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Se ne è andato anche Ferruccio Nardelli, autonomista doc

Franco Panizza: Ferruccio Nardelli rappresenta una figura storica in tutte le varie fasi del movimento autonomista

A distanza di poco tempo, dopo quella di Aldo Nardelli, ci troviamo costretti a registrare la scomparsa, dopo una lunga vita dedicata alla politica attiva, all’impegno nelle Istituzioni, al lavoro e alla famiglia, di un altro autentico protagonista dell’autonomismo trentino-tirolese: il fratello Ferruccio.
Ferruccio Nardelli rappresenta una figura storica in tutte le varie fasi del movimento autonomista. Attivissimo fin dai tempi dell’ASAR, esponente di punta del PPTT-UE e poi del PATT, ha ricoperto molti ruoli nel partito e nella Sezione di Lavis.
 
Sempre pronto a metterci la faccia, anche quando a dichiararsi autonomista si rischiava la marginalizzazione, già negli anni ’70 e ’80 Ferruccio era un fedele protagonista delle liste dell’allora PPTT-UE alle comunali, fino a portarlo a ricoprire incarichi amministrativi importanti, sia come assessore che come apprezzato vicesindaco, consolidando la felice tradizione che vede gli autonomisti protagonisti determinanti dell’amministrazione lavisana.
Ciò che colpiva di più di Ferruccio era la sua immedesimazione totale nella storia della nostra terra, che conosceva nei particolari, e nella cultura tirolese. Nel modo di vivere, nei simboli di riferimento, nella coerenza dei comportamenti, nelle sue frequentazioni era sempre riconoscibile il richiamo forte ed autentico all’identità del nostro popolo, alla sua storia, alle sue radici culturali.
 
Quando parlavi con lui, ti rendevi conto di essere di fronte a un autonomista coraggioso e irriducibile, sempre pronto a puntualizzare le sue convinzioni non per avere visibilità ma per fa emergere la verità.
Che si trattasse di un’iniziativa dell’affezionato Circolo Gaismayr, del quale non perdeva un’iniziativa, di una commemorazione dei caduti trentini con l’armata austro-ungarica, di una manifestazione degli Schützen, dei Kaiserschützen, dei Kaiserjäger o della Gebetsliga del Beato Carlo, Ferruccio era sempre presente, accompagnato - specie negli ultimi anni - dalla moglie o dai figli, con il sorriso soddisfatto di chi si sentiva a casa, nella sua amata Heimat, in mezzo ad amici che stimava e che condividevano i suoi stessi ideali.
 
A riconoscimento di questa sua forte sensibilità e dell’impegno profuso perché la memoria dei nostri caduti fosse recuperata ed onorata, gli era stata attribuita la prestigiosa onorificenza della Croce Nera Austriaca.
Infine, Ferruccio era anche un prezioso scrigno di storia e di memoria: come il suo fedele amico Giulio Pompermaier, si ricordava tutto, conservava testimonianze di storia e di politica vissuta che gli servivano non solo per trasmetterle a chi non conosceva la storia, ma anche per richiamare gli esponenti del partito alla coerenza e alla necessità di tutelare e valorizzare in ogni modo e con ogni mezzo la nostra Autonomia speciale e la nostra potestà di autogoverno.
 
Anche se ultimamente le sue condizioni di salute gli impedivano quella presenza assidua a cui ci aveva nel tempo abituato, adesso ne sentiamo la mancanza, anche se il suo impegno tenace e convinto e la sua incrollabile fede politica rimangono nel ricordo di tutti gli autonomisti che, come noi, hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarlo.
In questi momenti di dolore, tutti gli autonomisti di Lavis e dell’intera Regione, riconoscenti per il generoso impegno con cui si è speso a favore della causa autonomista, sono vicini con affetto alla sua inseparabile Fernanda, agli affezionati figli e a tutti i suoi cari, che gli sono stati sempre vicini fino all’ultimo.
Caro Ferruccio, riposa in pace in mezzo alle tue belle stelle alpine, che ti piaceva cogliere in montagna e che ti hanno accompagnato anche nel tuo ultimo viaggio.

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