Viviana Puecher e Maria Giovanna Speranza – Di Daniela Larentis
Le due artiste parteciperanno a TecnoNart, la mostra-evento che verrà inaugurata in giugno a Sanzeno, Trento
«Games», di Viviana Puecher.
Le due artiste trentine Maria Giovanna Speranza e Viviana Puecher hanno all'attivo parecchie prestigiose esposizioni in Italia e all'estero e presto parteciperanno a TecnoNart, l’evento che partirà a breve in Val di Non e che seguiamo con interesse.
Titolari dello Studio d'Arte Astrid Nova, portano avanti anche le attività dell'Associazione Area Arte La Musa su tre sedi (Pergine, Trento e Rovereto).
Pur avendo stili completamente diversi espongono spesso insieme, unite non solo dalla grande passione per la pittura, ma dal fatto di essere madre e figlia.
Anche per questo abbiamo scelto di intervistarle entrambe, saranno ambedue presenti a TecnoNart, la mostra che verrà inaugurata in giugno a Sanzeno, Trento.
Maria Giovanna Speranza.
Qualche informazione su Maria Giovanna Speranza, l'artista che trasferisce poeticamente sogni, desideri, ricordi e sentimenti sulla tela dando vita a un armonioso viaggio nel tempo e stimolando l’immaginazione del visitatore, il quale osservando i suoi quadri viene condotto in epoche lontane, tra dame dell'Ottocento e cavalieri, passando per tramonti infuocati e valli incantate, giungendo infine agli evocativi paesaggi fatti di baite e rifugi montani del nostro stupendo territorio.
Tra le ultime esposizioni di Maria Giovanna Speranza ricordiamo: «Contemporary Season», al Palazzo della Regione e al Centro Servizi Culturali S. Chiara (promossa dalla Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, ADAC-MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e Centro Servizi Culturali Santa Chiara), Manifesta7 Biennale Internazionale d'Arte Contemporanea, Viaggio nell'incanto dei profili montani a Folgaria (promossa dalla Magnifica Comunità di Folgaria), Ricordi, speranze, attese..., per la quale è stata anche vincitrice del concorso pittorico a essa legato e l' esposizione Folklore patrocinata da AMACI-Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani, per la Decima Giornata del Contemporaneo.
Nel 2013 viene inserita nell'ADAC-Archivio Artisti Contemporanei del MART-Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
E ora parliamo dell’artista Viviana Puecher. È un mondo di fiaba quello che scaturisce dalla sua fantasia, un mondo immaginario popolato da conigli giganti, cervi e caprioli che stanno in una mano, castori e molti altri animaletti che si rapportano amabilmente con le caratteristiche donzelle imbronciate, tipiche del lavoro pittorico di Viviana.
«La corrente è quella del pop surrealismo, il visitatore viene così proiettato in questo mondo fantastico nel quale tutto è possibile, dove la tematica forte è quella della natura che si rapporta all'uomo» dichiara lei stessa.
Viviana Puecher.
Tra i recenti interventi ed esposizioni dell'artista, citiamo: «Contemporary Season» presso Il Centro Servizi Culturali S.Chiara e il Palazzo della Regione a Trento (promossa dalla Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, ADAC-MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e Centro Servizi Culturali Santa Chiara), la partecipazione alla collettiva Giuseppe Sartori, un trentino alla corte di Andy Warhol alla Fondazione Galleria Civica di Trento (2012), la realizzazione dell'opera La strega del bosco, opera d' arte ambientale per Ledro Land Art, 5tapes / sense converter installazione video realizzata per l'evento inaugurale per l'apertura del MUSE-Museo delle Scienze di Trento.
Nel 2013 viene inoltre inserita nell'ADAC-Archivio Artisti Contemporanei del MART-Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
Quando è nata la passione per l’arte e per la pittura in particolare?
Puecher: «È nata già da quando ero bambina, ho avuto la fortuna di essere a stretto contatto con arte e creatività in famiglia, e già da piccolissima spesso lasciavo da parte i classici giochi e passavo il tempo disegnando e dipingendo, ho così imparato le basi delle tecniche pittoriche molto presto, proseguendo poi gli studi all'Accademia di Belle Arti».
Speranza: «La passione per l'arte l'ho sempre avuta fin da bambina. Da adolescente frequentai un college a indirizzo stilistico specializzandomi in ricamo e prêt-à-porter, quindi ho sempre lavorato creando modelli e utilizzando diverse tecniche per le illustrazioni. Ho ripreso poi in età adulta, su input di mia figlia, e la passione per la pittura ha prevalso».
Ci sono artisti che hanno in qualche modo influenzato il vostro lavoro?
Puecher: «Vado molto a periodi, fino a qualche anno fa i miei preferiti erano i surrealisti, Salvador Dalì e Rene Magritte per primi, poi i futuristi, e poi ancora i fiamminghi. Nel presente sono sicuramente influenzata dalla corrente del Surrealismo Pop».
Speranza: «Di artisti che ammiro ce ne sono parecchi. Mi lascio influenzare volentieri da Amedeo Modigliani e Pablo Picasso. Ci sono poi anche parecchi artisti francesi e americani che mi fanno sognare a occhi aperti, come ad esempio J. H. Fragonard e Dennis Miller Bunker».
Maria Giovanna Speranza.
Gli animali che lei dipinge, mi rivolgo a lei Viviana, hanno un significato simbolico, quale?
Puecher: «In realtà non sono gli animali in se ad avere un significato simbolico, ma piuttosto il contesto nel quale li inserisco, le dimensioni che assumono, e il modo di rapportarsi con l'umano. In quasi tutti i miei lavori recenti, tutte queste cose simboleggiano la forza della natura e, nonostante questa immensa forza, la sua necessità di protezione da parte dell'uomo».
Gli scorci e i personaggi di un tempo che lei dipinge, Maria Giovanna, hanno anch’essi un significato simbolico, quale?
Speranza: «Hanno principalmente un significato di memoria sociale e personale. Spaziando negli usi e costumi dei tempi andati, artisticamente parlando, non si possono non notare le tradizioni che erano in uso al tempo e che cerco di portare avanti, e che conseguentemente mi aprono nuove visioni del contemporaneo fortemente collegate al passato».
Quali sono i soggetti da cui traete maggior ispirazione?
Puecher: «I paesaggi di montagna, boschi, radure e laghi del nostro stupendo territorio.»
Speranza: «I soggetti che mi ispirano maggiormente sono dame, cavalieri, adoro le nature morte dai colori esplosivi che mi piace ritrarre dal vivo, utilizzando i fiori del mio giardino a me particolarmente cari. Prodotti vegetali combinati con oggetti poco affini a essi, paesaggi montani, boschi, laghi e castelli del nostro Trentino».
Secondo voi quale dovrebbe essere la funzione principale dell’arte contemporanea?
Puecher: «Bella domanda... Personalmente credo che dovrebbe risvegliare emozioni, senza troppo bisogno di spiegazioni riguardo al significato, ai perché e per come.
In un tempo come il nostro presente, nel quale l'informazione, la documentazione, la conservazione, le grandi motivazioni intrise di paroloni, sembrano essere quasi schiaccianti, penso che un ritorno all'opera che sa semplicemente smuovere l'animo e i pensieri, trasportando il fruitore in nuovi mondi fantastici, dove il tempo scorra più lento, sarebbe un bel traguardo».
Speranza: «L'arte contemporanea dovrebbe fungere da motore propulsore verso una curiosità che conduca alla ricerca, provocando nell' osservatore dell'opera emozioni e il desiderio di approfondire la propria conoscenza dell'arte e del mondo.»
Una domanda per Maria Giovanna, quali sono le tecniche che preferisce e per quali motivi?
Speranza: «La tecnica che prediligo è l'olio su tela, perché permette di lavorare sulla luce come nessun'altra. Cerco comunque di utilizzare la tecnica adeguata per ogni soggetto e per ogni dipinto, aggiungendo sempre un tocco personale con dettagli eseguiti in tecniche antiche, come la doratura, o mediante speciali paste acriliche e bitumi».
Quale messaggio esattamente desidera trasmettere attraverso le sue opere?
Speranza: «Cerco di trasmettere il mio desiderio di conservazione dei valori antichi, il rispetto per le tradizioni e il piacere della pittura nel senso più classico e accademico del termine, emozionando lo spettatore e conducendolo sulla via di un suggestivo folclore».
Viviana Puecher.
Da artista vincitrice del concorso «Ricordi, speranze, attese...», nel quale si creava un incontro tra arte e poesia con la finalità della pubblicazione di un volume, quali sono stati i lati più interessanti di questa esperienza?
Speranza: «È stato molto interessante trovarsi a lavorare pensando anche al rapporto tra arte e poesia... ogni opera d'arte ha una sua poetica che molto spesso descrivere con le parole risulta difficile se non addirittura impossibile. Io ho scelto di focalizzare, in questo caso, la mia attenzione sulle speranze, che è anche il titolo dell'opera, intese come moto positivo verso il futuro, che spesso facilmente arriva dai bei ricordi.»
Ora vorrei fare una domanda a Viviana. Lei e Michele Filippi avete realizzato insieme l’opera «La strega del bosco», può raccontarci come è nata l’idea e qual è il suo significato?
Puecher: «L'idea è nata in fase di sopralluogo. La Strega del Bosco nasce come opera site-specific, creata appositamente per lo splendido spazio di Ledro Land Art, per la quale è stata ideata anche la leggenda omonima.
«L'opera crea una nuova percezione dello spazio in cui è inserita e da qui deriva la natura sfuggente di questa scultura, in contrasto con la forte presenza corporea della stessa.
«In quel momento il nostro obbiettivo era narrare una storia discreta, innescando un pensiero fantastico, guardando all'essenza primordiale del tempo e dello spazio.»
Cosa rappresenta lo «Spirito della casa», la scultura firmata Michele Filippi e Viviana Puecher divenuta un po’ il simbolo di TecnoNart, la mostra-evento che si terrà a breve in Val di Non, in Trentino?
Puecher: «Lo spirito della casa, opera creata per il Centro Polifunzionale di Dambel, rappresenta per noi la metafora dell'uomo e del suo rapporto con la natura attraverso il filtro che li unisce e li separa, la casa. A ogni casa appartiene uno spirito diverso.
«Se essa è in armonia con la natura e con l'uomo, anche lo spirito sarà in armonia. Se lo farà in modo moderno, altrettanto farà lo spirito. La natura è grande, è il legno. L'uomo è piccolo ma forte, d'acciaio, come il piccolo cornetto che ha sulla fronte l'opera.»
Che messaggio avete voluto trasmettere attraverso quest’opera?
Puecher: «Un messaggio di rispetto reciproco tra uomo e natura. Il rapporto può essere sano e costruttivo per entrambi solo se l'uomo agisce correttamente. E' questa la sostenibilità.
«Con Lo spirito della casa abbiamo cercato di scartare qualsiasi aggancio a tutti quei luoghi comuni che inquadrano la scultura come arte decorativa, facendo affiorare così dall'opera, una sorta di enigma estetico che conduce inevitabilmente alla riflessione.»
Un’ultima domanda a entrambe, quali sono i vostri progetti futuri e sogni nel cassetto?
Puecher e Speranza: «Per il 2015 abbiamo già alcune esposizioni fissate; TecnoNart, la mostra-evento in cui verranno rappresentate Tecnologia, Natura e Arte perfettamente coniugate e integrate tra loro, che inizierà a giugno a San Zeno in Val di Non, la nostra bipersonale annuale a Pergine e in programmazione una bella mostra sull'Altopiano di Folgaria e la partecipazione ad Arte Padova.
«Un sogno nel cassetto...? partecipare alla Biennale di Venezia un giorno.»
Daniela Larentis – [email protected]
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