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La scomparsa di Sergio Tell nel ricordo di Franco Panizza

Una vita per la musica e per la «sua» banda. A consolarci rimarrà quanto ha creato in tutti questi splendidi anni

Sono ancora incredulo di fronte all’improvvisa, tragica scomparsa di Sergio Tell, un uomo così attivo, entusiasta e pieno di vita che non penseresti mai di poter perdere.
Conoscevo Sergio da tanti anni, ma l’incarico di assessore alla cultura mi ha consentito di approfondire la sua conoscenza in ogni occasione in cui si attivava per valorizzare la sua banda, per renderla più bella e presentabile, per migliorarne la già alta qualità.
Ogni volta che partecipavo a un concerto del Corpo Bandistico di Romeno la definizione più facile che mi veniva era quella di un uomo che aveva dedicato tutta la vita alla sua comunità, a partire dalla filodrammatica e dal coro parrocchiale fino alla «sua» banda, della quale ha fatto parte per quasi 50 anni e che ha presieduto per 23, senza la quale - come amava timidamente confessare - la sua vita perdeva quasi significato.
 
Ascoltarlo quando ti parlava o quando interveniva durante i concerti, con quella sua spontaneità naturale e sincera alla quale perdonavi tutto, era davvero un divertimento. Perché era un uomo dall’animo buono, ma spiritoso e ironico, anche un po’ provocatore quando doveva sostenere le ragioni ed i tanti progetti della sua banda.
E, soprattutto, era disponibile e generoso con tutti, in particolare con i suoi giovani bandisti, dei quali era sempre più orgoglioso man mano che crescevano e li vedeva impegnati, appassionati e pronti a dargli una mano.
Ai giovani era particolarmente affezionato, anche perché sentiva forte la responsabilità di trasmettere loro esempi positivi, di educarli, anche con un sorriso ed una battuta benevola, alla convivenza e alla capacità di privilegiare sempre ciò che unisce rispetto a ciò che divide.
 
Non sarà facile per la comunità di Romeno e neppure per il mondo bandistico provinciale colmare il vuoto lasciato da Sergio. Il dolore delle sorelle Carmen e Lucia, di Padre Aldo, dei suoi cari è oggi incolmabile.
Ma sono certo che l’affetto e vicinanza delle tantissime persone che, come me, hanno avuto la fortuna di conoscere Sergio e di apprezzarne le qualità riusciranno a lenire il loro dolore.
A consolarci rimarrà quanto Sergio ha creato in tutti questi anni e resteranno i suoi buoni esempi destinati a produrre buoni frutti.
Sergio tornerà vivo fra noi e lo sentiremo suonare il suo bombardino ogni volta che la sua banda suonerà e ogni volta che avremo di fronte agli occhi le belle immagini di tanti suonatori entusiasti, che con lui sono cresciuti e si sono appassionati alla cultura musicale.

Franco Panizza

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