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Una Nonna per amica – Di Nadia Clementi

In memoria di «Nonna Aida», se ne è andata anche lei, dolcemente

Com’è strana la vita! Quando pensi che niente e nessuno potrà mai sconvolgere il tuo animo e far battere il tuo cuore, ecco che ti regala persone uniche e sensazioni stupende, costringendoti a rimetterti in gioco.
Un’Amicizia vera profonda che ti fa riscoprire il senso di questa vita.
 
Era il 2001 quando ci trasferimmo nella nuova casa, ma non potevo immaginare che lì avrei incontrato una persona speciale, nonna Aida.
Era una bella giornata di primavera, dipinta di un cielo azzurro, riscaldata da un sole tiepido che batteva intenso sulle vetrate.
Sollecitata dal quel piacevole tepore, aprii le finestre e sentii subito un intenso profumo provenire dal giardino della villetta di fronte e, fra le piante appena fiorite, si intravedevano i capelli bianchi di una signora anziana, ricurva su se stessa, che si spostava a piccoli passi, sorretta con l’aiuto di un bastone. La signora Aida.
Trascorsa una notte insonne pensando alla mia mamma, scomparsa ormai da qualche anno, mi venne il desiderio di recarmi da quella persona, attratta dal quel profumo tanto intenso.
Capivo che i miei sensi mi avvertivano che qualcosa doveva accadere, che quella signora doveva dirmi qualcosa di importante.
Insomma, decisi di bussare a quella porta. La signora Aida era lì sull’uscio sembrava che mi stesse aspettando per abbracciarmi e accogliermi con tanto affetto nella sua casa.
 
All’inizio mi sentivo impaurita dalla sua voce squillante e severa, con accento tedesco, allo stesso modo ero piacevolmente sorpresa di trovare in lei, nonostante l’età, una mente tanto lucida. Solo dopo brevi discorsi mi resi conto che per lei il passato era presente.
Le stanze di quella casa raccontavano da sole la sua vita. Dappertutto si trovano suppellettili provenienti da tutte le parti del mondo, era facile intuire che quella donna aveva tante avventure da raccontare.
Capivo che un libro non sarebbe bastato per descrivere quanto di importante si nascondesse nel passato di nonna Aida, una vita dedicata principalmente alle popolazioni povere del mondo.
Avrei voluto stare ore ad ascoltarla, ma lei queste ore le aveva già scritte nei suoi diari, tanti quaderni maxi a quadretti, per ognuno un posto una storia diversa e all’interno pagine e pagine scritte in calligrafia in modo scorrevole, corretto, tipico di una persona colta e ben istruita.
 
In uno dei suoi diari descrive la gioia di aver conosciuto - partecipando a un congresso a Nairobi con papa Vojtyła, Giovanni Paolo II – madre Maria Teresa di Calcutta. L’ha fotografata e, guardandola, l’ha paragonata a una delle sette meraviglie del mondo.
«Così piccola nel suo sari, così grande nelle sue opere… Faceva tenerezza e voglia di abbracciarla.» – Racconta. E descrive storie di straordinaria umanità vissute con Annalena Tonelli, uccisa dai guerriglieri in Somalia.
Nei suoi quaderni vivono forti testimonianze di vita nei villaggi con i bambini lebbrosi abbandonati.
 
Ma chi era la signora Aida? Dalla lettura dei suoi quaderni traspare la sua anima, quella di una donna che, a un certo punto della sua vita, ha sentito forte il bisogno di incontrare e di vivere a contatto con persone bisognose della sua carità.
Figlia di genitori benestanti, lasciava la sua bella casa con la missione di donare la sua ricchezza a favore della gente disagiata.
Girava il mondo tra una missione e l’altra contribuendo alla costruzione di pozzi d’acqua, scuole e ospedali in Sud Africa, Etiopia, Kenia, Mozambico, Brasile, Cile, Perù e in Amazzonia con gli Indios.
 
Lavorava come infermiera e viveva presso le comunità nelle zone più degradate, fra i poveri malati, assumendosi il rischio di contagi, affrontando con coraggio i pericoli tipici delle zone selvagge.
Aida era una donna speciale, coraggiosa, generosa, semplice, altruista, una nonna con tanti capelli bianchi degni di un passato, vissuto di sofferenza, gioia e amore. Amore quello vero, privilegio di pochi e invidia di molti.
Ho pianto leggendo le sue esperienze, mi sono persino vergognata di far parte di questa realtà fatta solo di interessi economici, perché è tra i poveri che Aida ha ritrovato se stessa, è con i poveri che ha riacquistato la sua felicità.
 
Cara dolce Aida sono felice di averti conosciuta, il tuo sorriso, la tua saggezza, le tue storie umanitarie, la tua presenza, le tue parole di conforto hanno saputo dare un senso anche alla mia vita.
Ti abbraccio provando il calore e l’affetto di mamma quella che eri tu per tuo figlio e quella che rappresenti per me adesso.
Io e lei abbiamo pianto leggendo e raccontandoci stati d’animo veri, umili, semplici come sei tu cara nonna amica Aida.
Mi aveva accolta nella sua casa come una figlia e io non posso che ringraziarla per il bene che mi ha voluto, penso a lei con infinito orgoglio di una donna che ha messo in pericolo la sua vita per il bene degli altri.
La penso ogni giorno perché nonostante la vecchiaia e la sofferenza era sempre lì che mi aspettava e non si lamentava mai, forte e coraggiosa come quei leoni della foresta che descrive nei suoi diari di viaggio.
Era bello vederla felice anche solo per una pietanza succulenta. Non chiedeva nulla se non un po’ di compagnia. Riusciva a vivere ancora da sola nonostante le sue difficoltà di movimento perché non aveva mai paura.
Il deserto, la giungla l’hanno resa unica, audace e valorosa.
È arrivata nella vita in un momento difficile, ha saputo darmi la forza con i suoi insegnamenti di come affrontare le difficoltà ricordandomi quanto sia importante perdonare e credere che chi fa del bene avrà lunga vita, e lei ne è longeva testimonianza.
Ho trovato in lei le cose più belle che potessi cercare. Sì, perché là, dove c’è lei l’amore è tutto, il cielo entra nel cuore diventa universo, una lacrima sublima l’anima, il vento si ferma e il tempo non esiste più, l’istante è eternità, là il mio affetto resterà, per sempre …
 
I nonni sono figure importanti nella famiglia, probabilmente figure per molti anche ingombranti, ma quando vengono a mancare si rimane in una sorta di solitudine interna indescrivibile.
I nonni, e parlo di quelli anziani, sono come dei bambini. Hanno bisogno di coccole e di attenzioni oppure si isolano stando proprio come un bambino sempre attaccati alla TV a guardare tutti i programmi trasmessi.
Quando chiedi loro di raccontarti una storia, allora i loro occhi si riempiono di gioia e ti raccontano la solita storia raccontata chissà quante volte…
E parlano di vicende ambientate in tempi sconosciuti, che ogni volta sembrano le stesse, ma diverse ogni volta… Ma che ti fanno stare con il cuore in gola.
Piace ricordare per fare anche un po’ sognare. Ma quando arrivava il momento di andare via, allora ti prendono la mano e chiedono di restare ancora un po’… E anche se rimani pur tanto, sembra sempre troppo poco il tempo dedicato a loro.
 
I Nonni rappresentano la radice e la trasmissione di una storia, personale e collettiva, e nella trasmissione realizzano quel percorso educativo che genera conoscenza e capacità di sentirsi parte di una storia che continua.
Nel trasmettere tale memoria ed esperienza, offrono alle giovani generazioni la prospettiva del tempo, dando così maggior robustezza ai successivi interventi educativi.
I nonni oggi diventano spesso educatori privilegiati per testimoniare e trasmettere i primi segni di cammini di fede, essi inoltre aiutano le giovani generazioni a guardare alle vicende terrene con più saggezza, perché le vicissitudini li hanno temprati e resi esperti e maturi.
La memoria può indebolirsi, i movimenti rallentare e i riflessi non essere più quelli di una volta, ma l’esperienza, la sensibilità e il sapere accumulati nel corso degli anni consentono di svolgere svariate funzioni. Molti nonni sono aperti alle novità e flessibili. Possono essere consiglieri in alcuni momenti, alleati e amici in altri.
Nonna Aida ne è un forte esempio, nonché fonte insostituibile di esperienza e di solidarietà è stata capace di trasmettere tradizioni, conoscenza ed emozioni, e di dare a chi l'ha conosciuta buoni consigli.
Ecco perché è bello avere una nonna per amica.
 
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite...
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c'è in te.
Fai in modo che, invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!
Madre Teresa di Calcutta
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it

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