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Tre nuovi progetti alla Galleria Civica – Di Daniela Larentis

Un mese di «impegno civico» dedicato alla città di Trento per confermare la vocazione della Galleria, da due anni terza sede del Mart

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A partire dal 13 febbraio fino al 13 marzo 2016, la Galleria Civica di Trento apre i suoi spazi a tre progetti territoriali per suggellare le collaborazioni con chi, in Trentino, si occupa di cultura e di partecipazione sociale: ieri la presentazione.
All’annuale progetto con il quotidiano Trentino, si affiancano la mostra del fotografo Giorgio Solomon curata da Gabriele Lorenzoni e una proposta di ARCI Trento.
Presente all’inaugurazione anche l’Assessore Andrea Robol, il quale nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di aprire la galleria alla città.
Partiamo da Giorgio Salomon, il suo progetto è intitolato «Tutti in piazza!».
In mostra una cinquantina di sue fotografie: raccontano il cuore della città di Trento, Piazza Duomo, la quale riveste un’importanza che va oltre quella di centro geografico e storico della città.
Motore economico e sociale, luogo di incontro e di dibattito, Piazza Duomo è un enorme palcoscenico le cui quinte sono gli edifici storici e gli attori i cittadini e i turisti che quotidianamente la vivono.
 

 
Percorrendo le sale si possono ammirare le foto che ritraggono gli ultimi cinquanta anni della piazza, cuore pulsante della città, e alcuni dei fatti salienti della nostra storia più recente: dai moti studenteschi degli anni ’70, ai momenti istituzionali, ecclesiastici, di festa o di semplice quotidianità.
È datata 1962 la foto che mostra le processioni in occasione del Concilio Vaticano II, è del 1973 quella che testimonia i cortei di movimenti operai e studenteschi, risale invece a qualche anno dopo quella che immortala i tafferugli fra manifestanti e Carabinieri a seguito della contestazione della messa in memoria di Benito Mussolini promossa dal Movimento Sociale.
Alcuni scatti degli anni Ottanta e Novanta ritraggono la Fiera di San Giuseppe, poi ci sono foto più recenti, come quella del 2003 che mostra un raduno di motociclisti, altre immortalano semplici momenti di relax, fino ad arrivare a immagini che immortalano eventi recenti, come la Color Run del giugno dello scorso anno o la foto che ritrae l’incendio alla Torre Civica, dell’agosto 2015, tanto per fare degli esempi.
 

 
Due parole su Salomon, noto fotografo di cronaca e di viaggio.
Esordisce giovanissimo come fotoreporter e fin da subito collabora con testate locali e nazionali, fra cui Panorama, L’Espresso, Domenica del Corriere, L’Europeo, documentando gli anni del terrorismo in Alto Adige e successivamente le prime proteste studentesche e operaie, occupandosi in maniera particolare delle vicende legate alla Facoltà di Sociologia.
Le sue fotografie vengono pubblicate da numerose testate internazionali.
Nel 1963 documenta la tragedia della diga del Vajont.
Nel 1966 riceve il Premio Nazionale Fotoreporter.
Dai primi anni Settanta partecipa ad alcune importanti spedizioni alpinistiche, si specializza nel ruolo di tele cineoperatore, collaborando con la Rai di Trento. Nel 1980 vince il Premio Film Festival della Montagna «Città di Trento» con il documentario «Le stagioni di Liz».
Frequenti sono i viaggi nei quali documenta aspetti sociali, naturalistici e antropologici, in India, Kazakistan, Argentina, Cile, Egitto, Siria, Colombia, Sri Lanka, Corea del Sud, Bangladesh, Brasile, Sud Africa, Perù e sul confine israelo-palestinese.
Ha donato la parte del proprio archivio dedicata al movimento studentesco e operaio degli anni Settanta alla Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Trento.
 

 
Nel 1983 si introduce clandestinamente in Afghanistan per documentare sul campo l’invasione sovietica; con il collega Mino Damato del TG1, vive alcune settimane insieme ai Mujahiddin e ne ricava una serie di scatti che verranno pubblicati su varie testate nazionali.
Dal 1990 è inviato speciale in tutto il mondo. Si reca in Uganda per un servizio e viene rapito dai rivoluzionari anti governativi, rimanendo sequestrato per venti giorni.
Nel 1991-1992 è inviato in Kuwait per la Guerra del Golfo.
Negli anni seguenti si occupa di due edizioni delle Olimpiadi Invernali e realizza reportage sull’estremo Nord del mondo.
Lo scoppio delle guerra dei Balcani lo vede impegnato sui diversi fronti, documentando in particolare l’esodo del popolo kosovaro.
Nel 2000 il suo lavoro viene premiato con il premio internazionale per il giornalismo «Il Trabucco», mentre l’anno seguente gli viene assegnato il premio «Leonida Baroni».
Nel 2003 viene insignito dall’Archivio del Disarmo del premio giornalistico «Colombe d’oro per la Pace».
Dai primi anni Duemila la sua attività espositiva si fa intensa: si segnalano in particolare «Capolinea Underground» (in occasione di Manifesta 7) e «Quando a Trento c’era la Michelin», nell’ambito del Festival dell’Economia 2007.
 

 
Il secondo interessante progetto presentato, dal titolo «Conflitti di pace», è stato realizzato in collaborazione con il quotidiano Trentino [era presente all’evento il Direttore Alberto Faustini – NdR]: in mostra 20 fotografie scattate dai lettori del giornale e scelte tra le oltre 100 pervenute alla redazione.
Selezionate da una giuria composta da Pierluigi Depentori, caporedattore Trentino, Margherita de Pilati, curatrice e responsabile Galleria CIVICA, e Giorgio Salomon, fotografo, le fotografie vogliono essere un messaggio di pace.
Nell’anno delle celebrazioni del primo conflitto mondiale, nel momento in cui il tema era, doverosamente, quello della guerra, Mart e Trentino hanno chiesto ai partecipanti di ribaltare le prospettive e narrare piccoli gesti di pace.
Scatti amatoriali, ricordi, suggestioni e moniti, per dimostrare che un’alternative è sempre possibile e lasciar spazio alla speranza.
I 20 finalisti, le cui opere saranno eccezionalmente esposte in CIVICA (tutte le fotografie sono pubblicate sul sito del quotidiano), sono: Guido Benedetti, Denis Bona, Enrico Campana, Sushila Comper, Giulio Coraiola, Paolo Farinati, Remo Forcellini, Nicole Frisanco, Davide Giarolli, Lorenzo Gilli (foto qui sopra), Barbara Iori, Alessia Lementini, Sara Lorenzini, Lorenza Panizza, Renato Penner, Cinzia Raffaeta, Maria Stancher, Nicola Tretter, Franco Visintainer, Paola Zaltron.
 

 
Il terzo progetto è stato proposto in collaborazione con Arci Trentino, la maggiore associazione di promozione sociale presente in Italia. In Trentino è presente con 22 circoli e oltre 8.000 soci e, tra le varie attività, organizza mostre e progetti culturali.
In mostra un importante nucleo di poster di solidarietà politica internazionale degli anni ’70 provenienti dalla collezione privata del compositore Luigi Nono (Venezia, 1924 -1990): compositore, scrittore e politico, durante i suoi viaggi Nono collezionò circa 200 manifesti, attualmente conservati presso la Fondazione a lui dedicata di Venezia.
Convinto che l’arte senza frontiere possa trovare ispirazione e fondamento in varie manifestazioni artistiche e scientifiche (pittura, architettura, letteratura, poesia, filosofia ecc.), il celebre musicista fece della sua opera un impegno politico, intendendo la musica come un mezzo di lotta.
 
Il Presidente ARCI del Trentino, Andrea La Malfa, nel prezioso catalogo che impreziosisce l’esposizione, dal titolo «Un ideale… manifesto – manifesti di solidarietà politica internazionale degli anni 70, dalla raccolta di Luigi Nono» (Edizioni Litodelta, 2016), spiega, rimarcando il concetto anche nel suo intervento: «… Un ideale…manifesto ci offre uno spaccato di un mondo mosso da profonde trasformazioni e aspettative.
«Le lotte sociali per i diritti e contro le disuguaglianze che dalla Rivoluzione francese ad oggi hanno attraversato il tempo e la società, a volte come un percorso carsico, altre come un torrente, energico e rumoroso. I manifesti sono stati il mezzo di comunicazione politica per eccellenza.
«Prima dei testi e dei ciclostili, l’arte figurativa ha avuto il merito di superare le differenze di ceto, inviando messaggi interpretabili da tutte le fasce sociali.
«I manifesti mandarono un messaggio ideale, lasciando la possibilità per chi li guardava di inserire il proprio senso […].
«Oggi che la comunicazione riapre verso tutti un rapporto dialettico, questi manifesti si rivelano più contemporanei di quanto non si direbbe a prima vista.»
 
Un mese di eventi legati a una città in cui per molte ragioni è bello vivere, un’esposizione in pieno centro che, in conclusione, merita di essere visitata.
 
Daniela Larentis – [email protected]

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