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«La coscienza del vero, capolavori dell’ottocento da Courbet a Segantini» – Di Daniela Larentis

A cura di Alessandra Tiddia, la prestigiosa mostra sarà visitabile al Mart di Rovereto, Trento, dal 5 dicembre 2015 al 3 aprile 2016

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Si aprono in dicembre le prime mostre della nuova direzione del Mart, «il museo di tutto il Trentino» come lo ha più volte definito Gianfranco Maraniello, direttore dal 1 giugno 2015 del Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, Trento.
«La coscienza del vero» è il titolo di una delle importanti esposizioni che verranno aperte al pubblico in questi giorni, prestigiosa mostra curata da Alessandra Tiddia attraverso la quale il museo intende indagare alcuni momenti della cultura figurativa ottocentesca, nella stagione compresa tra il Romanticismo e l’Impressionismo, ovvero fra il 1840 e il 1895, anno della prima Biennale di Venezia (alle altre due esposizioni «L’invenzione del moderno» e «L’irruzione del contemporaneo» dedicheremo a breve un articolo).
 
Visitabile dal 5 dicembre 2015 al 3 aprile 2016 raccoglie un centinaio di opere provenienti da importanti raccolte pubbliche e private o appartenenti alle Collezioni del Mart: lungo il percorso espositivo è possibile ammirare i meravigliosi lavori di maestri indiscussi come Gustave Courbet, Giovanni Segantini, Francesco Hayez, Giovanni Boldini e Franz von Lenbach, ma anche Carlo Bellosio, Mosè Bianchi, Giustiniano degli Avancini, Alessandro Guardassoni, Pompeo Marino Molmenti, Eugenio Prati, Giuseppe Tominz.
Sculture, quadri e disegni dialogano con diverse fotografie d’epoca e con alcune suggestive sequenze del film Senso di Luchino Visconti, ambientato nella Venezia del 1866 (Terza guerra di indipendenza italiana).
Come una sorta di filo rosso, il film contribuisce alla riflessione che l’intero percorso espositivo propone.
Il tema principale è, infatti, il rapporto tra realtà e rappresentazione nel dualismo verità-artificio. Ovvero, come scrive la curatrice Alessandra Tiddia in catalogo: «la distinzione più o meno consapevole e cosciente fra percezione del vero e illusorietà della visione, fra apparenza ingannevole delle immagini e immedesimazione dello spettatore, fra un linguaggio mimetico e impersonale e lo stile individuale e soggettivizzante, questioni peraltro ancora attuali nella contemporaneità».
 

Bartolomeo Bezzi - Sulle rive dell' Adige - 1885.
 
Il concetto della «coscienza del vero», scelto come titolo stesso della mostra, è il comune denominatore che unisce le varie declinazioni di uno dei contributi più determinanti nella cultura dell’ottocento: l’adesione alla realtà di cui Gustave Courbet fu maestro indiscusso.
A riguardo la mostra dedica un’intera sala al maestro del vero, così come alle meno note nature morte di Giovanni Segantini.
In un allestimento tematico, si susseguono i nudi, gli autoritratti e i ritratti, le nature morte, i paesaggi e la cosiddetta «pittura di genere» che contraddistinse la stagione del Realismo, quella corrente artistica in cui l’arte si emancipa dagli ideali classici e romantici, il vero diventa il perno attorno a cui far ruotare le narrazioni della propria epoca.
Tanto la società quanto la natura vengono osservate con occhi nuovi e riprodotte con uno stile quanto più vicino possibile al reale. Il Realismo, avviato dalla riflessione di Gustave Courbet, contribuì a svincolare la pittura e la scultura dai temi mitologici e aristocratici in favore dell’autenticità delle classi subalterne, della borghesia, del proletariato, dei contadini (il pittore francese per primo usò il realismo pittorico in funzione polemica nei confronti della società del tempo).
 

Eugenio Prati - Favretto al Liston - 1893-1894.
 
Dall’esaustivo catalogo che accompagna la mostra è tratta la premessa del Direttore del Mart, Gianfranco Maraniello: «Nel corso del XIX secolo le arti e i saperi europei hanno inaugurato attitudini che oggi continuiamo a riconoscere come moderne. In diversi campi di esperienza non si è più potuto esercitare alcuna disciplina senza la consapevolezza del ruolo decisivo dei propri fondamenti. La filosofia, esemplarmente, ha smesso di interrogare i principi naturali, spostando la propria domanda sul contesto linguistico, sul rapporto alla storia e, in particolare, sulla riflessione trascendentale, ossia sulle condizioni di possibilità del pensiero stesso. In modo analogo la musica ha scoperto di dipendere dalla convenzionalità della propria notazione, la fisica dalle situazioni proposte nell’osservazione dei fenomeni, la letteratura e la poesia dalle obbliganti implicazioni delle proprie forme espressive.
«In maniera sistematica si è cominciato a ridefinire programmaticamente i territori dell’agire, decostruendo tradizioni e grammatiche, scardinando le convinzioni ingenue a favore del valore euristico del disvelamento di ciò che è determinato dalle strutture di pensiero o di stile.
«Non fa eccezione l’arte: non si potrà più dipingere o scolpire senza riferirsi alle ragioni di tali gesti e senza cercare senso all’interno di una traiettoria che metta in questione il significato dell’arte stessa, fino ad assumere coscienza del fatto che il significato sia da riconoscersi a sua volta come una decisiva e parziale impostazione linguistica.
«Nel cuore di questa complessa ma ineluttabile condizione l’artista osserva la propria stessa pratica, il suo ruolo e gli strumenti a disposizione, il contesto e le tecnologie dominanti.
«Nell’oscillazione tra paradigma e libertà, nella crisi dell’età della rappresentazione e nell’invenzione dell’ideologia del contemporaneo, la mostra a cura di Alessandra Tiddia osserva la traumatica scena operativa di un’arte reattiva alle istanze di un mondo che, scoprendosi sempre come posto-in-immagine, narrato o consustanziale all’interpretazione, si trova nella necessità di elaborare un adeguato e consapevole rapporto alla verità.»
 

Gustave Courbet - La sorgente del Lison - 1864.
 
 Artisti in mostra 
Victor Angerer, Armand Argout, Giovanni Battista Altadonna, Pietro Barabino, Giorgio Belloni, Bartolomeo Bezzi, Carlo Bellosio, Mosè Bianchi, Giovanni Boldini, Francesco Capuano, Vincenzo Caprile, Guglielmo Ciardi, Antonio Ciseri, Michele Cammarano, Gustave Courbet ,Giustiniano degli Avancini, Giuseppe De Nittis, Giacomo Favretto, Tomaso Filippi, Innocenzo Fraccaroli, Pietro Fragiacomo, Alessandro Guardassoni, Francesco Hayez, Ernst Herwegen, Domenico Induno, Egisto Lancerotto, Franz von Lenbach, Andrea Malfatti, Pompeo Mariani, Pompeo Marino Molmenti, Alessandro Milesi, Carlo Naya, Eleuterio Pagliano, Giovanni Pagliarini, Odorico Politi, Eugenio Prati, Ernesto Rayper, Antonio Rotta, Paolo Salviati, Natale Schiavoni, Eugenio Scomparini, Giovanni Segantini, Ettore Tito, Giuseppe Tominz, Umberto Veruda, Antonio Zona.
 
Daniela Larentis – [email protected]

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