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Quando le màme le goséva... – Di Cornelio Galas

Adès la colpa l’è dei maestri, ’na volta la colpa l’era dei boci. Non gh’era mal de bàle

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Na volta màme e papà i gavéva, disénte cosìta, en modo diverso da quel d'ancòi, de alevàr i fiòi.
No so se l'era pù giust de quel de adès. So però che no ho ciapà tante e tante... che se me taio i cavéi a zero se vede ancora i segni.
El psichiatra Crepet el dis da temp che i bòci de adés i è tirài su come dei Budda. Ensoma i genitori d’encòi quando i ciàpa per esempi en voto brut a scòla... i se la tòl coi maestri.

No vòi dir gnent a 'sto propòsit, Mi so sol che se a scòla névo mal, na volta a casa la néva de pache. Altro che dir che la colpa l'era dela maestra. L'era meio far zito. Fim che se podéva.
L'è de quei tempi tùtmàl che ricordo i modi de dir (e po' de far) dei mé veci.
V'en digo qualchedùm...
 
COME T'HO FAT TE DÉSFO. – Ovvero: io ti ho dato la vita, io te la tolgo. Io ti ho partorito. E quindi, come punto alfa della tua esistenza posso diventarne anche il punto omega.
 
STA CASA NO L'È N'ALBERGO. – Incipit di una reprimenda, in età adolescenziale, quando si rincasava troppo tardi o comunque dopo gli orari previsti per pranzo, cena e dormitorio.
 
GAT PRESENTE I RAZZI DEI MERICANI? ECO, LA ME ZAVATA LA VA PU SVELTA. – Minaccia di attacco imminente con corpi contundenti volanti in tempi ravvicinati. Con velocità oltre il suono e quindi oltre le parole emesse poco prima.

MAGNA MAGNA, TANTO QUEL TE VANZI GH'EL DAGO AI RUGANTI. – Invito ad accelerare i tempi del pasto con l'incubo pressante di omnivori alla porta.
 
TE PAR EL MODO DE VESTIRSE? – Il paragone non contempla abiti di Valentino o Armani. Semplicemente è un giudizio insindacabile sulla sciatteria o – a quei tempi – l'accusa di far l'occhiolino alla moda hippi... ai drogati, insomma. O a quelle con la coroncina di fiori attorno alla testa.
 
DOPO TE FAI I CONTI CON TO PAPÀ. – Rinvio al processo di appello per questioni di condotta casalinga. Non era previsto il ricorso al terzo grado, alla Cassazione. Inesorabile e non sempre scevra da problemi fisici postumi la punizione corporale annunciata.
 
NO, NO, SÈITA PUR A FAR COSITA. – Doppia negazione seguita da affermazione. In pratica doppia affermazione sulle conseguenze di chi... continuava imperterrito su quella strada convinto di farla franca.

I M'HA DIT CHE... – Qualcosa di più di una soffiata, di una delazione. Soprattutto un soggetto che restava nell'anonimato, nell'indefinito indefinibile. Seguiva una sorta di verbale delle azioni contestate. Incontestabili, visti i dettagli della delazione.
 
SE NO TE LA MOCHI LI' TE SMORZO MI. – Impossibile ricorrere alla libertà d'espressione sancita dalla Costituzione. Per il semplice fatto che la reiterazione di questo appello al diritto avrebbe portato al silenzio coatto del richiedente. Se non ad atti – severi – di coercizione.
 
CAROSELLO L’È FINÌ DA 'N PÈZ. – Carosello, lo spazio televisivo Rai della pubblicità serale, era di fatto uno spartiacque. Tra la possibilità di guardare la Tv e l'obbligo di andare a dormire. C'era allora fra l'altro solo un canale. Intere generazioni hanno perso quello che era in programma nella prima (e non parliamo della seconda) serata.
 
VOT FAR LA FIM DEL BEPI SNÓNCIO? – Il povero Bepi Snoncio non se la passava bene. Tra traumi fisici dell'infanzia e quelli riportati nella seconda guerra mondiale (i famosi «scemi di guerra»). Era la pietra di paragone della sfiga.
 
VEI EL PRETE A BENEDIR LA CASA, ME RACOMANDO. – Massimo ordine nella propria cameretta. Linguaggio appropriato. Nessun riferimento alle bestemmie e all'ateismo dello zio alcolizzato.

GUAI SE TIRÉ ZO EL FINESTRIM. – Non c'era l'aria condizionata nelle Seicento con apertura delle portiere a favor di vento. Nelle tratte lunghe si doveva sudare per avere, in cambio, un ghiacciolo al primo autogrill.
 
ADÈS VEGNO LÌ E TE FAGO NAR A CASA A FORZA DE PEÀE NEL CUL. – Quando si era sorpresi nei primi amoreggiamenti sulle panchine del paese lo spauracchio non era tanto rappresentato dalle modalità di rientri ma da quello che sarebbe poi successo, una volta tornati a domicilio...
 
TE CIÀPO PER NA RECIA...! – Si usa ancora dirlo, ma non si fa più.

SET STÀ TI A SEGNAR DAI BOTEGHÈRI LE CICCHE? – Una volta, nel negozio alimentari, si usava l'addebito su un libretto, con costi che venivano saldati all'inizio del mese successivo (in attesa degli stipendi o delle pensioni). Le spese erano dettagliate. E non contemplavano extra per dolciumi presi al volo.
 
VARDA CHE DA MILITAR EL LET TE DOVRAI FARTEL SU TI. – Preannuncio del cubo. E prime contestazioni femminili del ruolo all'interno della famiglia.
 
SASS CHE RUDOLA NO FA MUSCIO. – Non lascia traccia di sé chi non riesce a metter su famiglia.
 
TE GAI LE RÉCIE DE TO PAPÀ MA 'L ZERVÈL NO L'È MIO. – Dati somatici messi in dubbio. O meglio non propriamente legati al Dna.

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