Fiorella Zocchio, una personale a Trento – Di Daniela Larentis
La mostra resterà aperta al pubblico in Via Belenzani, Sala Torre Mirana, dal 16 al 28 febbraio 2016
Lago di Garda, ritaglio.
Verrà inaugurata il 16 febbraio 2016 in Via Belenzani, Sala Torre Mirana, a Trento, alle ore 17.30, la personale della pittrice Fiorella Zocchio.
L’artista trentina si dedica alla pittura da molti anni, i soggetti che lei predilige sono in prevalenza i paesaggi, ma ama anche i ritratti e le nature morte.
Le tecniche da lei usate sono l’olio e l’acquerello.
Insieme al prof. Perilli nel 1998 costituisce con altri allievi il Gruppo Trento, di cui diviene vicepresidente, è inoltre socia del Gruppo Acquerellisti Trentini (G.A.T), nonché del Gruppo La fontana di Gardolo.
Ha partecipato a diverse collettive anche all’estero e a tutte le mostre collettive del Gruppo Arti Visuali e della F.I.D.A.P.A., ha inoltre allestito una personale al Museo Etnografico di Vallarsa nel 2004 e illustrato libri di poesie, ottenendo riconoscimenti attraverso la partecipazione a diversi concorsi.
L’evento verrà presentato dalla scrittrice (scrive in prosa e poesia) e pittrice Enrica Buratti, Presidente del Gruppo Acquerellisti Trentini, nonché fondatrice e presidente del Circolo Culturale Cognola, con intervento critico del prof. Giorgio Perilli, stimato artista e professore, nonché presidente del Gruppo Trento. Ricordiamo che la mostra resterà aperta al pubblico fino al 28 febbraio 2016 con i seguenti orari di apertura: 10.00 12.00|16.00-18.30 (compreso festivi).
Enrica Buratti sottolinea nel catalogo che accompagna l’evento: «La pittura figurativa di Fiorella Zocchio, sia che si esprima con la tecnica ad olio (che a giudicare dal numero e dalla qualità dignitosa di opere sembra essere la preferita) sia con la tecnica ad acquerello, è facilmente intelligibile e fruibile da tutti, perché è discorsiva, realistica, non nasconde misteri».
Spiega poi: «Nelle sue esecuzioni pittoriche di quasi trent’anni di impegno e passione per i pennelli, di osservazione precisa della realtà e del dettaglio, l’accuratezza, la precisione fotografica di tratto e disegno, la delicata armonia di colori, diventano pregi, raggiunti attraverso la frequenza assidua e diligente a numerosi corsi tenuti da vari maestri.
«La sua mostra appare come una casa aperta agli amici, ai conoscenti, in cui vengono esposti in bell’ordine volti cari (c’è un certo numero di ritratti di persone a lei vicine in cui si apprezza la capacità di cogliere i tratti fisionomici che li identificano), luoghi della memoria o delle sue origini, oggetti della vita quotidiana in numerose nature morte, presentati proprio come si offre da parte di un’ospite cordiale, una bevanda o un cibo su un vassoio d’argento in preziose porcellane o cristalli (numerosi i brillii nelle sue tele) o su di una bella tavola imbandita e ornata di pizzi e tovaglie preziose: ricordo a questo proposito che Fiorella, forse non a caso, si dedicò all’arte della ristorazione, con una certa consuetudine quindi alla cordialità nelle relazioni con le persone, e all’attenzione a una cura formale nel presentare e presentarsi».
La rosa pallida.
Scrive inoltre dell’artista il prof. Giorgio Perilli, il suo principale maestro: «È imbarazzante scrivere su Fiorella Zocchio, che segue i miei corsi di pittura da 25 anni, una data di collaborazione ormai da nozze d’argento, che onora il nostro laboratorio. Io non posso esprimere giudizi di merito sul suo lavoro: giudicherei me stesso.
«Ma posso attestare che l’autenticità, la limpidezza, la carezzevole pennellata della sua pittura, dal tocco delicatamente ingenuo, sono la proiezione inconsapevole e sincera del suo carattere fermo e generoso, sempre proteso verso gli altri con riservatezza e modestia.
«Il suo tratto signorile, la pacatezza sorridente del suo parlare e del suo sguardo, nell’aula di pittura rendono la sua presenza indispensabile.
«Così come altrettanto indispensabile alla compiutezza del proprio essere, Fiorella ha cercato nel disegno, nel colore, un legame con se stessa e le persone, le cose, i ricordi che sono tutto il suo mondo.
«Prima presso l’Università popolare Trentina, poi nel Circolo Culturale di Cognola e nell’Università della Terza Età, e allo stesso tempo nel Gruppo Trento, di cui è stata cofondatrice, Fiorella Zocchio ha sempre dimostrato di saper porre l’attenzione alle cose che contano, tenendo nella giusta valutazione i rapporti con i suoi colleghi di corso, nascondendo il fervore e l’utilità della propria collaborazione.
«Ha partecipato a molte mostre collettive, e per la prima volta appare oggi in una sua personale.
«Per tutta la vita Fiorella è stata amatrice, appassionata cultrice della pittura. Il suo universo è semplice, accessibile. Dunque vi entri il pubblico con uguale semplicità: ne rimarrà lieto e appagato».
Ci piace concludere con le parole della stessa pittrice. A proposito dell’arte afferma Fiorella Zocchio: «L’ Arte è impegno, cuore per le cose, amore per la vita. Noi, con le nostre opere, cerchiamo di rappresentare tutto questo.
«Diamo la speranza, diciamo che è ancora possibile vivere esperienze gioiose, avere delle gioie, credere nei dei valori che contano.
«In questo momento difficile, dove si perdono di vista i veri valori del vivere quotidiano, cerchiamo di rappresentare cose piacevoli e le mostriamo, donando a chi si sofferma, uno sguardo verso un mondo migliore.»
Daniela Larentis – [email protected]
Il candelabro di cristallo.
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