Truffe sentimentali online – Di Giuseppe Maiolo, psicoanalista
Un pericolo devastante: è di fondamentale importanza riflettere sui rischi provenienti proprio dalla mancanza di una educazione digitale precoce
Anche quest’anno il Ministero dell’Istruzione insieme a Generazioni connesse, ha indicato febbraio come «Mese per la sicurezza in Rete».
Ovvero un tempo per la riflessione sia a scuola che a casa sulla sicurezza online che a tutt’oggi è scarsa per tutti.
Un recente report della Polizia postale segnala che nel 2021 si è registrato aumento del 27% dei reati informatici e delle truffe in Internet che vanno dal furto di identità al Phisching, dalla truffa sentimentale alla Sextortion e al Revenge porn.
Questi ultimi sono inganni e imbrogli nelle relazioni particolarmente gravi sia per gli adulti che per gli adolescenti.
La sextortion ad esempio, è una forma di ricatto sessuale dove la minaccia consiste nel rendere pubbliche informazioni private come foto e video intimi a meno che la persona interessata non paghi.
È pratica in cui gli adolescenti sono per il 70% vittime, in quanto poco attenti alle conseguenze derivanti dall’aver postato foto personali di nudo o di atti sessuali.
C’è ormai da tempo tra i giovani, e non solo tra di loro, l’abitudine al selfie e al sexting come attività divertenti praticate online.
È con questa sorta di gioco collettivo che si perde l’idea che in rete ci possa essere chi imbroglia e inganna anche sui sentimenti.
Si tratta in effetti di truffatori che utilizzano false identità (Catphishing) per costruire con la vittima designata un graduale rapporto di fiducia grazie al quale si giunge all’inganno.
Può trattarsi di estorsione di denaro oppure coinvolgimento in attività erotiche le cui videoriprese saranno immesse nel mercato pornografico o pedopornografico.
Ma sono vere e proprie truffe anche le pratiche del pigging, un comportamento decisamente bullo che adesca per divertimento le ragazze obese, e più ancora di più il tristemente famoso «Revenge porn» (Vendetta pornografica), che è azione distruttiva della dignità personale e della reputazione sociale.
In entrambi i casi si tratta del tradimento della fiducia che sta alla base di una relazione affettiva.
Nel caso del Revenge porn a seguito della conclusione del rapporto, uno dei partner e solitamente il maschio, diffonde sul web il materiale video-fotografico intimo e sessuale prodotto autonomamente dalla coppia.
La donna, vittima di quella violenza, da un punto di vista psicologico, vive un’esperienza traumatica devastante.
Ha la percezione di una violenza sessuale, dove il vissuto è quello dell’invasione e della violazione della propria dimensione intima.
È una sorta di cyber-stupro di gruppo che devasta in quanto la diffusione non autorizzata dell’immagine del proprio corpo, produce un sentimento di totale svalutazione.
L’evento traumatico ha i contorni netti di un attacco violento all’identità e all’integrità personale capace di generare una caduta verticale della fiducia in se stessa, negli altri e nell’esistenza. Tali vissuti sono talmente forti che causano ansia ricorrente e una grave reazione depressiva capace di sviluppare pensieri e idee suicidarie.
In effetti la vittima di Revenge porn sperimenta una spaventosa dimensione di solitudine e di colpa proveniente anche dal diffuso pregiudizio sociale che fa dire ai più «Se l’è cercata».
È allora di fondamentale importanza riflettere sui rischi provenienti proprio dalla mancanza di una educazione digitale precoce necessaria per accompagnare i bambini e gli adolescenti a conoscere internet e prepararli ad un uso consapevole.
Giuseppe Maiolo - psicoanalista
Università di Trento - www.iovivobene.it
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