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L’amore per il calcio. E per il Trentino – Di Nadia Clementi

La bella e brava conduttrice sportiva trentina Barbara Pedrotti racconta al nostro giornale la passione per il suo lavoro

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L’avevamo intercettata qualche mese fa Barbara Pedrotti durante la tappa di riposo in Alto Adige, del Giro d’Italia. La sua intervista (vedi) aveva ottenuto una montagna di click, a dimostrazione di un successo straordinario che forse molti sottovalutano in Trentino, ma che a livello nazionale e internazionale è conosciuta e apprezzata per quello che fa.
È vero che nessuno è profeta in patria, ma l'abbiamo contattata proprio per farci raccontare qualcosa di più sulla sua carriera di conduttrice sportiva - fin dai suoi esordi - e la sua passione per lo sport a tutto tondo. E per il Trentino.
 
Nata a Rovereto il 19 maggio 1982 Barbara studia mediazione linguistica all’Università di Trento ma, parallelamente alla carriera universitaria, si afferma in maniera sempre più netta l’amore per il mondo dello sport che la porterà ad essere conduttrice sportiva di Sky, Mediaset e poi Bein Sport, il canale sportivo del Qatar per il quale lavora oggi.
Sono tante le tappe che hanno portato Barbara ad essere uno dei volti televisivi più amati; attivissima sui social, la sua bellezza, competenza e simpatia sono gli ingredienti che le hanno permesso di guadagnare oltre 300.000 follower tra Facebook, twitter e Instagram.
 
Sui social network Barbara si presenta per quella che è: una giovane donna con una grande passione per il suo lavoro. Può apparire banale, ma di questi tempi non è per nulla scontato; Barbara affida al suo diario digitale e alle centinaia di persone che ogni giorno commentano le sue foto, i suoi viaggi in lungo e in largo al seguito di ciclisti, calciatori, cestisti e atleti di ogni genere. Tra un’intervista e l’altra Barbara racconta di se, della sua passione per la cucina, dei suoi piccoli Yorkshire, dei suoi allenamenti in bici o in palestra e, ovviamente, del suo tifo per l’Italia ai Campionati Europei.
 

Campionati Italiani di Atletica 2007.
 
Ciao Barbara, ben ritrovata. Ci vuoi raccontare i tuoi esordi nel mondo della televisione sportiva? Quando hai iniziato e come?
«Lo sport è sempre stata la mia grande passione, fin da bambina, grazie ai miei genitori, ho potuto praticare molte discipline come la ginnastica artistica, l'atletica, il nuoto, il volley, il ciclismo e altri ancora.
«E con il passare degli anni ho sentito il desiderio di approfondire questo mio interesse, iniziando a leggere riviste specialistiche come motosprint, scelta talvolta in contrasto con le tendenze delle mie coetanee le quali preferivano giornali di taglio decisamente diverso come il "famoso Cioè"; un "maschiaccio mancato" insomma.
«Ricordo che mio papà ha iniziato a scorazzarmi in giro per gli autodromi con le minimoto fin da piccolissima, una passione quella dei motori che non mi ha mai abbandonato!
«A 15 anni ho poi cominciato a lavorare come speaker per l'arrampicata, l'atletica e il ciclismo (ruote grasse e ruote strette) e poi qualche anno più tardi ad occuparmi di sport in TV con rubriche dedicate al calcio, al volley e allo sci.
«Ho esordito con tv locali come Rttr e Trentino Tv che definisco ora come una palestra fondamentale ed essenziale per la mia carriera professionale.»
 

Giro D’Italia 2008 - GF San Diego, California, 2009.
 
Il ciclismo è il primo sport che hai seguito come cronista?
«La prima esperienza come cronista l'ho avuta con il ciclismo e con l'atletica in modo quasi contemporaneo. In Trentino, infatti, gli sport che andavano per la maggiore erano proprio questi assieme all'arrampicata, alla mountain bike e allo sci. Ho sempre seguito con grande passione anche il calcio e il basket, la pallavolo e in generale sono stata sempre molto attenta a ciò che succedeva in ambito sportivo nella nostra Regione.
«Come ho detto prima, ho cominciato con le tv locali e in seguito ho iniziato a collaborare con Mediaset. Dall'anno scorso invece sono passata a Sky e da maggio lavoro anche per BeIN Sports Francia, un canale tematico legato ad Al Jazeera. Nella mia agenda ci sono poi tanti nuovi progetti ma da persona concreta come sono finché non vedo il nero su bianco non canto vittoria (sorride).»
 

 
Per una donna è più difficile lavorare in un’ambiente come quello sportivo dove i commentatori, e spettatori, sono soprattutto uomini?
«Sicuramente questo tipo di lavoro è molto difficile da realizzare per una donna, il mio ruolo è da sempre legato a figure maschili e si sa che i pregiudizi anche all'interno del mondo dello sport non mancano, anzi.
«È stato veramente tosto all'inizio della mia carriera far capire alle persone che anche una donna può far parte di questo mondo, capirne quanto i colleghi maschi ed essere quindi valutata per le proprie capacità.
«Un aneddoto che mi ricordo ancora è legato al 2008 , quando arrivata con grande anticipo alla mia prima tappa da speaker del Giro d'Italia ho chiesto ai tecnici che stavano allestendo l'evento dove dovevo posizionarmi ma questi mi hanno ignorata, o per meglio dire si sono messi a ridere quando ho spiegato loro il ruolo che ricoprivo, scambiandomi invece per una ragazza che si occupava di consegnare gadget. Oggi, questo episodio lo ricordo con un sorriso, anche se in quel momento rimasi basita.»
 

 
Quale consiglio ti sentiresti di dare ad un ragazzo o a una ragazza che volesse seguire i tuoi passi e buttarsi nel mondo della cronaca sportiva?
«L'importante in questo tipo di lavoro, ma anche credo negli altri e nella vita in generale, è dare sempre il meglio di se, non sedersi mai e continuare a studiare.
«È un lavoro che io amo alla follia ma, al contrario di quello che magari può sembrare da fuori, i momenti duri non mancano, quelli per capirci nei quali si vorrebbe gettare la spugna.
«Quindi mi sentirei di dire in sintesi che è un lavoro meraviglioso ma per il quale è indispensabile avere una grande passione e dedizione.»
 
Questa è una domanda cattiva: quel è lo sport che ti emoziona di più? E quale quello a cui non vorresti mai rinunciare come tifosa?
«È molto difficile scegliere un unico sport. Posso dire che le maggiori amicizie le ho instaurate sicuramente nel ciclismo perché in questa disciplina ho avuto più contatti diretti con gli atleti rispetto a quanto magari accade con il calcio.
«Poi ci sono il basket, l'arrampicata, l'atletica ed altre moltissime discipline sportive alle quali in maniera via via diversa sono sicuramente legata.»
 
Dopo due reti italiane come Sky e Mediaset sei approdata a Bein Sport, un canale straniero. La televisione all’estero è concepita diversamente? C’è qualcosa che l’Italia potrebbe imparare?
«Lavoro con una televisione francese e mi trovo molto bene, l'ambiente è cooperativo, meritocratico, e molto aperto al mondo femminile ed è decisamente diverso da quello italiano, dove la donna fatica invece ad emergere.
«Non sta a me poi comparare e giudicare le due realtà anche perche la mia esperienza francese si basa su un solo canale. Di certo sicuramente ci sono i pro e i contro ovunque ma, per quanto mi riguarda, sono felice per tutto quello che c'è ora nella mia vita professionale.»
 

Giro D’Italia 2013 e 2016 per BeIn Sports .
 
Raccontaci qualche momento indimenticabile della tua carriera da commentatrice sportiva, una gara particolarmente sofferta o un atleta che ti ha emozionato di più o un personaggio che ti è rimasto nel cuore.
«I momenti indimenticabili della mia carriera sono troppi, e non saprei al momento quale descrivere. Tra questi mi viene in mente l'incontro con Lance Armstrong al suo primo Giro d'Italia, l'ho sempre visto come un eroe ed intervistarlo è stato sicuramente molto emozionante.
«Purtroppo il seguire delle note vicende di doping che lo hanno coinvolto hanno sfatato quello che per me era un mito. Un'immagine invece ancora intensa nella mia memoria e (sportivamente) nel mio cuore è quella di Alex Zanardi, un uomo forte, sorridente, genuino... Una persona dal forte carisma, sempre disponibile, e che attraverso le sue parole ed i suoi racconti riesce ad infondere serenità e voglia di vivere.»
 
Il Trentino è leader in due sport molto particolari: il basket e la pallavolo, una febbre ovviamente sana e meritata visti i risultati di Aquila Basket e Trentino Volley, che cosa può nascere da questa passione? Secondo te come mai il calcio non ha avuto lo stesso successo qui da noi?
«In Trentino ho seguito (professionalmente parlando) molto più il volley rispetto al basket ma posso confermare che entrambe le squadre e il loro staff sono molto conosciuti e apprezzati anche fuori regione. Lo sport appunto, un mezzo meraviglioso di promozione turistica, basti pensare ai numeri mossi grazie alle squadre che vengono in ritiro nella nostra bella terra.
«Per quanto riguarda la squadra di calcio trentina e il suo successo minore se paragonato alle altre due realtà di cui sopra credo sia da collegare ad una questione economica, il calcio è uno sport che richiede un investimento veramente importante. 
«Mi pare però che qualcosa stia cambiando e io spero che anche il calcio trentino possa raggiungere i livelli che il nostro territorio si merita.»
 

Finale di Europa League-UEFA- 2014.
 
Due parole riguardo l’Italia ai Campionati Europei ?
«L'europeo... brucia ancora la sconfitta... Non tanto per la formazione contro la quale siamo usciti, bensì perché perdere ai rigori dopo una partita come quella è stato veramente un gran peccato.
«Un plauso comunque agli uomini di Conte, una formazione nella quale secondo me all'inizio non si credeva molto ma che poi ha saputo stupirci e non poco.
«Una squadra che, per la difesa, ricordava molto la formazione bianconera.»
 
Parlaci delle tue passioni nel tempo libero, della cucina e dei tuoi piccoli yorkshire.?
«Il tempo libero è sempre veramente poco e ti stupirò dicendoti che lo trascorro facendo delle cose molto semplici. Per lavoro viaggio spesso e quindi quando ho dei momenti per me amo stare all'aria aperta, godere della compagnia degli affetti a me più cari, cucinare e ovviamente coccolare i miei piccoli amori pelosi [sorride].»
 

Giro D’Italia 2016 - Nostra intervista.
 
La tua carriera è sempre in movimento, sei giovane e il futuro è tutto davanti a te; scommettiamo che hai qualche sogno nel cassetto che si sta per realizzare, ce lo racconti? Ti manca il Trentino?
«Del Trentino mi manca la genuinità della gente, adoro respirarne l'aria pulita, e appena posso ritorno volentieri a casa, dalla mia famiglia.
«Per quanto riguarda la carriera vorrei continuare a fare ciò che amo e forse, se devo parlare di un sogno, vorrei che ci fosse un po’ più di meritocrazia e in generale un po’ meno persone che amano le scorciatoie [sorride].
«Nel mio cassetto ho diversi progetti, nell'immediato l'inizio del campionato di Serie A ma, se devo essere sincera, sto valutando un paio di situazioni che mi stuzzicano parecchio... Vedremo!
Nel futuro? Di certo non mi vedo ne solo donna in carriera, ne solo mamma, vorrei essere una donna completa sotto tutti i punti di vista, godendomi a pieno la vita.»
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it 
Barbara Pedrotti - www.barbarapedrotti.it


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