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BuCa, prossimo appuntamento: TecnoNart – Di Daniela Larentis

L’artista Carlo Busetti, in arte BUCA, sarà presente fra qualche giorno alla mostra-evento che si terrà a Sanzeno e che si protrarrà fino ad agosto 2015

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L’appuntamento con TecnoNart è ormai prossimo. La mostra-evento in cui tecnologia, natura e arte sono perfettamente coniugate e integrate tra loro nel rispetto dell’ambiente, della sua rappresentazione, del suo utilizzo e dei progetti ecosostenibili su di esso realizzati verrà inaugurata il 6 giugno presso il Centro Culturale d’Anaunia Casa de Gentili a Sanzeno (TN) e rimarrà aperta per tutto il periodo estivo, fino alla fine di agosto 2015.
Uno degli artisti in mostra sarà Carlo Busetti, in arte BUCA, il quale ha in serbo più di una sorpresa. Presenterà un’opera particolare retroilluminata intitolata BUCALUX, un’applicazione dell’arte digitale a un contenitore in legno di forma cubica (dallo sviluppo sia verticale che orizzontale), la quale potrà venir «accesa» di sera e che, oltre a essere un oggetto di design, racchiude un significato spirituale, in quanto la luce sta a significare la rivelazione di una verità nascosta nell’ombra, un’opera che sembra simboleggiare il pensiero di filosofi del passato, la concezione della somma luce di Dio presente in ogni individuo come «scintilla animae», un bagliore che rivela l’impronta divina in ogni essere umano, una piccola luce che rimanda a qualcosa di più grande.
 
Sarà poi presentata in anteprima la seconda applicazione dell’arte digitale su di una borsa artistica, la BUCABAG.
Si tratta di una creazione artistica il cui supporto non è carta né tela e nemmeno il pannello di alluminio o alucobond a cui Carlo Busetti ci aveva abituati, ma la pelle di una borsa che diventa opera, pensata e creata per poter essere indossata giornalmente anziché appesa alla parete come un quadro e realizzata in due versioni differenti.
Sarà quindi presentato il fiore all’occhiello, un progetto ecosostenibile che vede l’impego di un materiale ecologico innovativo, la «pelle mela», inventata, se così possiamo dire, da un imprenditore artista, un eclettico personaggio inserito nel tessuto economico-sociale altoatesino, l’ing. Albert Volcan, un ricercatore, costruttore, progettista concreto ma anche un creativo, al quale sta particolarmente a cuore la salvaguardia dell’ambiente (inventore anche della «cartamela», una carta ecologica riciclata dalle mele). 
 
Cliccando l'immagine che segue si avvia il filmato che ricostruisce il percorso artistico dell'opera.

 
Si tratta di un’opera stampata su di una piccola borsa realizzata con un materiale naturale da lui brevettato, la «pelle mela», un materiale molto versatile di derivazione non animale ottenuto dall’impego degli scarti del frutto, il quale può essere impiegato nella produzione di calzature, per esempio, e non solo.
Che incredibile frutto, la mela! Le mele non sono mai tutte uguali, ogni varietà ha una propria forma, un proprio colore, una propria fragranza e sia che si tratti della dolce Golden Delicious, dell’intensa Red Delicious, della fresca Granny Smith, della profumata Gala o di altre, tutte rappresentano a ogni modo un vero miracolo della natura: pensare di poter riutilizzare i loro scarti di lavorazione, le fibre vegetali in essi contenute, trasformandoli in oggetti che, in questo caso, grazie all’intervento di BUCA diventano poi opere d’arte, è tanto incredibile quanto straordinario.
Carlo Busetti parlandoci di questa creazione sottolinea: «Vogliamo far capire come sia possibile creare arte anche utilizzando un materiale di scarto come quello recuperato dalle lavorazioni delle mele, trasmettendo il messaggio della necessità di salvaguardare l’ambiente.»
 
Dare nuova vita a quello che è uno scarto di produzione è di per sé meraviglioso, trasformarlo in un’opera d’arte e invitare attraverso essa a sviluppare una sorta di saggezza ecologica, è a nostro avviso splendido. Indossarla è un punto di orgoglio.
L’opera di Buca realizzata con la pellemela inventata dall’ingegnere altoatesino sembra volerci trasmettere un importante monito: lasciamo in eredità alle generazioni successive il frutto delle nostre decisioni, trasformazioni in atto che potranno rivelarsi irreversibili, abbiamo quindi noi tutti delle responsabilità verso chi abiterà il nostro pianeta dopo di noi, verso i nostri figli, i nostri nipoti.
Occorre pensare alla Terra non solo in base a interessi personali immediati ma considerarla come un organismo pulsante la cui salute va salvaguardata, e l’arte può ispirarci e aiutarci a elaborare meglio questo concetto.
 
Pensando proprio alla Terra e al suo destino, ci piace concludere, in attesa di poter visitare TecnoNart, ricordando alcuni versi di una poesia di Erri De Luca, «Dicerie sulla terra», tratta dalla raccolta edita da Giulio Einaudi Editore intitolata Bizzarrie della provvidenza: «Ha molte spine ma nessun confine,/chiuderla nei recinti dietro i muri/è impresa vana:/la terra è vento e non si fa arrestare/Ha l’anima di polvere/e la tosse di cenere,/scatarro di vulcani/La terra è oggi, ma chissà domani…»
 
Daniela Larentis – [email protected]

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