«Hortus memoriae», mostra personale dell’artista Paolo Vivian
Composta da una trentina di opere verrà inaugurata il 16 luglio 2014 a Sofia, Bulgaria
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Dopo il grande successo di Varna (Bulgaria) durante «Contempo», il festival internazionale dell’arte contemporanea, l’artista Paolo Vivian sarà presente a Sofia, Bulgaria, il 16 luglio 2014, dove verrà inaugurata la sua mostra personale dal titolo «Hortus memoriae».
L’evento è realizzato con il patrocinio del Comune di Varna, il programma «Varna 2019»e grazie al supporto economico dell’Istituto Italiano di Cultura - Sofia e il Fondo «Cultura» del Comune di Varna.
I partner del progetto sono: la Galleria Graffit, la cui direttrice è Petra Dimitrova, la fondazione Raya Georgieva, la compagnia assicurativa Armeec, la Bulgaria Air, Devnya Cement (Italcementi group), Diter Hotel/Ristorante.
La mostra dell’artista nato a Serso, Trento, nel 1962 (vive a Palù di Fersina) è composta da circa 28 opere: sculture e installazioni, frutto del lavoro creativo dell'artista negli ultimi anni, ed è accompagnata da un catalogo con i testi critici di Anna Amendolagine, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Sofia, e Dora Doncheva, curatrice del progetto.
Vivian gioca con i concetti e affascina i visitatori in un percorso personale, utilizzando tecniche mnemoniche del pensiero associativo, già conosciuti dagli antichi trattati metafisici e dell'ermeneutica contemporanea.
Il suo giardino della memoria è abitato da archetipi e modelli della modernità, parte della vita della grande famiglia europea.
«Uso il passato per progettare il futuro vivendo nel mio presente», dichiara l’artista, il quale a proposito del suo modo di concepire l’arte ha affermato: «L'arte ci permette di rendere presenti, visibili e toccabili, energie e spiritualità che sono prima dell'uomo».
«L’uomo stesso e la natura sono la risultante dei giochi misteriosi e onnipotenti di queste energie, che sono pervase dalla Memoria Collettiva che genera energia e si genera dal pensiero, dalle intelligenze, dal fare degli uomini e dal muovere della natura.
«Sentirmi parte di questi giochi, poterne sfiorare le essenze e per qualche destino divino, materializzarne il linguaggio, è per me motivo di vita. Prima di noi le Anime collettive hanno impresso in tutto ciò che era imprimibile, la loro Memoria.
«Memoria collettiva che a volte si materializza in forme somiglianti a qualcosa, qualcosa che non conosciamo ma che sentiamo nostro. Spostando solo di poco la nostra percezione della realtà possiamo, abbandonandoci all’arte, conoscere la verità.
«È questo ciò che cerco, entrare in sintonia con le energie e farmi attraversare da loro per lasciare la loro memoria impressa nella materia. Legno e Pietra che hanno attraversato il tempo e nel tempo hanno lasciato dei segni, delle memorie…».
Le sue opere sono state presentate nel programma di Vilnius - Capitale Europea della Cultura 2009; in occasione delle celebrazioni del 100 anniversario dalla fondazione della città di Differdange, nei progetti internazionali «L’angolo degli eroi», Budapest, «Art&Nature» - sotto l’egida della Regina olandese, «Off-ON» progetto di scultura Amburgo, «L’irrompere della vita», Museo della Porziuncola, Assisi, «Mitologia del legno», Spazio Klien e Castello Ivano, Borgo Valsugana, Italia, Biennale internazionale dell’arte visuale, Bulgaria, «Exi[s]t», Varna.
Conta più di 10 mostre personali in gallerie private ed istituzioni culturali in Italia, Bulgaria e Lituania (Palazzo Ducale, Genoa, l’Abbazia agostiniana, Bolzano, Palazzo Libera, Villa Lagarina, la galleria Artstudio, Ravenna, la galleria Aktus Magnus, Villnius, Galleria Bulart, Varna etc.).
Le sue opere monumentali fanno parte di collezioni pubbliche nei Paesi Bassi, Lussemburgo, Norvegia, Italia, Germania, Polonia, Austria, Francia, Bulgaria ed altri.
Ha vinto molti premi per la scultura in Italia e all’estero.
È stato direttore artistico e curatore di progetti internazionali di scultura su legno e pietra in Italia; ideatore e fondatore della rete internazionale degli artisti sKulturclub.
Nell’arte di Vivian la memoria collettiva ha una forma laconica e una direzione verticale.
«L'opera è il risultato di sensazioni alle volte a me estranee, provenienti dal fuori, – ha dichiarato Paolo Vivian. – Poi dentro sembrano mie, ma non lo sono e le restituisco materializzandole in totemiche espressioni verticali, dalla terra al cielo, in questi totem si addensano pensieri e parole, catalizzate dalla materia, dal colore, dai contenitori di memorie e dalle memorie contenute.» E per quanto riguarda la mostra, ecco ciò che ha scritto in catalogo la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Sofia.
«Non dubitiamo nemmeno per un attimo che la mostra di Vivian sia un incomparabile giardino di bellezza coltivato ad arte che rimarrà impresso a lungo nella memoria collettiva della Bulgaria.»
Daniela Larentis
[email protected]
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