Mart: «Le Collezioni» – Di Daniela Larentis
«L’invenzione del moderno» e «L’irruzione del contemporaneo», due mostre imperdibili curate da Daniela Ferrari e Denis Isaia, dal 5 dicembre 2015
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Al Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, Trento, è allestito un complesso di mostre imperdibili.
Oltre alla prestigiosa esposizione dal titolo «La coscienza del vero» (già anticipata in un precedente articolo) sono visitabili «Le Collezioni»: «L’invenzione del moderno» e «L’irruzione del contemporaneo», due importanti percorsi espositivi curati da Daniela Ferrari e Denis Isaia.
Dal 5 dicembre 2015 i maggiori capolavori del Mart, da Medardo Rosso agli artisti delle ultime generazioni, passando per Felice Casorati, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero e Alberto Burri, Lucio Fontana, Mario Merz, Bruce Nauman, vengono presentati al pubblico in un nuovo allestimento cronologico e tematico, un racconto costituito da vere e proprie pietre miliari della storia dell’arte moderna e contemporanea.
La mostra «Le Collezioni» occuperà stabilmente due delle quattro gallerie del museo nelle quali troveranno spazio, a rotazione, le più importanti opere del Mart, un museo a forte vocazione internazionale e sempre più legato alla propria storia, al proprio territorio e al proprio patrimonio.
Al primo piano l’allestimento racconta «L’invenzione del moderno» e al secondo piano accompagna il visitatore attraverso «L’irruzione del contemporaneo».
Il secolo scorso è stato teatro, in Italia come in Europa, della rottura delle avanguardie con la tradizione ma anche del recupero della tradizione stessa nella riscoperta della classicità e dell’antico (il concetto di avanguardia è presente nella storia dell’arte a partire dalla metà del XIX secolo, la parola deriva dal lessico militare, nel «De bello Gallico» di Giulio Cesare sono chiamate avanguardie quei gruppi di soldati mandati avanti a sfondare le fila nemiche).
De Chirico: Due figure mitologiche (Nus antiques, Composizione mitologica) - 1927.
«L’invenzione del moderno» è un percorso che si snoda lungo questi due itinerari: da un lato il Futurismo e la progettazione della realtà storica e dell’avvenire, dall’altro l’indagine di una rappresentazione al di là della contingenza del tempo.
In entrambe le dimensioni, quella storica e quella trascendentale, emerge la consapevolezza del contesto in cui l’opera si realizza e del necessario rapporto con il mondo di appartenenza.
I capolavori storici di Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo Carrà, Gino Severini, Luigi Russolo dialogano tanto con le creazioni plastiche e sintetiche di Fortunato Depero, quanto con i dipinti polimaterici di Enrico Prampolini e le visione aeree di Tullio Crali.
Parallelamente, nella prima metà del XX secolo si afferma una dimensione trascendentale dell’arte. Nelle opere di Arturo Martini, Massimo Campigli, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Filippo De Pisis, Marino Marini, Giorgio Morandi, Mario Sironi e di altri protagonisti del secolo si attinge con inesauribile vigore ai valori del mito, dell’arcaico, del simbolico, della metafisica.
Il Mart propone inoltre, all’interno delle Collezioni, anche un primo omaggio alla figura del roveretano Fausto Melotti.
Al secondo piano nel percorso espositivo intitolato «L’irruzione del contemporaneo» l’attenzione viene focalizzata sulle vicende dell’arte in Italia a partire dal secondo dopoguerra.
All’inizio si incontrano le opere di Lucio Fontana, Alberto Burri, di Piero Manzoni. Intorno a loro, le diverse ricerche sul segno e sul colore di Afro Basaldella, Emilio Vedova, Gastone Novelli, Giuseppe Capogrossi, Tancredi Parmeggiani.
Moggioli: Cipresso gemello - 1912.
I lavori di Salvatore Scarpitta e Jim Dine, così come i décollages di Mimmo Rotella, contribuiscono ad allargare i confini del quadro, inglobando oggetti e frammenti della vita quotidiana.
Il quadro specchiante di Michelangelo Pistoletto è un dispositivo che accoglie l’accadere della vita stessa, mentre l’emergente società dei consumi di massa è ostentata dalla Pop Art americana, arrivata in Italia con la Biennale di Venezia del 1964.
Gli artisti e la critica statunitense diventano il punto di riferimento a partire dal quale si determinano, per assunzione o per reazione, le successive identità.
I nove cubi di alluminio di Robert Morris inquadrano una serie di questioni fondamentali per l’arte contemporanea: l’approccio razionale, l’uso dei materiali industriali, il dialogo tra l’opera e lo spazio che la circonda.
La controparte europea di questi movimenti è rappresentata da un lato dalle ricerche poveriste di Mario Merz, Giovanni Anselmo e Gilberto Zorio e dall’altro dagli approcci concettuali ed espressivi di Carlo Alfano, Giuseppe Spagnulo e Marco Gastini.
In Italia, sulla soglia degli anni Ottanta, si assiste a un diffuso interesse per la pittura, in linea con diverse ricerche figurative europee, come quelle testimoniate da Markus Lüpertz e Anselm Kiefer.
Le opere di artisti come Grazia Toderi, Sterling Ruby, Thomas Houseago, Wayde Guyton e Neil Beloufa rappresentano una multiforme ricerca contemporanea, votata all’approccio sperimentale e influenzata dalle nuove tecnologie.
Burri: Bianco Plastica BL1 - 1964.
Concludendo, il Mart offre una grande opportunità attraverso queste esposizioni alle le famiglie, ai giovani, ai meno giovani, a chi sarà disposto a coglierla, a tutti coloro che amano la bellezza e che hanno voglia di emozionarsi nell’ammirare splendide opere d’arte; il tempo trascorso in un museo non è mai speso male, anche noi (come recita una citazione di Pablo Picasso) siamo dell’idea che l’arte abbia il potere di «scuotere dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni».
Daniela Larentis - [email protected]
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