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Victoria Haziel, scrittrice bella e brava, acuta e preparata, ma soprattutto… scomoda

«La mia dimostrazione che la Sindone sia un "vero falso d'autore", firmato Leonardo, passa alla fine in secondo piano»

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Dopo l'accorato intervento sulla Sacra Sindone della «nostra» Victoria Haziel, giornalista e scrittrice di saggi su argomenti sempre scottanti (ha appena pubblicato per Sperling & Kupfer «e dio negò la donna», del quale daremo ampio spazio non appena letto da tutti noi), un po' tutti i giornali si sono nuovamente scatenati sull'argomento, come se temessero che il tema della Sindone potesse alla lunga venire dimenticato.
L'appello di Victoria era di una logica disarmante: «Quae sunt Caesaris Caesari, quae sunt dei deo», avremmo detto noi, cioè «le cose umane alla Terra, le cose divine al Cielo».
Non mescoliamo il sacro al profano, - ripeteva Victoria - perché hanno gli stessi medesimi diritti sia i credenti che i non credenti.
La sua osservazione era espressa in maniera sottile e l'avevamo riportata nel sottotitolo dell'articolo precedente, perché coglieva in due parole l'essenza fondamentale dell'incongruenza che si continua a sviluppare. Recitava così: «Basta con l'ossimoro ontologico della scienza che debba spiegare un miracolo».

L'ossimoro è la figura retorica rappresentata dall'accostamento di due termini in forte antitesi tra loro. Si tratta di una combinazione scelta deliberatamente o comunque significativa, tale da creare un originale contrasto, ottenendo spesso sorprendenti effetti stilistici. Esempi: brivido caldo, silenzio assordante, disgustoso piacere.
I motti popolari sono pieni di modi di dire in perfetto spirito ossimoro, come ad esempio il vernacolo «Vèi chì, valà!», che letteralmente significa «vieni qui, vai là», o il «to', dài» che letteralmente significa «prendi, dai».
Nel caso rilevato da Victoria Haziel, l'ossimoro viene usato in maniera sottilmente polemico, citando la scienza per dimostrare un miracolo.

Inutile dire che la stampa evita accuratamente di citare le argomentazioni di Victoria Haziel, sostanzialmente perché è scomoda. Tutto serve, fuorché qualcuno che dimostri quanto sia inutile e ininfluente discutere su un argomento che invece continua ad ailmentare e a infiammare gli animi, cioè a far riempire, come dice lei, "lenzuola" di giornali.
Ed ecco infatti cosa ci scrive oggi la nostra Victoria all'indomani della pubblicazione del suo articolo e delle conseguenti indignazioni mai arrivate in redazione.
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Caro Direttore, che dire?
Devo dei ringraziamenti a un giornale che non mi fa sentire una che urla in mezzo ai sordi. E per fare qualcosa di più, giro uno speciale allegato all'Adigetto.it virtuale (e pur così reale!) e ai suoi privilegiati lettori un esempio di come una certa informazione (distratta, superficiale, ignorante, ma l'elenco sarebbe lungo e noioso: stiamo ai fatti) "tratta" un argomento legato alla "notizia" dell'inattendibilità degli esami per la datazione del famoso telo di Torino con il metodo del C 14. Cose vecchie che riciclano con vesti nuove...
I lettori la prendano come una specie di «lezione di (non) giornalismo», fatta con la lettura in parallelo di alcune delle testate più importanti del nostro panorama mediatico su carta stampata. Per i network ci vorrebbe una puntata a parte, e per di più in video.
Sapete, cari lettori, qual è l'assurdo? Che la mia dimostrazione - documenti, testimoni, indizi e prove alla mano - che la Sindone sia un «vero falso d'autore» firmata Leonardo, passa alla fine in secondo piano. Ne ho dimostrato la riproducibilità e ciò viene sottoposto al rogo del silenzio mediatico. Il peggiore.
Ma per fortuna i «venticinque lettori» del mio saggio «La passione secondo Leonardo»
(nella foto sotto il titolo, edito da Sperling & Kupfer) si «passano parola» dal 1998 e lo leggono anche all'estero. Il ventiseiesimo può trovare il tomo il libreria e farsi trascinare dalla curiosità di sfogliarlo, per capire di quale livello di studio interdisciplinare sto parlando, perché anche qui, ci sono libri e libri...
Vi auguro intanto buona rassegna stampa. Anche se è solo un assaggio, basta per lo sdegno...


Vittoria Haziel



RIASSUNTO DELLE (ULTIME) PUNTATE PRECEDENTI
(non pagine, ma lenzuola di giornali sul lenzuolo di Torino, con titoli a caratteri cubitali)

- LA STAMPA, 26 gennaio (cultura/spettacoli), 2 PAGINE.
«Il caso», a firma di Vittorio Sabadin (corrispondente da Londra).
«'ESAMI FORSE SBAGLIATI' - SINDONE GIALLO SENZA ETÀ».
Annuncia il documentario Bbc in onda il Sabato santo. Messo in discussione l'esame al radiocarbonio 14.
Anticipazioni di Don Ghiberti: «la verità è che nessuno scienziato è riuscito finora a spiegare come sia stato possibile imprimere l'immagine sul lenzuolo. Qualunque ricercatore coscienzioso è costretto ad ammettere che questo è ancora un mistero irrisolto.»
- LA STAMPA, 27 gennaio, 2 PAGINE
«COMPLOTTO SINDONE». Maria Teresa Martinengo intervista Baima Bollone. Ancora in discussione l'attendibilità del C14. «E' diventato "la bandiera di coloro che non credono nella Sindone". Critiche: unico prelievo, in una parte periferica, in quinta dagli afferramenti… con una macchia d'unto…ecc». Tira fuori di nuovo la storia dei (sic!) segni delle monete sugli occhi!
Inquadrato, per l'ennesima volta, a ricalco delle precedenti, il viaggio, i proprietari, ecc, la storia, i roghi fino all'ultimo. Ne «La storia» i 50 volontari, angeli custodi del sudario, guidati da ex manager Fiat.
- La REPUBBLICA, 31 gennaio (R2 La scienza). 2 PAGINE.
«SINDONE, IL GIALLO SI RIAPRE. 'E' PIÙ ANTICA'». L'autore del film, DAVID ROLFE: «Ma finora nessuno è riuscito a capire come sarebbe stato possibile falsificare la Sindone. Delle due l'una: o è autentica o è opera di "un genio, di un Leonardo da Vinci", tant'è che qualcuno è convinto che sia stato l'autore della Gioconda, sebbene le date non coincidano» (sic!).
A lato, «L'eterno enigma del quinto vangelo» di Valerio Massimo Manfredi.
L'immagine è un negativo fotografico e dice. «Quello che non si è mai capito è come sia stata realizzata. Nonostante le risorse enormi della nostra tecnologia, nessuno è riuscito a ricreare alcunché di simile… si è pensato che sia stato un genio a creare l'immagine: "Leonardo, per esempio", che aveva scoperto il principio della camera oscura e del capovolgimento delle immagini. Il volto del crocifisso sarebbe infatti un suo foto-autoritratto. "Ma come faceva Leonardo a conoscere ogni particolare filologico" della crocifissione e della flagellazione romana se tutti i dipinti e le sculture del suo tempo, di prima e di dopo rappresentano sempre Gesù crocifisso nelle palme e mai nei polsi? E la corona di spine… e i colpi di staffile…?»
- IL GIORNALE, 19 Marzo.
Andrea Tornelli sul blog parla dell'intervista al prof. Giulio Fanti, università di Padova. Il quale si unisce al coro di coloro che sostengono che nessuno è riuscito a riprodurre l'immagine. «Sfido chiunque a riprodurre l'immagine sindonica. Nessuno è in grado di farlo.»
Lo stesso professore ha eseguito esami di laboratorio sulla Sindone da me fatta riprodurre con la tecnica (praticata sin dal medioevo) della pirografia. Nella lettera inviata all'artista, con annesse elaborazioni dell'immagine, si legge: «Noterà che l'elaborazione tridimensionale è accettabile…» e poi aggiunge «Dal confronto… (con l'originale) si nota una netta differenza per quanto riguarda il dettaglio: col pirografo si ottiene un'immagine netta… mentre nel particolare sindonico si evidenzia una sfumatura estrema dell'immagine…». Conclude «Sarei curioso di analizzare un eventuale volto sindonico ottenuto con la tecnica proposta.»
Il professore dimentica i 500 e passa anni che sono trascorsi tra i due segni, dimentica lo sfumato leonardesco noto in tutto il mondo. E dimentica che Irene Corgiat, che ha firmato col fuoco il suo «miracolo dell'arte, NON E' LEONARDO DA VINCI».
- LA STAMPA, 23 Marzo. 2 PAGINE.
Primo piano. «Il caso. LA SCIENZA AMMETTE 'FORSE SULLA SINDONE ABBIAMO SBAGLIATO'.»
Il corrispondente da Londra Vittorio Sabbadin sul documentario andato in onda il sabato santo. Riporta le parole di un esperto JOHN JACKSON: «Quando si tratta di un falso medievale la prima domanda che dobbiamo farci è come sia stato realizzato. Nessuno degli esperimenti che abbiamo eseguito qui, utilizzando dalla vernice ai manichini riscaldati, ha prodotto impronte simili a quelle della Sindone.»
Inquadrato: «Si auspica un test per datare le macchie di sangue. Il rischio è quello di decodificare il DNA di Cristo, con la possibilità che venga clonato.» Dichiarazione stupefacente: «La Chiesa non vuole che la fede sia basata sugli esperimenti scientifici.»

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