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«Nutrire il pianeta, energia per la vita» – Di Nadia Clementi

Expo Milano 2015: il mondo si è dato appuntamento nel Paese della grande bellezza

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Testi e foto di Nadia Clementi.
 
Esposizione Universale: è questo il nome ufficiale e dal sapore ottocentesco del meglio noto EXPO MILANO 2015», che si terrà fino al 31 ottobre.
Tutto ormai sanno da tempo che il tema dell’edizione italiana di EXPO è il cibo, o meglio la sua gestione: «Nutrire il pianeta, energia per la vita».
Questo è il sottotitolo dell’esposizione che fin da subito mette in gioco concetti complessi e fondamentali per il futuro. L’occasione è unica e irripetibile per puntare gli occhi del mondo su temi improrogabili come la fame nel mondo, la scarsità delle risorse, l’inquinamento derivante dalla produzione del cibo, le energie rinnovabili.
Eppure, l’impressione dell’uomo della strada - soprattutto negli ultimi concitati mesi prima dell’apertura dei cancelli - è che di alimentazione a Milano si parli ben poco: prima i disagi e i ritardi dei cantieri, poi la critica a sponsorizzazioni di aziende multinazionali (McDonald e Coca Cola) che poco hanno a che fare con la sostenibilità. Poi il sito internet «Very Bello!» che al lancio è stato criticato su tutti i fronti. Infine, a porte finalmente aperte, la critica ai prezzi elevati dei ristoranti e la domanda immancabile: «ma una volta finito tutto che ne sarà delle faraoniche strutture destinate a diventare l’ennesima cattedrale nel deserto all’italiana?».
Come ogni evento di proporzioni gigantesche le polemiche non sono mancate e le critiche, quando non sono strumentalizzate politicamente, arrivano soprattutto da chi all’Expo non c’è stato e magari non ha nemmeno intenzione di andarci.
Noi l’abbiamo fatto e queste sono le nostre prime impressioni in una prima giornata di visita.
 

 
A primo impatto non possono non stupire le dimensioni. «Everything is bigger in America», dice il detto anglosassone, noi possiamo dire che «Tutto è più grande a Expo».
Impossibile visitare tutto in una sola giornata: sono circa 130 gli espositori provenienti da tutto il mondo, l’area espositiva copre oltre un milione di metri quadrati e il solo Padiglione Italia ne occupa 12.000, disposti su quattro livelli.
Un grande sito espositivo internazionale e interattivo, dunque, dove si intrecciano etnie, designer, architettura, tecnologia e innovazione. Nei Padiglioni, più che gli alimenti prevalgono un’infinità di progetti virtuali, film 3d, e varie applicazioni per smartphone di ultima generazione. Il futuro multimediale a disposizione dei visitatori di tutto il mondo per condividere lo slogan che caratterizza l’Expo di Milano: il rispetto del pianeta.
Prima di iniziare a scoprire che cosa di buono può offrire questa esposizione universale è certamente consigliabile consultare il sito web dell’Expo, il quale, a dispetto di gufi e disfattisti, è ben strutturato e ricco di informazioni. Sicuramente la prima cosa da fare è quella di scaricare la mappa, utile per districarsi e orientarsi sulle mille cose da andare a vedere.
L’impianto stradale è piuttosto semplice e l’incrocio delle vie principali, i famosi Cardo e Decumano, facilitano l’orientamento. Inevitabilmente risulta difficile rispettare il programma che ci si è religiosamente preparati a casa perché passeggiando per questo «parco giochi per adulti» verrà voglia di entrare in ogni padiglione.
 

 
Le procedure d'ingresso sono identiche a quelle di un aeroporto, controlli alle borse e passaggio sotto il metal detector: anche per l'accesso di acqua e cibo, ironia della sorte, i controlli sono severi; ma non disperate, l’acqua è ampiamente disponibile nelle fontanelle collocate all'interno degli spazi espositivi.
Numerosi, puliti e ben organizzati sono anche i servizi igienici. Il personale della sicurezza è ovviamente onnipresente e per qualsiasi informazione ci si può rivolgere al personale volontario, e anche su questo non sono mancate le polemiche per chi indossa le magliette Expo.
Per quanto riguarda il cibo paradossalmente non bisogna aspettarsi troppi assaggi all’interno dei padiglioni. I piatti tipici proposti, infatti, sono piuttosto costosi e i ristoranti, soprattutto nell’ora di punta, sono affollatissimi.
Già diverse testate hanno registrato i prezzi dei vari ristoranti costituendo anche delle vere e proprie classifiche dai più costosi a quelli a buon mercato: dal ristorante più caro, ovvero l'alta cucina nel padiglione Giappone (250 euro per due e 80 euro a persona per il pranzo), al più economico, e cioè Meydan nel padiglione Turchia (20 euro a coppia).
È possibile trovare anche trattorie, food trucks o bar. Tutti i quasi 200 luoghi dove si può mangiare all'Expo sono stati schedati con menù, prezzi, foto, coordinate geografiche e recensioni su tutto il web.
Ciò che noi abbiamo potuto constatare è che il prezzo dei piatti in alcuni luoghi varia tra i 5 e gli 8 euro e i menu a cena arrivano intorno ai 20 euro, tutto sommato si può mangiare senza essere spennati vivi!
La rassegnazione è quella di dover fare tante code, più o meno ordinate, per l'ingresso ai padiglioni più belli: per alcuni i tempi di attesa possono superare i 50 minuti.
Ci ha colpito come, per fortuna, non spopolino negozietti e camioncini di brutti souvenir sin troppo tipici quando c’è un concentramento così alto di turisti (come a Roma, Venezia e Firenze).
 

L'albero della vita - Serra di Singapore.
 
Vero simbolo dell’Expo e del Padiglione Italia, facilmente individuabile per dimensioni ed imponenza, è senza dubbio l'Albero della vita che ad ogni ora si anima di musica, luci e giochi d'acqua per uno spettacolo sicuramente bello di giorno ma ancora più coinvolgente al calare del buio.
Curiosità: l'installazione icona del padiglione italiano è degnamente copiata da alcune strutture presenti nella serra botanica di Singapore.
 
 Padiglione Italia: giustamente, il migliore 

 
Superato l’Albero della vita si arriva al Padiglione Italia che si estende su un'area molta ampia ed è composto dal Palazzo Italia e da altri piccoli edifici che coprono un’area di altri 13.700 metri quadri.
I quattro piani del Palazzo rappresentano i quattro punti di forza dell’Italia sul tema dell’Expo ed ognuno è allestito con sculture, quadri, installazioni, e bellissime fotografie proiettate in sale a specchi che formano uno spettacolo caleidoscopico da fiaba.


 
Al primo piano troviamo l’esposizione di sculture e miniature dedicata alla «potenza del saper fare», della creatività, dell’eccellenza e dell’innovazione: a rappresentare il Trentino troviamo la riproduzione in scala dell'ingegner Andrea Rosani che insieme a un gruppo di colleghi impegnati nell’agricoltura di precisione ha ideato Melixa, un sistema di controllo e gestione dell’apicoltura attraverso hardware e software «cloud based», che permettono di monitorare e controllare il lavoro delle api e preservarle da pericoli che porterebbero alla riduzione delle colonie.
 

 
Al secondo piano «la potenza della bellezza»: il turismo, la qualità della vita e i paesaggi italiani.
Giochi di luci e specchi riproducono virtualmente piazze e palazzi del nostro Paese, incantevole e suggestivo l'effetto scenico.
 

 
Al terzo piano «la potenza del limite», quindi la tradizione e la gestione delle risorse alimentari; sono esposte varie piante, tra queste il mirtillo che caratterizza il Trentino.
Al quarto piano fotografie e installazioni video identificano «la potenza del futuro» e infine in cima all’edificio c’è la terrazza panoramica da cui si può godere di una splendida vista dall’alto.
 
 Padiglione degli Emirati Arabi: coinvolgente 
 
 
Una lunga fila di visitatori attende l’ingresso al Padiglione degli Emirati Arabi. Tra mura alte 12 metri, che imitano le forme dei canyon, si possono ammirare vetrine contenenti preziosi oggetti interattivi ispirati alla cultura tradizionale degli emiri.
Ma l'attrazione principale è data dalla proiezione in 3d di un film particolarmente commovente: un percorso tra le sfide degli Emirati con la scarsità di risorse idriche, a seguire gli stessi protagonisti del filmato in veste virtuale propongono strategie future per combattere gli effetti del cambiamento climatico.
La visita lascia spazio ad una profonda riflessione sul bene più prezioso del pianeta eppure troppo spesso dato per scontato: l’acqua.
 
 Il padiglione della Cina: artistico 
  
L'entrata è libera e l’attrazione principale è data dall’installazione in verticale di numerose luci a Lld che riproducono le «onde di grano».
Il tetto realizzato in bambù filtra la luce naturale e permette di ridurre i consumi energetici in linea con il messaggio di sostenibilità che l'Expo si impegna a promuovere.
Un’area di attesa accoglierà i visitatori con schermi LCD dove scorrono delle immagini rispetto al contenuto del padiglione.
Un’area denominata «Paradiso» mostra, attraverso installazioni multimediali, i ventiquattro periodi del tradizionale calendario agricolo cinese, corrispondenti alle diverse posizioni del sole, e il loro significato nella cultura e nella produzione agricola del Paese.
 
 Il padiglione Giappone: sorprendente 
 
 
Vincente sia per la tecnologia che per la sua struttura rispettosa dell’ambiente fatta in legno e bambù ad incastri, il padiglione nipponico invita ad evitare gli sprechi e propone la propria cultura alimentare come esempio di nutrimento sano, sostenibile ed equilibrato, nonché come modello per alleviare i problemi mondiali relativi alla fame nei paesi poveri e all’obesità tipica dei paesi più sviluppati.
La visita dura più di quaranta minuti che però scorrono veloci grazie a proiezioni, filmati ed effetti speciali che accompagnano il visitatore in una dimensione spaziale unica e irripetibile.
Una parte molto divertente è rappresentata dal ristorante composto da tavoli virtuali: attraverso appositi video touch screen è possibile scegliere e ordinare pietanze tipiche e godere di uno spettacolo davvero unico, ma solo visivo poiché il cibo è fatto solo di pixel!
 
 Padiglione della Corea del Sud: tecnologico 
  
L’alta tecnologia contraddistingue questo padiglione. Nell’ampia sala principale un gigantesco robot fa riflettere sui benefici che determinati cibi apportano al nostro corpo, mentre Il processo di fermentazione è mostrato all’interno di un gigantesco onggi (un tipico vaso coreano) comparato alla creazione della vita.
La visita termina con un mercato di prodotti coreani e un ristorante a tema.
 
 Padiglione degli Stati Uniti d’America: multimediale 
  
Si accede tramite una passerella in legno ispirata ad un tradizionale granaio delle pianure americane e si sviluppa come una struttura aperta su più piani.
L’elemento distintivo del Padiglione è la grande fattoria formata da una parete di coltivazione verticale.
Le sementi di molte varietà di verdure a foglia scura, cereali ed erbe aromatiche sono state selezionate e fatte germogliare specificamente per la parete verde dell’Expo con l’intento di incrementare le opportunità per una dieta salutare e gustosa.
Il percorso si completa attraverso mostre interattive che mettono in luce l’industria, i prodotti e le iniziative imprenditoriali americane.
 
 Padiglione Azerbaijan: moderno 
  
L’oscuro Paese centro-asiatico propone un percorso espositivo che si snoda attraverso tre sfere di vetro su più livelli che rappresentano tre diverse biosfere.
Il progetto di Simmetrico Network presenta forme architettoniche moderne e semplici, realizzate attingendo ai materiali tradizionali quali il legno e la pietra lavorati in modo innovativo e abbinati a vetro e metallo.
Una pelle di flessuose lamelle lignee avvolge i lati del Padiglione, che si sviluppa su un’area di 887 metri quadri, lasciando il fronte nord più libero per favorire un controllo passivo del microclima.
  
 Padiglione della Germania: innovativo 
 
Le tecnologie innovative svolgono un ruolo importante anche nel padiglione tedesco. Un’innovazione assoluta è rappresentata dalla «SeedBoard», la sorprendente esperienza espositiva con la quale il visitatore potrà scoprire temi e contenuti in un percorso assolutamente personalizzato.
Si tratta di un originale «Campo di Idee» in cui i presenti possono scoprire contenuti multimediali, attivare filmati o navigare attraverso diversi contenuti. La prima parte del percorso del padiglione tedesco illustra le fonti dell’alimentazione (suolo, acqua, clima e biodiversità) e nello spazio «Il mio giardino di idee» ogni visitatore può interagire con il materiale esposto per ottenere ulteriori informazioni.
 
 Il padiglione del Qatar: esplosivo 
  
La struttura del padiglione è di grande impatto visivo, richiama la forma del tradizionale Jefeer, il simbolo qatarino, un cesto di foglie di palma utilizzato da sempre dagli abitanti del Paese per la conservazione degli alimenti.
All’interno del padiglione vengono mostrate ai visitatori in modo interattivo le tecnologie più moderne di cui il Paese si serve per produrre nel rispetto del territorio. Icona del padiglione è la suggestiva piramide di immagini con effetti laser che incanta i visitatori per la sua particolare maestria architettonica.
Il Qatar si distingue per le sue caratteristiche di Paese desertico che ha tentato in questi anni diversi approcci scientifici per affrontare le sfide legate alla scarsità di cibo e di acqua in modo il più possibile sostenibile.
 
 Padiglione della Santa Sede: riflessivo 
 
Fin dalle pareti esterne il padiglione vaticano propone due spunti di riflessione: «Non di solo pane vive l’uomo» e «Dacci oggi il nostro pane» tradotte in tredici lingue.
Entrando il visitatore è accolto da una mostra fotografica suggestiva di storia, sguardi e volti appartenenti a diversi continenti e credenze religiose, curata dalla regista trentina Lia Giovanazzi Beltrami in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura.
Sulla parete fotografica non può sfuggire lo sguardo alle fotografie di guerra del ns. Direttore Guido De Mozzi, che raccontano la sua avventura da reporter e fotografo svolta nei luoghi dove si è recato per documentare l’impegno dei nostri soldati.
Al centro del padiglione un'installazione unica: un tavolo interattivo realizzato da «Mamma Fotogramma» che attraverso mezzi e linguaggi diversi sottolinea tutti gli ambiti della vita quotidiana in cui si può agire responsabilmente per cambiare il mondo.
 
 Padiglione del Kazakistan: solare  
  
I Paesi dell’Asia centrale, così misteriosi e sconosciuti in Occidente, sembrano voler riscattare il loro anonimato in una sorta di gara a chi stupisce di più. Allegrissimo e ricco di contenuti è il padiglione del Kazakistan che avvolge il visitatore in un turbine di informazioni, immagini ed emozioni.
Nella prima sala un’artista racconta la storia del Paese creando delle immagini con la sabbia colorata. Si passa alla successiva suddivisa in sei tappe: la scienza agronomica kazaka, le risorse naturali, l’uso dell’acqua, le nuove tecniche agricole sostenibili e l’acqua-cultura.
Curioso il grande acquario che ospita gli storioni del Caspio da cui si ottiene il famoso caviale. E poi assaggi di latte di giumenta fermentato, droni volanti, un racconto sulla storia delle mele, (sapevate che tutte quelle presenti al mondo derivano da antiche varietà kazake?) e un’installazione che emana profumo di tulipani selvatici.
Conclude l’esposizione una sala 3D con poltroncine dinamiche che rispondono alle sollecitazioni del filmato. Il Kazakistan è in rapido sviluppo economico e nel 2017 ospiterà l’Esposizione universale dedicata all’energia del futuro.
 
Anche Magi Euregio (Bolzano) e Magi Balkan (Tirana) il 17 giugno saranno presenti a Milano Expo2015.
Le prestigiose Cooperative Onlus con finalità sociali sono state selezionate a rappresentare il mondo delle cooperative nazionali tra le realtà di tutto il Trentino A.Adige e non solo.
«Cibo e solidarietà, persona e territorio, alimentazione e umanità, al centro delle attività proposte da Confcooperative official sponsor di Cascina Triulza a Expo Milano 2015.
Il tema riflette sull'importanza di fare impresa migliorando la qualità della vita all'interno del proprio territorio: video, fotografie, brochure e banner saranno infatti dedicati alla lotta alle malattie genetiche e rare.
 

 
Vi abbiamo presentato le nostre prime impressioni, pertanto munitevi di scarpe comode, tempo e pazienza poiché per visitare tutte le attrattive proposte dall'Expo, sono necessari almeno sette giorni, calcolando una visita media ai padiglioni di circa trenta minuti, code permettendo.
 
Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it


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