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Cartoline di Bruno Lucchi: La crisi secondo Albert Einsten

«Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo»

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Sono due anni che non si parla che di pandemia e di crisi, i media non fanno che darci quotidiani conteggi impietosi, e filmati drammatici.
Siamo ossessionati da analisi, percentuali; immagini di persone con caschi in letti tecnologici assistite da altre persone con caschi e tute spaziali; convogli militari che trasportano bare; anche per i più ottimisti la percezione è che non ne usciremo, nonostante la bella stagione si stia affacciando.
Solo dai social qualche voce fuori dal coro, di distensione e di speranza.
Tra le tante voci e citazioni che circolano su internet, mi è piaciuta molto la citazione di Albert Einstein tratta da «Il mondo come io lo vedo» (1931).
 
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L'inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo.
Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.

Albert Einstein
 
Sono tempi in cui essere ottimisti è difficile, molto. Fare progetti complicato, ma quando Einstein ha scritto queste parole erano tempi difficili, molto simili a quelli che stiamo vivendo.
La Prima Guerra Mondiale era da poco terminata e ci si avviava verso la Seconda Guerra, la voglia di cambiamento era l’energia di cui avevano bisogno, nella speranza di una vita migliore.
 
Molti sostengono che quella che stiamo vivendo sia una guerra, non so se sia così, ma di sicuro siamo precipitati in una crisi molto profonda.
Tante le cause, la pandemia, la politica, il lavoro, la finanza, i cambiamenti climatici, da qualche settimana anche la guerra, tutti settori in cui l'uomo ha messo lo zampino.
Tutti contro tutti, anche se siamo consapevoli che usciremo dal problema solo se lo faremo assieme.
Abituati a tutte le comodità, aspettiamo che qualcuno se ne faccia carico; invece di reagire e accettare la sfida aspettiamo che qualcuno lo faccia per noi.
 
Confido nel pensiero di Albert e quando questa crisi finirà - perché finirà, è nel nostro dna crederci - non penso che ne usciremo migliori, come molti affermano.
Coperti da mascherine, abbiamo smesso di sorridere, costretti abbiamo tenuto distanza di sicurezza dai nostri cari, dai nostri amici, dai nostri vicini.
La paura è lo strumento che ha cambiato il nostro modo di vivere. La diffidenza ha costruito barriere, mentre avevamo bisogno di ponti.
Abbiamo continuato a dire «andrà tutto bene» - è diventato e continua ad essere un mantra - sicuri di giungere alla soluzione finale. Abbiamo delegato alla politica la ricerca delle strategie atte al cambiamento.
Abbiamo messo nelle mani altrui l’inventiva, la volontà, l’impegno. Abbiamo lasciato agli altri la responsabilità di trovare la soluzione ma, si sa, con gli slogan non si costruisce nulla.
 
Quando ho iniziato a mettere nero su bianco questi pensieri, il virus si era finalmente indebolito, pensavo di esserne ormai fuori, e... oplà! ecco arrivare la guerra. Vicina, molto. Così, eccoci di nuovo a parlare di problemi, di incertezze.
Riprendiamo le parole di Einstein questi sono ingredienti perfetti per reagire e impegnarci a cercare soluzioni ed accettare questa ennesima prova.
Io ci provo tutti i giorni. Il mio impegno è quello di cercare la bellezza con il linguaggio dell’arte, cercando di lasciare una traccia nella speranza che altri seguano questa strada o, almeno, che ne resti memoria.

Dobbiamo tutti diventare imprenditori e produttori di bellezza.

Bruno Lucchi.























 Bruno Lucchi 
Via Marconi,87 - 38056 Levico Terme -  Trento - info@brunolucchi.it
+39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737 - www.brunolucchi.it
https://www.facebook.com/Bruno-Lucchi-1758717671122775/
https://www.instagam.com/lucchibruno/
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Claudia 13/03/2022
Ti ringrazio infinitamente del dono di Bellezza....Bruno Lucchi

In Memoriam :
Per sempre Palladino dell'Amore
Ezio BOSSO...
"Ascoltare" "Fare" "Giocare"
" Zusammen Musizieren"
Thumbs Up Thumbs Down
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