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«Artèresistenza, i colori della libertà» – Di Daniela Larentis

A cura di Mario Cossali e Renzo Francescotti è stata inaugurata il 13 marzo nelle sale di Torre Mirana, Trento, e rimarrà aperta fino al 29 marzo 2015

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A Trento nelle meravigliose sale di Torre Mirana, Palazzo Thun, venerdì 13 marzo è stata inaugurata una mostra davvero molto interessante dal titolo Artèresistenza, a cura di Mario Cossali e Renzo Francescotti (rimarrà aperta al pubblico fino al 29 marzo 2015 nei seguenti orari: tutti i giorni dalle 10.00-12.00/16.00-19.00).
L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’A.N.P.I. Trentino in ricordo del 70° anniversario della Resistenza e della Liberazione.
Come puntualizza il presidente Sandro Schmid «l’impegno dell’associazione è rivolto alle nuove generazioni per far conoscere la storia della Liberazione».
Sue le parole riportate anche in catalogo: «Da queste opere arriva il profumo e il colore della libertà e della giustizia, di chi ha sofferto e di chi ha sperato, di chi è morto e di chi ha esultato e ancor di più di chi non resta indifferente oggi di fronte al richiamo dell’impegno morale e civile per la democrazia».
 

 
Presenti in sala anche due ex partigiani, Rodolfo Bragagna, conosciuto all’epoca con il nome di battaglia di «Antonio», e Corrado Pontalti, marinaio.
I 49 artisti in mostra (i nomi sono indicati a piè pagina) attraverso le loro straordinarie 51 opere sono stati invitati ad affrontare il tema della Resistenza.
Ricordiamo che l’Italia settentrionale rimase fascista e nazista dal settembre 1943 fino alla primavera del 1945, due anni o poco meno in cui il movimento partigiano si diffuse ovunque (gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia nel 1943, costrinsero il governo italiano alla resa e iniziarono la loro avanzata in Italia fino alla sconfitta definitiva tedesca, nel 1945).
Il periodo fra il 1943 e il 1945 fu il più difficile. Mentre gli anglo-americani risalivano la penisola, nelle zone controllate dai tedeschi i partigiani compivano azioni contro i fascisti e i nazisti, i quali a loro volta distrussero interi paesi.
Nel 1945 proprio grazie ai partigiani importanti città vennero liberate prima dell’arrivo degli alleati. Il movimento di resistenza che si sviluppò fu davvero determinate, una pagina della storia che non può essere certo dimenticata.
 

 
Come illustra Mario Cossali «la mostra è nata dalla conoscenza diretta dei 49 artisti in mostra», spiega poi che si è cercato di mettere assieme linguaggi molto diversi fra loro. «Il tema affrontato è quello più ampio della libertà» aggiunge.
«Questa mostra non è soltanto un omaggio alla Resistenza, all’attualità della Resistenza, è anche un omaggio all’arte, alla capacità dell’arte di essere resistenza» racconta al folto pubblico presente in sala.
Renzo Francescotti sottolinea la straordinarietà della mostra, a cui hanno aderito gran parte degli artisti trentini viventi e che ospita opere anche di grandi artisti del passato come il quadro di Aldo Schmid del 1962, un olio su tela intitolato Romancero della Resistenza spagnola.
«Una mostra in cui sono rappresentate tutte o quasi le fondamentali tendenze di questi ultimi cento anni».
 

 
L’esposizione è accompagnata da una splendida pubblicazione (edizioni Osiride), nella cui prefazione firmata dai due curatori, Mario Cossali e Renzo Francescotti, evidenziamo quanto segue.
«Ciò che sorprende e fa meditare è il fatto che i ventidue mesi della lotta di Resistenza (un periodo brevissimo quanto folgorante) abbiano prodotto, e continuano a farlo, un patrimonio culturale e creativo così imponente che è alimentato dal contributo di tutte le arti, dalla pittura e dalla scultura, dalla poesia al racconto e al romanzo, fino al teatro e al cinema.
«Si tratta di qualcosa che non ha precedenti, qualcosa di unico nella nostra storia, che ad esempio letteralmente surclassa ciò che ha prodotto in termini di arte e letteratura un periodo pur così determinante, durato un arco storico di alcuni decenni, come è stato il Risorgimento. Quali le ragioni?
«Si potrebbe disquisirne a lungo. Nel modo più sintetico diciamo che evidentemente la Resistenza concentra in sé tanti avvenimenti collettivi e individuali, tanta storia nazionale e internazionale, tanti sogni di libertà e tante tragiche repressioni, tanti accadimenti nuovi quali la partecipazione delle donne per la prima volta nella storia italiana, come nessun altro periodo storico precedente».
 

 
Qualche riga più avanti, sempre nella prefazione, Mario Cossali e Renzo Francescotti chiariscono così.
«I pittori e gli scultori che, a settant’anni dalla conclusione della Lotta di Liberazione, su nostro invito, hanno creato delle opere sul tema della Resistenza e sull’impegno quotidiano per le libertà che la memoria richiede, sono l’espressione e la testimonianza che il bisogno dell’uomo di libertà, di giustizia, di solidarietà è un bisogno insopprimibile e che l’arte è in grado di testimoniare questa dimensione con una fantasia ed una generosità senza confini».
Sottolineano poi: «Il tema generale è affrontato da questo folto gruppo di artisti con tecniche e con ispirazioni legate alle singole biografie culturali e artistiche, ha permesso di raccogliere un numero di opere molto più consistente del previsto, che è arrivato per certi aspetti a costituire anche uno spaccato significativo e vivace dell’arte trentina, irrobustito dalla presenza di due maestri che non ci sono più come Aldo Schmid, teorico dell’astrazione oggettiva e il futurista Vladimiro Tulli, comandante partigiano nelle Marche.
«Più di cinquanta opere, la maggior parte delle quali eseguite per l’occasione, che si muovono con disinvoltura tra le tecniche più diverse, ora con la pittura (figurativa, astratta, concettuale, informale, naif), con il disegno e con l’incisione, ora con la scultura (in pietra, in bronzo, in legno, in ceramica) vogliono essere protagoniste di una presenza che è insieme individuale e collettiva e che sottolinea con passione le possibilità, le potenzialità del gesto creativo nella promozione e nella difesa della dignità umana a qualsiasi livello…»
 

 
Più tardi cogliamo l’opportunità di chiedere a due degli artisti in mostra da dove abbiano tratto ispirazione nella decisione dell’opera da esporre.
Lo scultore Bruno Lucchi ci spiega che inizialmente la scelta verteva fra due opere, una pietà che però a causa delle grandi dimensioni è stata poi scartata, e, sempre restando nel tema della sofferenza legato alla guerra, l’opera intitolata Tenerezza coppia, una scultura in bronzo che rappresenta la famiglia, il cui ruolo è stato fondamentale durante la Resistenza.
Alcune donne, in particolar modo, hanno svolto un prezioso ruolo organizzativo e di supporto all’azione partigiana.
Matteo Boato ci rivela che la sua opera, un olio su tela dal titolo «Le Partigiane Ora e Veglia», è legata ai ricordi di storie sui partigiani, in particolar modo a quelli di due giovani partigiane di Castello Tesino, il paese adagiato nella conca dell’Altopiano del Tesino, in Trentino, lo stesso paese di sua madre (Veglia e Ora erano i nomi di battaglia di Clorinda Menguzzato e Ancilla Marighetto, uccise nel Tesino).
Durante le lunghe estati trascorse nell’edificio ritratto nel quadro, lui e la sorella ascoltavano rapiti i racconti legati alla Resistenza, le gesta di quelle due giovani che inseguendo un ideale morirono eroicamente, medaglie d’oro al valor militare.
51 opere davvero molto belle che meritano di essere ammirate.
 

 
Gli artisti in mostra sono: Franco Albino, Mariano Angelini, Giorgio Antinori, Caterina Benamati, Marco Berlanda, Sergio Bernardi, Matteo Boato, Osvaldo Bruschetti, Remo Callone, Mauro Cappelletti, Edgar Caracristi, Silvio Cattani, Claudio Cavalieri, Livio Conta, Paolo Dalponte, Renata De Pellegrini, Mirta De Simoni, Paolo Dolzan, Annalisa Filippi, Marisa Fontanesi, Alberto Forchini, Adriano Fracalossi, Maurizio Frisinghelli, Andrea Fusaro, Annamaria Gelmi, Paola Grott, Irfan Hozo, Alberto Larcher, Bepi Leoni, Luigina Lorenzi, Bruno Lucchi, Claudio Menegazzi, Lome (Lorenzo Menguzzato), Valentina Miorandi, Pierluigi Negriolli, Leonardo Nobili, Giuliano Orsingher, Carmelo Ossanna, Romano Perusini, Roberto Piazza, Gentile Polo, Annamaria Rossi Zen, Aldo Schmid, Fabio Seppi, Paolo Tartarotti, Livio Tasin, Vladimiro Tulli, Pietro Verdini, Paolo Vivian.
 
Daniela Larentis- [email protected]


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