Quali doti deve avere un leader? – Di Daniela Larentis
I «consigli» di un imprenditore di successo: Donald J. Trump
Nel libro intitolato «I segreti del successo secondo Donald J. Trump» (edito da Rizzoli, a cura di Francesco Bogliari) viene svelato come sfondare nella vita e avere successo seguendo i consigli di un uomo che incarna il sogno americano negli affari, Donald Trump, il famoso imprenditore newyorchese figlio di un facoltoso imprenditore edile.
Egli è un magnate americano del business, fra le varie cose comproprietario del Palm Trump International Hotel and Tower sito a Dubai, possiede numerosi campi da golf e resort (è anche l’amministratore delegato e presidente della Trump Organization ed è stato proprietario anche dello storico Hotel Plaza di New York), oltre a essere famoso come conduttore di un seguitissimo programma televisivo e come scrittore.
Le sue vicende sentimentali sono note a molti: sposato tre volte con donne famose (chi non ricorda Ivana Trump?), ha cinque figli e la sua fama di «sciupa femmine» lo precede.
Pur avendo passato momenti finanziariamente pesanti, egli ha avuto la capacità di risollevarsi ogni volta, anche quando gli avversari lo davano per spacciato.
Possiede tuttavia una visione della vita molto semplice e forse proprio per questo vincente: egli è convinto che tutti possano con un giusto approccio mentale affrontare qualsiasi problematica e risolverla al meglio.
Ma quali doti deve avere un leader secondo Trump?
Innanzitutto lui è convinto che occorra possedere un forte spirito di adattamento e poi un gran dose di flessibilità, nonché saper cavalcare le onde e non montarsi mai la testa, pur avendo fiducia in se stessi. Importante è amare il proprio lavoro e saper seguire l'istinto. Fondamentale è saper incanalare l'ira ed essere leali.
Un'altra capacità necessaria è saper vivere sotto pressione senza farsi vincere dalla paura.
Naturalmente lui è dell’opinione che sia assolutamente necessario aggiornarsi continuamente, processo che deve accompagnare l'intera esistenza di ognuno.
In ogni persona devono convivere sia il pensiero che l'azione, in un continuo alternarsi dinamico.
La passione deve andare a braccetto con la volontà di non mollare mai, a cui aggiunge l'intransigenza verso se stessi.
Ecco cosa si legge a pag. 5 nella sezione “Le doti del leader”: «La fiducia è un po’ come la saggezza. Le persone possono aiutarti lungo il percorso a fartela acquisire, ma devi soprattutto svilupparla personalmente».
E poi un po’ più avanti: «L’autocompiacimento fa male. Ricordatevi che il vostro successo e tutte le cose positive che vi accadono sono un risultato diretto del vostro sforzo; avete un luogo in cui vivere perché ve lo siete guadagnato e avete dei beni perché ve li siete guadagnati. Diventare presuntuosi o troppo sicuri di voi può portarvi direttamente a un crollo. Lo so perché mi è successo.»
Parla poi dell’istinto esortando a fidarsi di questo impulso naturale che noi tutti abbiamo sperimentato almeno qualche volta nel corso dell’esistenza.
A pag. 7 si legge questo: «Abituatevi ad ascoltare l’istinto. Esercitate questa competenza e mettetela alla prova nelle decisioni di routine. Imparate a fidarvene.
«Acquisterete un vantaggio effettivo, sia nella vita lavorativa sia nella vita personale.
«Usate questa competenza per scegliere una donna da invitare fuori o una babysitter a cui affidare i vostri figli, che sono entrambe decisioni importanti.»
Ha una precisa idea anche di come comportarsi nel caso in cui ci si venga a trovare nella situazione di dover mettere la parola fine a qualche esperienza.
Ecco cosa dice a riguardo (pag. 9): «Talvolta lavori più duramente possibile a qualcosa che non produce buoni risultati. La domanda è: come sai quando rinunciare?
«Di solito tengo duro fino in fondo più a lungo di quanto farebbe la maggior parte della gente in una situazione simile; per questo spesso riesco là dove gli altri non riescono. So anche che qualche volta devi gettare la spugna….»
Per quanto riguarda la fedeltà a se stessi ecco cosa l’esuberante imprenditore pensa (pag. 19): «Dovete decidere per che cosa volete essere conosciuti. Dovete essere fedeli a voi stessi. Dovete soddisfare voi stessi in primo luogo…».
Sull’apprendimento attraverso gli errori (degli altri) Trump ha una convinzione, espressa a pag. 27: «Il miglior modo di imparare è studiare la storia dei successi e degli insuccessi che caratterizzano il vostro settore.
«La formula del sapere è il miglior modo di imparare, perché apprendere dagli errori altrui è più rapido e più semplice che commetterli personalmente…».
Ha anche le idee molto chiare sul concetto di slealtà. Ecco cosa si legge a pag. 64: «Una persona sleale può distruggere un’azienda. Se ne incontrate una, liberatevene immediatamente: non funzionerà ne ora né mai. Non c’è niente di peggio della slealtà.»
Nel libro sono contenuti molti altri pensieri interessanti, alcuni condivisibili altri decisamente meno, da ultimo ecco qual è la sua riflessione sulle donne (pag. 115): «Le donne con cui mi sono accompagnato nel corso degli anni avrebbero potuto avere tutti gli uomini che volevano. Sono top model e alcune tra le donne più belle del mondo.
«Sono riuscito a farmele tutte perché ho qualcosa che gli altri uomini non hanno. Non so che cosa sia…»
Concludo l’articolo con questo atroce dubbio, già, perché cosa avrà mai il ricchissimo Donald J. Trump che gli altri uomini non hanno, c’è da chiedersi.
Cosa avrà mai più degli altri questo «povero» miliardario?
Sarà l’intelligenza, la profondità d’animo, forse la tenacia, il sex appeal o la simpatia?
La sua ingenuità (o il suo smisurato ego) lascia basiti, tanto che vien da dire che in quanto a perspicacia…
Daniela Larentis
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