«Non puoi controllare il mondo» – Di Daniela Larentis
A che serve combattere l’entropia, quando è sotto gli occhi di tutti che il disordine non può che aumentare con l’avanzare del tempo?
Quello in cui viviamo è un mondo caotico, un luogo dove regna il disordine, un posto dove le cose non stanno mai dove dovrebbero stare e dove le persone non fanno mai ciò che ci si aspetta da loro.
Non è umanamente possibile avere il controllo di nulla e chi non ci crede pecca come minimo di ingenuità. È un INGENUO.
Mi rivolgo ai maniaci del controllo, a coloro che si arrabbiano quando niente gira per il verso giusto, a chi si deprime per questo, a chi si nutre di aspettative, alle persone che fondano la loro esistenza su false sicurezze, credendo, a torto, di poter tenere a bada tutto e tutti, a chi vuole gestire il prossimo, a chi affonda i propri artigli nei sogni altrui, cercando di trattenerli, succhiarli, plasmarli, a chi vorrebbe dominare, incastrare, castrare, indirizzare, valutare, etichettare, ai manipolatori, a coloro che credono in un unico mondo - il loro - e che non hanno capito che la realtà non esiste se non dentro la loro testa.
Esistono «le realtà». E ognuna è diversa, semplicemente perché tutti noi siamo diversi, anche se simili. Ma non uguali. Uguali no, per nostra fortuna.
A coloro, poi, che s’illudono di capire, che si arrabbiano dopo aver capito, a chi non capisce affatto, a chi avverte l’assurdo deplorevole bisogno di incasellare, a chi si ciba di valutazioni, a chi si nutre di giudizi, a chi crede di sapere, a chi pensa di conoscerti, a chi detesta i contrattempi, ai perfezionisti estremi, a chi si aspetta questo e quello, a chi si inventa strategie di gioco solo per circuire il prossimo, per inchiodarlo al muro, per definirlo una volta per tutte, a chi vorrebbe che il mondo fosse come se l’era immaginato, a chi pretende e «non è mai abbastanza», a chi interessa prevalere, a chi vuole prevaricare, a chi ama possedere, agli assetati di certezze, a chi ti vuole simile a lui.
A chi ti vuole diverso . A chi ti vuole ineccepibile. A chi crede nell’esemplarità.
A chi si perde in trip mentali senza senso, a chi non ama l’imprevedibilità, a chi odia il caos, a chi va in palla innanzi a una coperta gettata malamente sul divano, avvertendo l’irrefrenabile impulso di piegarla con cura, a chi condiziona, a chi reprime, a chi nutre l’insana pretesa d’imbattersi ogni giorno in persone perfette, a chi desidera incontrare compagni perfetti, mogli e mariti perfetti, avere figli altrettanto perfetti, genitori perfetti, amici perfetti.
Vicini perfetti. Colleghi perfetti. Esseri umani perfetti. Tutti perfettamente incastrati in un mondo perfetto che non esiste.
A che serve combattere l’entropia*, quando è sotto gli occhi di tutti che il disordine non può che aumentare con l’avanzare del tempo?
E’ come lottare contro i mulini a vento!
Il fiore sboccia e poi appassisce, non avviene mai il contrario. Perciò smettetela una volta per tutte di provare ansia innanzi allo scompiglio, di sentirvi mancare quando nulla sta dove dovrebbe stare, non arrabbiatevi se vostro figlio dopo aver appallottolato ambedue i calzini li getterà a terra in un moto di stizza, mantenete i nervi saldi quando sorprenderete vostro marito buttare la maglietta sudata, non nel cesto della biancheria come sarebbe ovvio aspettarsi, ma esattamente dall’altra parte.
Non sciupate tempo a sistemare le posate dentro al cassetto con precisione maniacale, non perdete la calma se la vostra compagna ha appena rovinato la vostra felpa preferita, dopo un lavaggio in lavatrice finito male, non scocciatevi nello scoprire che in macchina nulla è al posto giusto, a casa è una babele, il cane ha il pelo arruffato, il quadro è appeso storto, avete appena perso l’autobus e sulla scrivania… ah, sulla scrivania, poi, tutto è maledettamente in subbuglio e niente è come l’avevate lasciato!
Un giorno, infine, passando distrattamente innanzi allo specchio vi meraviglierete nello scorgere qualche piccola ruga attraversarvi il volto, traccia indelebile delle vostre emozioni, di tutte le gioie e di tutti i dolori provati, segno intangibile dello scorrere della vostra intera esistenza.
Non c’è nulla di più poetico di un viso vissuto solcato dal tempo, quindi sappiate esserne fieri.
Come diceva la grande Anna Magnani, «ci vuole una vita a farsele venire», perché toglierle dunque? Levatevi dalla testa l’assurda idea di essere e di apparire perfetti.
Non esiste un mondo perfetto, esiste il mondo, un luogo straordinariamente incantevole, di una bellezza indescrivibile, di uno splendore inenarrabile, popolato da persone assolutamente non perfette, ma vere.
Ricercare rapporti autentici con persone vere, questo ha un senso. Andare in pallone nello scorgere una ragnatela fra le travi del vostro salotto non ne ha.
Pretendere che il proprio compagno o la propria compagna sia assolutamente perfetto o perfetta è del tutto insensato.
Rincorrete la libertà. Viveri liberi significa desiderare di non incatenare nessuno. Non incatenare e non essere incatenati. Questo ha un senso. Amare ha un senso. Possedere no. Rispettare ha un senso.
Prevaricare no. Rispettare se stessi ha un senso. Ha molto senso, perciò badate bene a non farvi calpestare, opprimere, dominare. Altresì non calpestate, opprimete, dominate.
Alzatevi ogni giorno meravigliandovi del levar del sole, ascoltate il rumore della pioggia, il fruscio delle foglie, lo scalpiccio di passi lungo i marciapiedi, odorate l’aria impregnata di mille fragranze, fatevi travolgere dall’incanto di una melodia, chiudete gli occhi e lasciatevi andare, perdonando le vostre manchevolezze, solo così riuscirete a tollerare le debolezze altrui e l’imperfezione che vi circonda, volgete lo sguardo verso l’argentea luce della luna e guardatevi le mani.
Siete qui, vivi. Siamo tutti qui. Ora. Tutto può succedere, ancora. Pensateci…
Daniela Larentis
* Entropia. In fisica l'entropia (dal greco trasformazione) è una grandezza che viene interpretata come una misura del disordine presente in un sistema fisico qualsiasi, incluso, come caso limite, l'universo.
Il concetto di entropia ha conosciuto una vastissima popolarità, tanto da essere esteso ad ambiti non strettamente fisici, come le scienze sociali, la teoria dei segnali, la teoria dell'informazione.
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