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Talvolta, il triste viaggio della vita – Pensiero di Daniela Larentis

«Rialzarsi dopo l’affondo di una delusione improvvisa non è certo facile, ma una tranquillità interiore può restituire una voglia di vivere»

Il Temeraire, un vecchio ed elegante veliero reduce da una battaglia napoleonica in cui si era particolarmente distinto, viene trainato per essere demolito da un massiccio rimorchiatore nero, che lo accompagna sputando fumo e fuliggine nel suo ultimo triste viaggio.
Sullo sfondo, lo struggente tramonto di un sole opaco segna la fine di un’epoca, quella delle navi da guerra, sostituita da quella che vedrà protagoniste le giovani navi a vapore e simboleggiata da un’evanescente luna che si scorge a fatica dentro un cielo appena striato di giallo.
 
Il quadro «Fighting Temeraire» di Joseph Mallord William Turner (1775-1851) venne mostrato alla Royal Accademy nel 1839, accompagnato da alcuni versi del poeta Thomas Campbell «The flag which braved the battle and the breeze/ No longer owns her» (La bandiera che affrontò la battaglia e la brezza/ più non la governa), tratti da «Ye Mariners of England» (O marinai d’Inghilterra) e ora è esposto a Londra nella National Gallery.
 

 
Questo dipinto, che evoca l’inesorabile declino che attende ogni essere umano, risveglia in chi lo osserva una miriade di sensazioni diverse, fra cui la malinconica consapevolezza dell’ineluttabilità della fine del viaggio. Per quanto glorioso esso sia stato, ora volge alla fine, come ogni cosa a questo mondo, compresa la gioia e il dolore che non possono durare in eterno, ma si alternano rincorrendosi per tutta la vita.
Ed è in questa presa di coscienza che si racchiude la straordinaria unicità di ogni nostro singolo giorno vissuto, anche il più triste. 
  
Purtroppo nessuno di noi alla fine della propria esistenza potrà dire di non aver mai conosciuto il dolore in una delle sue molteplici forme e io non mi voglio addentrare nell’insidioso terreno della tristezza umana, se non in punta di piedi e con un grande rispetto per il dispiacere altrui.
Non si può giudicare la sofferenza dei nostri simili, perché entrare nel cuore delle persone è davvero un’impresa difficile, direi impossibile. Talvolta, anche una semplice malinconia può scavare dentro l’animo in modo insospettabile, altre volte grandi dolori travolgono e annientano, lasciando dietro di sé tracce indelebili e una disperazione che pare non dover finire mai.
 
Rialzarsi dopo l’affondo di una delusione improvvisa non è certo facile, ma anche se queste parole vi potranno sembrare banali, un giorno l’amarezza e i dispiaceri che vi affliggono cederanno il posto a una ben più sopportabile tranquillità interiore e una gioia inaspettata vi potrà restituire come per magia una ritrovata voglia di vivere.
E allora ogni istante della vostra intera esistenza vi parrà ancora unico e irripetibile nella sua insensata certezza e recupererete il coraggio di vivere.
Concludo osservando che, indipendentemente dai propri personali convincimenti, da ciò in cui si crede o non si crede, la vita che stiamo vivendo ora rimane comunque IL VIAGGIO
 
Daniela Larentis

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