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«Racconti a gettone», cibo per la mente – Di Daniela Larentis

L’originale distributore, il primo di una serie, è collocato presso la mensa universitaria di via Tommaso Gar, Trento – L’intervista a Guido Laino, curatore del progetto

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Guido Laino.
 
Si è da poco realizzato un progetto davvero interessante, ideato da Guido Laino de «Il Funambolo», Mirko Zanona di Aurora Edizioni e Sofia Adami, grazie al bando «Vetrina delle idee» promosso dalla Fondazione Caritro di Trento.
«Racconti a gettone» è una sorta di installazione artistica che offre ai lettori libri in miniatura impreziositi da splendide illustrazioni, reperibili ad offerta libera presso il distributore di storie, il primo di una serie prevista, collocato alla mensa universitaria di via Tommaso Gar a Trento (in questa prima fase il tema affrontato nei nove racconti è quello della partenza).
Un’idea davvero geniale quella del «cibo per la mente», storie brevi che nutrono il cervello e l’anima e che si leggono velocemente, rappresentando non solo un momento di riflessione ma anche di evasione: storie da consumare in autobus, mentre si attende di arrivare alla propria fermata, comodamente seduti in corriera, in attesa di scendere, ma anche in metropolitana, nella sala d’aspetto del dentista o dell’oculista, o semplicemente storie da assaporare stando sul proprio divano, sorseggiando un caffè e dedicando a sé stessi qualche prezioso minuto del proprio tempo.
 
Perché è proprio il tempo a mancare in questa società dell’usa e getta, del tutto e subito, viviamo in un mondo veloce in cui spesso la fretta e l’agitazione impediscono qualsiasi tipo di meditazione, il fermarsi un attimo a pensare a qualcosa che possa arricchire non in termini economici ma spirituali, quel dedicare qualche attimo a sé stessi, ai propri pensieri.
In un mondo dominato dalla frenesia, fermarsi a riflettere gustandosi la suggestione di un racconto può trasformarsi in un’abitudine sana e divertente.
D’improvviso, ci pare di visualizzare tutte quelle macchinette che offrono snack e bevande a ciclo continuo, disseminate ovunque, nelle scuole, negli uffici, negli spogliatoi delle palestre, negli ospedali, trasformarsi come per magia in distributori di fantasia, in incubatrici di immaginazione.
Visualizziamo con la mente questi distributori di storie, incentrate per ora sul tema della partenza: nelle stazioni dei treni, negli aeroporti affollati, mentre persone in procinto di partire, in attesa del proprio volo, si lasciano cullare dall’atmosfera di altre partenze.
 
Guido Laino da molti anni si occupa di laboratori di scrittura e cura diversi progetti artistici; fra i molti al suo attivo ricordiamo «Utopia» del 2016, una mostra-installazione ospitata dal Muse, Trento, realizzata dall’Associazione «Il Funambolo».
Come ci aveva in quell’occasione spiegato, l’associazione ha come obiettivo quello di raccogliere attorno a sé una rete di artisti, intenzionati a produrre e promuovere la propria arte in modo autonomo e a partecipare a lavori collettivi.
Da qui la propensione a ideare, curare e realizzare eventi e progetti che permettano l’incontro fra artisti e arti differenti (vedi nostro servizio).
http://www.ladigetto.it/permalink/56228.html)
Lui stesso si definisce, scherzosamente, uno «spacciatore di letteratura», un’idea che Il Funambolo porta avanti da anni, cercando di diffondere con grande passione l’amore per i libri in tante forme diverse.
Lo abbiamo incontrato e abbiamo avuto il piacere di rivolgergli alcune domande.
 

 
Come è nato il progetto «Racconti a gettone», chi vi ha preso parte e a che titolo?
«È nato dalla collaborazione tra il sottoscritto, curatore del progetto, Mirko Zanona, editore di Aurora, e Sofia Adami. Durante i laboratori di scrittura, con Mirko Zanona, il quale nella vita si occupa anche della gestione dei distributori automatici, abbiamo ragionato sul fatto che sarebbe stato bello poterli convertire alla distribuzione letteraria.
«Abbiamo quindi coinvolto una terza persona, Sofia Adami, dottoranda all’università di Trento (anche lei ha preso parte ai laboratori di scrittura); è stato inizialmente intrapreso un percorso con la Fondazione Caritro, che ha finanziato il 50% dei costi del progetto, il rimanente 50% è stato reperito attraverso una campagna di crowdfunding.
«Quando abbiamo capito che sarebbe stato possibile realizzare il tutto è stato avviato un laboratorio di scrittura, in cui ho chiamato gli autori che conoscevo e che, avendo già partecipato ai miei laboratori di scrittura precedenti, ritenevo adatti allo scopo.»
 
Dal punto di vista pratico, come funziona l’erogazione dei libri in miniatura?
«Sono microlibri, piccoli oggetti d’arte, racconti che si leggono in cinque minuti, illustrati e quindi belli anche da vedere, stampati su carta di qualità. Potremmo anche definirli una via di mezzo fra un libro, un opuscolo, un manifesto.
«Ad oggi nel distributore è sufficiente digitare il codice del racconto che si vuole leggere, inserire un’offerta libera (la quale servirà per la ristampa di nuove copie). Il progetto è partito con la gratuità totale. La prima tiratura dei nove racconti, per un totale di 450 copie, si è in pochissimo tempo esaurita, nel giro di una sola settimana.
«Dobbiamo quindi passare a un sistema sostenibile per le ristampe future, avendo finito i finanziamenti destinati alla stampa iniziale; per ora abbiamo pensato all’offerta libera, in modo da poter raccogliere quanto basta per coprire i costi delle ristampe.
«È una prova, valuteremo se potrà funzionare o se dovrà trasformarsi in un’erogazione a pagamento. Resta comunque il fatto che non c’è un’idea di business, il progetto non è nato a scopo di lucro, è una sorta di installazione artistica.»
 
Quali sono i punti di forza di questa iniziativa?
«Credo siano due. Innanzitutto l’idea di una distribuzione di letteratura di questo genere penso sia abbastanza originale, ciò ha peraltro destato tanta simpatia, molto interesse anche da parte di testate nazionali come Repubblica, Fahrenheit, proprio per il fascino dell’idea.
«A mio parere, il secondo elemento di forza è che si tratta di un progetto organico. Non è un distributore di letteratura generica, come quelli già esistenti, che erogano libri e altri prodotti, per esempio auricolari ecc., il nostro progetto è un progetto coerente e organico: abbiamo coinvolto degli autori quasi tutti inediti, degli illustratori, abbiamo lavorato insieme a loro, abbiamo scelto un tema, quello della partenza, legato all’utilizzo di una macchinetta di questo genere.
«La nostra idea sarebbe quella di collocare uno di questi distributori in un luogo di partenza, ci piacerebbe che le persone in procinto di partire potessero leggere storie di altre partenze. Il prodotto erogato è quindi un prodotto di qualità, curato a tutti i livelli.»
 
Come è avvenuta la realizzazione dei libri scelti?
«Con gli autori si è lavorato nei laboratori di scrittura, presso una saletta del Museo Diocesano di Trento, il quale ha contribuito al progetto.
«Ho tenuto un paio di incontri più teorici e poi si è passati alla realizzazione dei singoli racconti, in un clima di condivisione.
«Terminata la parte sui testi siamo andati in cerca degli illustratori, dando anche la possibilità agli stessi autori di rivolgersi a qualcuno di loro fiducia.»
 
Quali sono gli argomenti affrontati nei racconti?
«L’indicazione che ho dato io come curatore del laboratorio e dei testi è stato quello della partenza. È un tema molto ampio, che ha permesso agli autori dei racconti di muoversi in ogni direzione.
«La partenza è un concetto che può essere interpretato in molti modi, l’idea era quella di dare un tema ma non essere troppo vincolanti.
«I racconti fra loro sono molto diversi, anche se collegati da un filo rosso che li unisce, questo è un aspetto molto interessante: ci sono un paio di racconti di fantascienza, alcuni sono intimisti, c’è un racconto umoristico.»
 
Oltre al distributore che attualmente è collocato in via Tommaso Gar, presso la mensa universitaria, ne verranno installati in altri punti strategici della città?
«Installeremo un secondo distributore, i costi che verranno richiesti saranno simbolici, come dicevo prima il progetto non è a scopo di lucro e i soldi che ricaveremo andranno unicamente a coprire i costi di stampa.
«Gli autori non percepiscono alcun compenso, tutto il lavoro speso per la realizzazione del progetto è dettato unicamente dall’amore per la letteratura.»
 
Potrebbe essere prevista in futuro una eventuale restituzione delle storie da parte dei lettori e di conseguenza un loro riutilizzo?
«Il progetto non è stato pensato in questi termini, in quanto il tipo di pubblicazione secondo noi non si presta a una lettura usa e getta.
«Ogni racconto è stampato in un formato particolare che permette, una volta letto, per esempio di poter essere incorniciato, non pensiamo quindi che possa esserci una restituzione.»

Daniela Larentis – [email protected]

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