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Presentato il catalogo ragionato sull’opera di Luigi Senesi

A trentacinque anni dalla scomparsa dell'artista, il Mart presenta l'opera a cura di Anna Conte Senesi con Alice Bordin e Giulia Brunello

Risultato di oltre dieci anni di ricerche, il catalogo (edizioni Temi) presenta, riordinate e schedate, oltre mille opere di Luigi Senesi. A partire dalla vasta documentazione raccolta e conservata dall’artista stesso, ampliata negli anni dalla moglie Anna Conte, il volume contiene anche i risultati della recente campagna fotografica e le integrazioni dell’Archivio Senesi: progetti, bozzetti e riproduzioni fotografiche dei documenti andati distrutti o perduti.
Durante la presentazione del volume sarà trasmesso il documentario «I quadri hanno gli occhi di tutti i pittori. Una biografia» di Andrea Andreotti, prodotto da Film Work.
Il video racconta, attraverso il ricordo di amici, colleghi e parenti, l’avventura artistica di Luigi Senesi sullo sfondo dei due decenni, quelli degli anni ’60 e ’70, che hanno trasformato per sempre il concetto stesso di arte.
La storia di un percorso personale e coerente che ha portato l’artista ad abbandonare l'amata pittura di figura per approdare al colore puro.
 
Le due presentazioni sono state anticipate dalla mostra Luigi Senesi. La donazione al Mart che, fino al 31 agosto, rende omaggio all’artista con opere dell’ultimo periodo, recentemente entrate a far parte delle Collezioni del Mart.
Nel 2004, infatti, Anna Conte Senesi dona al Mart quattro opere (Intermedio cromatico, Progressione contrasto di due secondari e Progressione-intermedia V.A. e l’intero corpus di Circolarità rotatoria. Progressione in 36 tonalità cromatiche).
Alla donazione segue il deposito di diciannove lavori realizzati tra il 1965 e il 1978, che completano il percorso dell’attività artistica di Luigi Senesi.
Sempre nel 2004, il deposito della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e il deposito ITEA arricchiscono ulteriormente il consistente nucleo con due tele di grandi dimensioni: «Intermedio cromatico, Grande pulsazione rossa».
 
La mostra ha idealmente seguito e approfondito la recente esposizione «Luigi Senesi. De pictura» presentata lo scorso inverno a Pergine Valsugana, città natale dell’artista, curata da Roberto Festi in collaborazione con il Mart.
Mentre la mostra a Pergine presentava le produzioni più lontane, indagando il periodo della formazione di Senesi, la mostra al Mart presenta il punto di arrivo di una tra le ricerche artistiche più originali e interessanti dell’arte contemporanea italiana.
Alla scoperta di un percorso artistico e umano profondo e coerente, nel mondo del colore, della luce e della percezione.
 
Trascorso un lungo periodo dalla prematura scomparsa dell’artista, nel 2014 il catalogo, il documentario e le due mostre costituiscono l’occasione per riflettere, attraverso una necessaria distanza temporale, su quello che oggi rappresentano la pittura di Senesi e la sua capacità di cogliere autentiche forme di ispirazione strutturalmente organizzate e immateriali riferimenti cromatici.
Alcuni aspetti della sua opera mantengono tutt’oggi una grande vitalità e importanza: il tema della riflessione sulla tela bianca, il rapporto tra arte e filosofia, quest’ultima intesa come metodologia di ricerca, il tema della moralità, dell’operatività artistica e infine il tema della bellezza come valore autonomo.
Mostre e catalogo offrono gli strumenti per capire la sua trasformazione, in un momento in cui la memoria impreziosisce ed evidenzia la storia dell’artista, cambiando la nostra prospettiva nel conoscerla, commentarla e discuterla.
 

 
 Luigi Senesi
L’artista nasce il 13 febbraio 1938 a Pergine Valsugana, in provincia di Trento, al termine delle scuole dell’obbligo inizia a frequentare il corso di decorazione pittorica dello scultore e intagliatore Ruggero Rossi.
Prosegue gli studi all’Istituto d’Arte di Trento e nel 1958 si diploma in pittura murale e affresco seguito al Magistero dell’Istituto d’Arte di Firenze sotto la guida del maestro Renzo Grazzini.
Inizia ad esporre in importanti collettive, partecipa al Premio Nazionale di Pittura Primavera di Firenze e alla III Mostra Nazionale d’Arte giovanile di Roma. Terminati gli studi, ritorna a Pergine Valsugana, dove insegna educazione artistica.Per motivi di studio, nel 1963 soggiorna in Svizzera dove allestisce una personale, a Flawil, nel cantone di San Gallo. Nello stesso anno partecipa alla Mostra d’Arte Contemporanea Artisti Trentini al Palazzo delle Esposizioni di Roma, organizzata dal Sindacato Artisti Belle Arti.
 
Il processo formativo di Senesi avviene in maniera graduale e costante.
La sua indagine si muove verso una rappresentazione sempre meno legata al dato oggettivo, la figura umana è bloccata entro forme geometriche e assomiglia a un’apparizione del colore. In occasione della sua prima personale nel 1967alla Galleria Il Traghetto di Venezia, i lavori presentati hanno il colore come principio e mezzo insostituibile per costruire forme, spazi e apparizioni.
Negli anni settanta l’elemento chiave della sua pittura sono i simboli: il cilindro, un’immagine di forma elementare che viene inserita, stavolta, in uno spazio reale e neutro, all’interno del quale appaiono motivi figurativi che alludono a finestre, o delimitazioni e proiezioni di piani tratteggiati. In seguito inizia il processo di metamorfosi dei cilindri, che è causato o dall’urto con elementi della realtà o per processo spontaneo. Sono anni cruciali per Senesi, il quale intraprende la seconda fase del suo percorso artistico, indagando con sempre maggiore forza e intensità espressiva il mondo del colore, della luce e dello spazio.
 
La sua opera si evolve significativamente: tralascia perciò le forme fantastiche dei Plurisignificanti per dedicarsi interamente ad esperienze e studi sugli elementi colore-luce, superficie-spazio e sui fenomeni insiti nella percezione.
Esegue la serie delle Gradualità segniche, successioni cromatiche, dove i soli protagonisti sono appunto la luce e il colore. Ogni idea di figurazione viene abbandonata in favore di variazioni cromatiche di due o tre differenti colori. In quest’opera  trova chiara espressione il problema della soggettività del colore, quale rappresentazione psichica di una caratteristica fisica delle radiazioni.
A partire dal 1976, nella produzione artistica di Senesi, il dipinto non è più supporto a un modello, ma un fantasma cromatico. Il quadro diventa uno spazio analitico, uno spazio critico, che implica un diverso rapporto con lo stesso anche da parte di chi guarda, costretto a mettersi in cammino lungo queste linee, che mettono in crisi il vedere attraverso l’inquietante logica della ripetizione.
Senesi è costantemente alla ricerca di una realtà pittorica nuova, oggettiva, ma che investe anche la questione della soggettività.
 
Nel 1976 Senesi dà vita insieme ad altri artisti trentini al Movimento di Astrazione Oggettiva: Mauro Cappelletti, Diego Mazzonelli, Gianni Pellegrini, Giuseppe Wenter Marini e Aldo Schmid.
Nel 1977si dedica soprattutto alla realizzazione del Postcromatico, la grande opera incisoria, che mostra al tempo stesso i medesimi elementi della pittura e considera il colore come un’emanazione dello spazio e lo spazio come una proiezione del colore.
Muore condividendo il tragico destino con Aldo Schmid il 15 aprile 1978 in un incidente ferroviario sull’Appennino bolognese, mentre si reca a Firenze per una personale alla Galleria L’Indiano.
Già dal 1980, in seguito alla mostra antologica organizzata nella sede di Palazzo delle Albere di Trento, il museo decide di acquistare alcune opere di valore di Luigi Senesi, quali Trasparenza O/S RVG BA, Intermedio cromatico, Analitico nella chiarezza e Postcromatico.

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