha caratterizzato tutta la sua vita musicale.
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