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Circonvallazione ferroviaria: lavorare solo sui terreni puliti

Per il conferimento dei materiali non basta il via libera del Ministero dell’Ambiente

Nessuno è caduto dalle nuvole durante la seduta del Consiglio circoscrizionale di Meano. Semmai, se c’è stato un momento di sconcerto, è da attribuire all’errata lettura, da parte della Circoscrizione, del Piano di utilizzo dei materiali di scavo della Circonvallazione ferroviaria.
Invitata a partecipare al Consiglio circoscrizionale, l’Amministrazione comunale nella serata di martedì scorso ha cercato di fare chiarezza riguardo a due questioni principali.
 
 Conferimento delle terre di scavo in vari siti del territorio provinciale 
Sulla base di una prescrizione inserita in fase di approvazione nel Piano di fattibilità tecnico economica della Circonvallazione ferroviaria (identificata con il codice B.54 dell'ordinanza numero 3 della Commissaria Straordinaria), l’Amministrazione comunale insieme alla Provincia autonoma si è mossa nei mesi scorsi affinché parte del terreno di scavo con caratteristiche idonee rimanga sul territorio provinciale per contribuire a progetti di ripristino ambientale che da tempo attendono di essere avviati o conclusi.
Il terreno di cui si parla per queste operazioni è sempre e solo quello rientrante nelle caratteristiche della «colonna A», dicitura tecnica che sta a indicare il terreno pulito, di miglior qualità, utilizzabile per esempio per aree residenziali, parchi e bonifiche agrarie.
 
  Le modifiche al Piano di utilizzo delle terre 
La seconda questione illustrata durante il Consiglio circoscrizionale di Meano riguarda il fatto che il Put (Piano di utilizzo dei materiali di scavo) contenuto nel Pfte della Circonvallazione ferroviaria è stato oggetto di una modifica con suddivisione in parte A e parte B.
Deve perciò essere approvato dal Mase (Ministero dell’Ambiente), chiamato ad autorizzare l’ammissione di nuovi siti di deposito delle terre da scavo. Il fatto che questi siti siano inseriti nel Put non è peraltro un elemento sufficiente. Infatti, perché sia possibile il conferimento delle terre da scavo, non basta l’approvazione complessiva del Put da parte del Ministero dell’Ambiente: è necessario che ci sia un via libera differenziato, di competenza degli enti territoriali preposti, per ogni singolo sito, anche riguardo alle quantità di terreno di conferire, alle caratteristiche e alle tempistiche più opportune.
 
  Un’interpretazione errata 
Non è dunque vero che il Piano di utilizzo delle terre fosse sconosciuto all’Amministrazione comunale che, negli scorsi mesi, ha affiancato la Provincia e i servizi di merito nello sviluppo e nell'analisi anche di questi aspetti. Sconosciuta era piuttosto l’interpretazione errata che è stata data dalla Circoscrizione basata su un'erronea lettura secondo cui sarebbe ammesso il conferimento di terreni inquinati o trattati come rifiuto in luoghi di bonifica.
Il Put infatti si sofferma a lungo sullo scalo Filzi e differenzia la qualità dei vari terreni a seconda delle zone ipotizzando che una piccola quantità di terre pulite (di colonna A) del Filzi, minima rispetto a quella messa in gioco dal Put di parte B, potrebbe essere portata anche in luoghi di bonifica. Si tratta di un’ipotesi, che deve comunque essere confermata da ulteriori analisi e che deve essere autorizzata in sede locale per i singoli siti di conferimento. Non è in alcun modo previsto né ipotizzato che i terreni contaminati possano essere utilizzati per la bonifica di cave o di altri siti del Trentino.

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