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«Passaggi di luce», Venezia 3-31 ottobre – Di Daniela Larentis

La mostra internazionale d'arte contemporanea curata da Loredana Trestin e Federico Caloi ha preso il via sabato 3 ottobre a Palazzo Zenobio, Dorsoduro

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Opera di Sigis Vinylism.
 
La mostra internazionale di arte contemporanea dal titolo «Passaggi di luce» è stata inaugurata innanzi a un folto pubblico sabato 3 ottobre 2015 a Palazzo Zenobio, Venezia, Fondamenta del Soccorso, Dorsoduro 22596, con la presentazione critica di Marica Rossi.
Cà Zenobio degli Armeni è un palazzo veneziano situato nel sestiere di Dorsoduro: progettato a cavallo del XVII e XVIII secolo da Antonio Gaspari, dal 1664 è divenuto sede della nobile famiglia degli Zenobio, ora di proprietà degli Armeni e sede di importanti mostre, concerti e ricevimenti.
L’evento culturale è promosso da Divulgarti e Artistivì, attraverso due persone d’eccezione, i presidenti delle due associazioni culturali: la curatrice Loredana Trestin, gallerista e curatrice di eventi legati all’arte, dal 2015 Direttore Artistico di Palazzo Zenobio, e il curatore Federico Caloi, critico ed esperto d’arte, conduttore della trasmissione televisiva dedicata all’arte Artistivì, assistiti da Medea Garrone e Barbara Cadei, rispettivamente responsabile dell’ufficio stampa e organizzazione generale.
 


 
Un tema, quello della luce, su cui si incentra l’evento inserito nel calendario degli eventi internazionali dell’Unesco (2015 International Year of Light) dal quale ha ricevuto il prestigioso patrocinio.
Promossa dalla sinergia di referenti privati e istituzionali coinvolti nel progetto a vario titolo, l’esposizione, patrocinata dal Comune di Venezia, sarà visitabile fino al 31 ottobre 2015.
Come sottolinea Federico Caloi nel suo intervento «il volere riferire alla luce, verte sulla riflessione creativa dell’artista contemporaneo intorno al fenomeno che genera tutto ciò che è oggetto dell’osservazione, che viene poi tradotta nell’oggetto/soggetto opera d’arte».
 

 
Spiega il curatore: «La contemporaneità, le sue forme, i suoi mezzi, i suoi media danno oggi possibilità alternative pressoché infinite e forse anche inesplorate di proposizione artistica, liberando l’artista dall’uso di mezzi tradizionali e portandolo a sperimentare, prima ancora del «fare arte», il mezzo creativo, funzione e veicolo del messaggio proposto e nuova realtà estetica.
«A questo punto diventa fattore comune solo la luce, mezzo attraverso il quale possiamo operare l’esperienza sensibile dell’osservazione, dell’opera d’arte.
«È dal tempo di Malevic, esattamente cento anni fa, che la trasformazione del linguaggio e quindi della percezione e della fruizione cambiano drasticamente e per sempre le regole e pensiero.
«Già nel 1917 ci pensò Duchamp a provocare, a stravolgere il pensiero dell’arte con il suo famoso gesto.
«È invece del 1926 il noto episodio nel quale una scultura di Brancusi viene bloccata alla dogana per non essere stata riconosciuta come tale.
«In sintesi, l’unico modo che rimane all’arte per essere osservata e fruita e non consumata velocemente, è quello di essere percepita come fenomeno generato dalla luce».
 

 
Loredana Trestin fa presente che divulgare la cultura dell’arte è un motore di crescita, ricordando poi che «tutti i grandi maestri della storia si sono riferiti all’arte come strumento di elevazione umana».
«Noi ci crediamo» aggiunge, facendo presente che uno degli obiettivi della mostra è anche quello di mettere in relazione l’arte e l’artista con il mondo dell’impresa «per ritrovare quel continuum che ha sempre dato energia agli artisti, a partire dal mecenatismo», osserva, sottolineando l’importanza di creare occasioni di confronto al fine di promuovere l’arte contemporanea e creare relazioni utili al business e alle persone.
L’evento realizzato dai due curatori conta sulla partecipazione dei seguenti sponsor: March (Bolzano), Studio Dr. Raniero & Associati & Associated Law Offices (Verona), Sedis Light Technology (Torino), Hera Art & Luxury (Vandoies, Bolzano), S.T.A. Di legno (Tassullo, Trento), Rizzolidesign (Gussago, Brescia).
 

Installazione di Mauro Liotto (particolare).
 
Molti gli artisti in mostra (vedasi l’elenco completo a piè di pagina); abbiamo avuto modo di scambiare due parole con alcuni di loro, a partire dall’architetto Guido Bottazzo, il quale ha realizzato un’importante opera intitolata «La ville», come lui spiega «le ville nella villa», che racconta di una particolare tipologia di architettura, quella delle ville venete.
Si parte da un edificio, sul cui tetto ne è individuabile un secondo, andando avanti con un gioco figurativo in cui la villa si ripete per ben sei volte.
È lo stesso artista a svelarne il significato, si tratta di un tributo al grande architetto del Rinascimento, Andrea Palladio, le cui magnifiche ville sparse nel Veneto testimoniano il suo genio architettonico: «Il concetto di villa veneta nasce con Palladio, siamo a fine Seicento, era una residenza ludo-ricreativa che consentiva ai signori veneziani, e non solo, di avere un’oasi di respiro fuori dalla quotidianità della città».
 

Rita Pierangelo - Trittico. 
 
Guido Bottazzo non è solo un pittore, è anche un eccellente designer (vincitore al Salone internazionale del mobile di Milano, ha studiato design in California).
C’è una componente artistica nel design, nel suo caso, con la tecnica che lui usa, le tavole, se viste in maniera decontestualizzata, possono essere considerate come opere d’arte astratte.
A proposito del disegno, lui fa presente che con il disegno si possono fare moltissime cose.
Sketching, design e paintings, tre modi offerti da Bottazzo attraverso i quali il disegno prende una forma. Lui può infatti realizzare dei disegni che aiutano le industrie a pensare nuovi prodotti o semplicemente nuove idee, può cambiare la realtà rendendosi conto che alcune funzionalità possono migliorare la qualità della vita delle persone, «queste cose le studi con il disegno», sottolinea, o può offrire delle emozioni, allora il disegno diventa arte, un’arte, la sua, che definisce «lenitiva», in quanto cerca di far sorridere, un’arte che trasmette un messaggio positivo.
 

Opera di Guido Bottazzo.
 
Il messaggio trasmesso, invece, dall’artista Rita Pierangelo è una denuncia al femminicidio, un tema ricorrente nelle sue opere.
Il trittico in mostra, intitolato «Assunzione», così come la performance presentata in occasione dell’inaugurazione, rimandano alle violenze perpetuate alle donne (di cui lei stessa è stata vittima), veicolando tuttavia anche il seme della speranza.
Uno degli argomenti affrontati in mostra è quello legato al cibo e al suo significato nel mondo occidentale, tema che troviamo nell’installazione di Mauro Liotto intitolata «Mutazioni e conflitto», un’opera che in modo provocatorio mostra forchette che non possono infilzare, bicchieri dai quali è impossibile bere, piatti che ricordano lo scolo dei lavandini, tovaglioli in carta vetrata e candele che non si accendono.
 

Opere di Carlo Busetti.
 
È lui stesso a raccontarci il significato dell’opera: «Il titolo rimanda al conflitto tra ciò che la natura può fornire e le quantità di cui ha bisogno l’umanità in continuo accrescimento.
«È paradosso tra l’abbondanza, lo spreco e la carenza e la fame del terzo mondo.
«È conflitto fra i sostenitori della ricerca genetica, degli OGM e sostenitori del BIO e ancora è opposizione e pluralità fra i vegetariani, vegani e onnivori».
Aggiunge poi: «Il cibo è piacere e convivialità, ma è anche disprezzo e insicurezza per tutte le patologie che può favorire (diabete, obesità, tumore) e per il danno alla nostra immagine che può provocare».
Altro significato hanno le opere di Laura Zilocchi, le cui opere partono da una ricerca storica e ripropongono una serie di alfabeti, un modo simbolico per rappresentare la donna, non attraverso il corpo, ma attraverso segni, simboli.
 

Opera di Sabrina Golin.
 
Presenti con le loro creazioni Hera art & Luxury, il brand altoatesino reduce dalla recente esposizione parigina, le cui finiture di pregio, come spiega Roland Raffin, titolare del prestigioso marchio (il design è firmato Edith Raffin), sono ottenute da una particolare lavorazione del legno (presentata in mostra anche la collezione che riporta la grafica dell’artista Carlo Busetti).
E di Carlo Busetti è il quadro retroilluminato esposto, affiancato alle creazioni proposte dal team DILEGNO che riproducono le sue opere: si tratta delle borse in pellemela, una pelle ottenuta dai residui di lavorazione delle mele che sta ottenendo grandi consensi (presente a EXPO 2015), e di quelle realizzate con gli scarti di lavorazione dell’azienda March, altro successo annunciato, tutte realizzazioni con materiali di recupero che vengono impiegati per ottenere oggetti di design, veri e propri oggetti d’arte che veicolano un messaggio di rispetto per l’ambiente.
Un’occasione, la mostra, che offre molti spunti di riflessione, l’opportunità per visitare anche una città unica al mondo, Venezia, la cui incomparabile bellezza è da tutti conosciuta e ammirata.
 
Daniela Larentis – [email protected]
  

Performance dell'artista Rita Pierangelo.
 
 Elenco artisti in mostra 
Grazia Barbi, Fulvio Bresciani, Giusy Brescianini, Carlo Busetti, Kiki Fleming, Domenica Laurenzana, Cristina Madeysky, Laura Zilocchi, Agnieszka Kurek, Roberto Carradori, Franco Cattapan, Mauro Liotto, Aldo Claudio Medorini, Tiziana Meola, Fiamma Morelli, Francesca Pettinato, Rita Pierangelo, Davide Tonato, Antonella Agnello, Maurizio Avi, Giuseppina Bascietto, Marisa Bellini, Sybil Bjarnason, Guido Bottazzo, Anna Ferrari, Sabrina Golin, Margaretha Gubernale, Vilma Landro, Paolo Marchesini, Luca Peroni, Elisabetta Roan, Luisa Vietti, Marco Zanrosso, Sigis Vinylism.
 

Opera di Laura Zilocchi - Sotto, la sala della mostra.

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