Arte e solidarietà, asta benefica a Trento – Di Daniela Larentis
«Per chi ci cammina accanto» si terrà al Grand Hotel Trento sabato 4 maggio 2019 – Un’iniziativa a favore della LIFC a cui partecipano numerosi noti artisti
Aldo Pancheri - «Allo sbocciare della primavera», 2018 - Tecnica mista e timbri su tela, cm 50x 70.
Sabato 4 maggio 2019, alle ore 10.00, si terrà un’asta benefica nelle splendide sale del Grand Hotel Trento, in piazza Dante 20.
Alla stessa, i cui proventi saranno devoluti interamente alla LIFC, Lega Italiana Fibrosi Cistica Trentino onlus, hanno aderito numerosi artisti di fama nazionale e internazionale, ognuno dei quali ha donato generosamente un’opera, come era già accaduto nel maggio del 2016. Ricordiamo che si tratta di una malattia genetica molto frequente in Italia e nel mondo, purtroppo non ancora curabile.
Ivo Fruet - «Armonia di contrasti», 2017 - Acrilico su tela, cm 51x 51.
Gli artisti che hanno partecipato a questa lodevole iniziativa sono: Aldo Pancheri, curatore dell’evento, Gianni Anderle, Martina Angarano, Matteo Boato, Adalberto Borioli, Mauro Cappelletti, Barbara Cappello, Silvio Cattani, Roberto Codroico, Giorgio Conta, Elena Fia Fozzer, Ivo Fruet, Alessandro Goio, Rudolf Haas, Francesca Libardoni, Valentina Niccolini, Shuhei Matsuyama, Cassia Raad, Paolo Tomio e Pietro Verdini. Vi è quindi la possibilità di acquisire ad una cifra di partenza, anche molto bassa, un’opera di uno di questi apprezzati pittori.
Matteo Boato - «Cielo di Campi», 2009 - Olio su tela, cm 30x30.
L’asta vuole anche ricordare il pediatra dott. Paolo Pancheri, scomparso nel 2017 durante il periodo natalizio, il quale per molti anni ha seguito gli ammalati di fibrosi cistica.
L’obiettivo dell’esposizione è tanto importante quanto evidente, quello di raccogliere dei fondi, grazie alla sensibilità di chi vi ha aderito, a favore delle persone colpite da questa malattia (chi è affetto da fibrosi cistica deve affrontare quotidianamente, con il prezioso e determinante supporto della famiglia, terapie impegnative per poter mantenere nel tempo un'accettabile qualità della vita).
Questa è la malattia genetica più frequente nel nostro Paese (e non solo), colpisce un bambino ogni 2500 nati e una persona su 25 è portatrice sana.
La LIFC Trentino ha come obiettivo fondante il miglioramento della qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
Mauro Cappelletti - «Estensione», 1999 - Acrilici su cartone telato, cm 25x15.
Nella nostra società liquida, come la definisce il celebre sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman, scomparso qualche anno fa, è sempre più difficile «sostare nell’incontro»; viviamo in un mondo veloce ricco di incertezze, in cui regna l’individualismo, proprio per questo il dono assume un valore altissimo e l’adesione da parte degli artisti che hanno partecipato a questo progetto non può che riscuotere un forte plauso. Noi battiamo loro le mani ed applaudiamo anche a coloro che, altrettanto generosamente, vorranno accogliere questo accorato appello.
Generosi, quindi, gli artisti ad aver accettato di donare il prezioso frutto del loro lavoro, il loro tempo, e bravi coloro che vorranno fare la loro parte, portandosi via nell’occasione opere di grande valore artistico.
Paolo Tomio - «Lotta per la vita», 2017 - Acrilico e timbri su carta, cm 42x 29,7.
La solidarietà è un termine che è un po’ sulla bocca di tanti, se ne parla anche abusandone, talvolta, si studia in vari contesti, per esempio in ambito sociologico (pensiamo al sociologo francese Durkheim: per il padre della sociologia, detto in parole poverissime, la solidarietà è una certa modalità dell’essere società; lui individua la meccanica e l’organica; la prima è basata sulla somiglianza degli individui, la seconda invece sulla loro differenziazione, tipica della società moderna); come la si intende quando se ne parla, generalmente, è comunque un concetto che implica impegno etico-sociale verso gli altri, verso i cosiddetti bisognosi.
Pietro Verdini - «L’uomo dolente», 1990 - sanguigna su tavola, cm 61x 74.
Non occorrerebbe mai dimenticare, collegandoci alla finalità dell’asta, che tutti noi siamo potenziali ammalati, ognuno di noi, nessuno escluso, può diventare tale in un qualsiasi momento della vita, perché se c’è una cosa di cui siamo sicuri è che tutto può succedere a tutti in un qualsiasi momento, e chi non muore anzitempo, prima o poi si ammala o perlomeno si busca qualche acciacco più o meno serio.
Nessuno di noi ha una reale libertà di scelta, quando si parla di malattia, certo, lo stile di vita aiuta, ma ammalarsi non è una colpa tanto quanto rimanere sani non è un certo un merito.
Le malattie arrivano e alcune si possono curare, altre si possono rendere più sopportabili.
Shuhei Matsuyama - «Shin-On 15011», 2015 - Timbri su carta Giappone, cm 70x 70.
Per studiarle, per cercare di combatterle, servono soldi. Tanti soldi. E siccome le malattie riguardano tutti, direttamente o indirettamente, ne servirebbero parecchi.
Ecco, allora, che anche il singolo individuo può fare la differenza con un semplice gesto, trasformando il pensiero, la buona intenzione, in concreta azione.
E in questo caso c’è anche un ritorno: il compratore-benefattore non solo se ne andrà via contento, con la sensazione di aver fatto qualcosa di buono, di giusto, ma portandosi appresso anche un’opera di grande valore, non solo morale.
Daniela Larentis – [email protected]
Roberto Codroico - «Sugli alberi», 2000 - Acrilici, cm 51x35.
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