Quando l’amore è più grande della saggezza – Di Daniela Larentis
Nel racconto di Oscar Wilde l’amore è perfino più grande della ricchezza, ma ha un triste epilogo
«Il pescatore e la sua anima» è un racconto di Oscar Wilde, che narra la storia di un pescatore perdutamente innamorato di una bellissima sirenetta.
Ne è talmente infatuato che decide di inseguirla nelle profondità del mare, ma per farlo deve liberarsi della sua anima, poiché gli abitanti marini non la possiedono.
Cerca quindi consiglio da un prete, il quale scandalizzato dall’idea di liberarsi della parte più nobile dell’uomo lo allontana disgustato. Prova poi a chiedere il parere di un mercante, che però gli dice chiaramente che l’anima non potendo essere venduta non vale niente.
Si rivolge infine a un’intrigante strega dai capelli rossi, con la quale è costretto a ballare una danza orribile.
Lei gli confessa che l’anima altro non è che quella che gli umani chiamano ombra e gli consegna un inquietante coltellino con il quale poterla recidere.
Così il pescatore scaccia la sua anima e si tuffa fra la spuma del mare. L’anima vaga senza cuore per il mondo.
Ogni anno torna dal pescatore e gli propone di riunirsi a lei, suggerendogli in cambio prima la saggezza acquisita e poi la ricchezza, ma il giovane rifiuta ogni volta perché è convinto che l’amore della ragazza valga più di tutto.
Il terzo anno l’anima ritorna e gli racconta di aver incontrato una ragazza che danza a pieni nudi con estrema grazia.
Il pescatore, poiché la sua amatissima sirena non possiede i piedi e non può quindi ballare, è attirato dall’idea di poter vedere la fanciulla e segue l’anima, che rientra in lui.
Insieme vanno a cercarla.
L’anima però non riesce a intrufolarsi nel suo cuore; esso grazie all’amore infinito per la ragazza si è reso compatto e inaccessibile.
Dotato di un’anima senza cuore il giovane inizia a peregrinare per il mondo, compiendo le azioni più abbiette. Poi però decide di tornare dalla sua sirenetta, torna alla baia e prova a chiamarla, ma lei non risponde.
Si costruisce così una capanna e rimane là in attesa del suo amore, fino al tragico epilogo.
Il pescatore scorge sulla riva il corpo inerme della sua amata e nel mare in tempesta si lascia morire, mentre il suo cuore si spezza dal dispiacere, creando un varco attraverso cui l’anima riesce finalmente a entrare.
Questo racconto di Wilde è molto interessante e fa riflettere sulla natura umana, sui suoi desideri più profondi, sulle contraddizioni del mondo.
L’uomo è disposto a liberarsi della propria anima con superficialità, per poi ritrovarla attraverso la sofferenza, ma è anche capace di sentimenti profondissimi, assoluti.
Perché l’amore, in fondo, è davvero l’arma più potente del mondo.
È ciò che noi tutti, più o meno consapevolmente, desideriamo. E per ottenerlo siamo davvero capaci di tutto, talvolta anche a perdere noi stessi e la nostra anima.
È solo un po’ triste pensare che l’amore fra la sirenetta e il pescatore, appartenenti a due mondi, quello acquatico e quello terrestre, completamente diversi per natura, non sia andato a buon fine.
Ma il solo fatto che possa essere esistito, e che si sia trattato di un amore così profondo, lo rende sorprendentemente grande e per questo degno di essere vissuto.
Daniela Larentis
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