Una badessa davvero geniale! – Di Daniela Larentis
Hildegard von Bingen fu una donna eccezionale e perfino i potenti della sua epoca la tennero in gran considerazione
In un incantevole libro intitolato «Eva e la rosa – Storie di donne e regine di fiori» (edito da Vallecchi), l’autrice, la scrittrice e giornalista Claudia Gualdana, parla, scrivendo magistralmente in prima persona, di dieci donne affascinanti vissute fra il XII secolo e il XX secolo, una delle quali è Hildegard von Bingen, la famosa mistica tedesca vissuta nel XII secolo.
Nata da genitori di nobile lignaggio (i Bermersheim, ricchi possidenti terrieri) a circa 30 chilometri da Magonza, nell’Assia Renana, entrò in convento che era ancora una bambina, crescendo nell’osservanza della Regola benedettina, e una volta diventata adulta divenne badessa, per poi fondare un monastero.
Donna di grande intelligenza e di spiccata umanità, in un mondo dove il ruolo femminile non era certo molto considerato, fu tra l’altro anche una gran conoscitrice di erbe e rimedi naturali.
Ecco cosa si legge a pag. 65 del libro.
«La tua mente era quella di un genio, l’anima altissima, ma eri solo una donna, pertanto appartenevi alla terra e per te contavano prima di tutto i risultati. Mi rallegra immaginare te, presto santa venerata e veggente straordinaria, Mistica e Teologa con le maiuscole, vagare in compagnia dei tuoi sodali tra i boschi renani in cerca di rimedi, proprio come la semplice erborista di un’oscura contrada tedesca.»
Questa straordinaria monaca anticonformista nella sua vita non fu solo una religiosa e una naturista, ma una guaritrice, una scrittrice (fra i numerosi suoi scritti, il libro profetico Scivias, tanto per citarne uno), una drammaturga, una poetessa, una musicista e compositrice, una filosofa, una profetessa e perfino una consigliera politica (lei sentiva fortemente il compito di scuotere le coscienze del suo tempo).
A pag. 62 a tale proposito si legge così.
«Ma i potenti della terra credevano alle tue parole. Molti si misero in marcia per raggiungere il monastero che avevi fondato a Eibingen, sul Reno. I papi Eugenio III, Anastasio IV, Adriano IV, Alessandro III, e il conte di Fiandra, Filippo d’Alsazia, ti scrivevano lunghe lettere.
«Anche Eleonora d’Aquitania, due volte regina, musa dei poeti detta lussuriosa e di incantevole bellezza, ti scrisse perché portassi un po’ di luce nel rompicapo che fu il suo cammino tortuoso sulle strade del mondo, reso gravoso da un prestigio ingombrante.
«Giunse fino a te una lettera con i sigilli dell’impero. Corrado III chiedeva lumi sul destino della sua stirpe.»
Nel 2012 è stata dichiarata da papa Benedetto XVI «Dottore della Chiesa», un titolo eccezionalmente attribuito dalle autorità ecclesiastiche alle personalità religiose che si distinsero per le loro opere letterarie e per la loro eminente dottrina (pare sia conferito solo postumo e dopo il processo di canonizzazione, ossia la dichiarazione ufficiale di santità).
A pag 64 ecco cosa si legge a proposito di Bernardo di Chiaravalle.
«Accettavi con l’umiltà dei grandi gli elogi di Bernardo di Clairvaux, santo dei santi che un giorno Dante avrebbe scelto come guida negli ultimi cieli del Paradiso. San Bernardo credeva in te ed era certo della tua prossimità con il Signore.»
Celebri furono le sue numerosissime visioni (iniziate già da bambina), che ella raccolse in dettagliati manoscritti e resoconti illustrati. Inoltre quello che affascina particolarmente è la cosiddetta lingua ignota da lei stessa inventata, che utilizzava un alfabeto di 23 lettere (le «ignotae litterae») e che rappresenta una delle più antiche lingue artificiali fino ad ora conosciute (ecco perché è considerata oggi come la patrona degli esperantisti, ossia coloro che studiano l’esperanto, una lingua «pianificata», creata nel XIX secolo allo scopo di facilitare la comprensione e il dialogo fra le nazioni).
Anche se non si è ancora capito quale sia stato l’esatto utilizzo di questa lingua, il solo averla inventata fa intuire quanto creativa e geniale sia stata la badessa Hildegard, una donna incredibile, la cui vivacità intellettiva lascia davvero ammutoliti e pieni di stupita ammirazione.
Daniela Larentis
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