Festa in Piazza A. Vittoria – Di Daniela Larentis
Domenica 22 dicembre dalle 10.30 alle 13.00, polenta, crauti e luganeghe e gli auguri di Natale in allegria
Sotto le feste di Natale è bello riscoprire il gusto delle tradizioni, magari fermandosi a comprare qualche prodotto tipico, frutta e verdura di prima qualità, del pesce, dei latticini, dei salumi e degli affettati particolari, dell’ottima carne, del pane fragrante e chi più ne ha più ne metta (anche il kebab per chi volesse provare qualcosa di diverso).
Delle friselle al pomodoro, per esempio, che Gaspare offrirà unitamente alla sua squisita cortesia, o i panzerotti, quelle mezzelune di pasta di pane fritte servite caldissime, dei pezzi di polenta fritta bollente e croccante chiamati «sgagliozze», le «pucce» salentine, gli stuzzichini e i crostini, i dolci e qualche altra specialità che non avevamo mai avuto occasione di assaggiare.
Il Consorzio Piazza A. Vittoria, grazie alla disponibilità della Circoscrizione «Centro Storico» che ha collaborato per la realizzazione dell’evento, organizza domenica 22 dicembre dalle 10.30 alle 13.00 la «Festa in Piazza Vittoria», durante la quale verranno offerti polenta, crauti e luganeghe (vedere locandina).
Sarà un momento di condivisione, un’occasione in cui, oltre a far rifornimento di qualche leccornia magari da esibire durante il pranzo di Natale, ci si potrà trovare per scambiarsi gli auguri in una delle piazze più centrali della città.
E a proposito di tradizioni, c’è un libro molto bello intitolato «L’antico focolare – 690 ricette dell’Ottocento da riassaporare» (di Giulia Lazzari Turco, Reverdito Editore) che parla proprio di ricette antiche (ci fa conoscere sia le abitudini alimentari del tempo che la realtà economico-sociale di allora, non solo d’Italia, ma di buona parte dei Paesi della Mitteleuropa).
L’autrice trentina, scrittrice, pungente giornalista e donna bella ed estroversa (1848-1912), fra i vari interessi coltivava anche quello della cucina, infatti.
Ecco una delle ricette da lei proposte nel libro che, è il caso di dirlo, si divora (pag. 136).
Cavolo verza. Diverse maniere di prepararlo.
Alla casalinga.
Lessate alcuni minuti le foglie di verza nell’acqua salata bollente, spremetele e trinciatele bene, mettetevi quella quantità di pepe che bramate, un po’ di sale se occorresse, e fatele soffriggere adagio una trentina di minuti in una cazzarola dove avrete riscaldato prima dell’olio, e poi un pezzetto di burro.
Potete aggiungervi anche una fesa d’aglio che poi leverete.
Col lardo.
Preparate le verze come per la precedente ricetta, mettetele in una cazzarola dove avrete disposto uno strato di lardo pesto e di prezzemolo trito fino e un paio di fese d’aglio che poi leverete a metà cottura cioè dopo 30 minuti circa.
Alla cappuccina.
Riscaldate dell’olio in una cazzarola, unitevi un pezzetto di burro, due cucchiai di prezzemolo trito, due sardelle diliscate e pestate fine.
Soffriggete ogni cosa, mescolatevi le verze lessate come nella prima ricetta, asciugate e trinciate, aggiungendo sale e pepe; fatele cuocere lentamente, bagnandole, se occorresse, con un po’ d’acqua o di brodo.
In insalata, cotte.
Lessate 30 minuti le foglie ben lavate di verza nell’acqua bollente salata, le spremerete entro un panno e le disporrete senza trinciarle in una insalatiera che avrete soffregata con una fesa d’aglio per poi condirle con olio, aceto, sale e pepe.
In insalata, crude.
Ben lavate e tagliuzzate a fine listarelle, le condirete come dicemmo sopra e, volendo dar loro un sapore più piccante, sarete parchi col sale e pesterete invece una sardella diliscata coll’olio.»
Concludo con una sua citazione che apre il capitolo: «rispetti, dispetti e sospetti guastano il mondo».
Daniela Larentis
[email protected]
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