MAG – Il Paesaggio, una storia tra natura e architettura
I dialoghi di «Der Blitz» proseguono il 15 ottobre ad Arco con Maurizio Vitta
Dopo il primo Dialogo con l'artista Alessandro Piangiamore avvenuto ieri, sabato 12 ottobre, in occasione dell'inaugurazione della sua mostra «Tutto il vento che c'è», prosegue martedì 15 alle 18 alla Galleria Civica G. Segantini di Arco il ciclo di incontri proposti quale ambito di approfondimento delle tematiche indagate a livello artistico dal progetto sul contemporaneo nell'Alto Garda Der Blitz. Ricerca, azione e cultura contemporanea.
Ospite del secondo Dialogo di Der Blitz sarà Maurizio Vitta, il quale discuterà i temi affrontati nel suo libro edito da Einaudi «Il paesaggio. Una storia tra natura e architettura» insieme a Giovanni Maria Filindeu, architetto e docente a contratto di Progettazione ambientale presso l’Università di Sassari.
Il paesaggio viene restituito alla sua immagine mutevole, punto d'incrocio di una fitta trama di tensioni culturali, riassunte nella sua qualità intrinsecamente estetica e progettuale, di cui l'arte e l'architettura si sono da sempre fatte carico.
Che cos'è il paesaggio? Un'immagine, un evento, un segno, uno sfondo, uno stato d'animo, un dato di natura? Come mai nel corso della storia della nostra civiltà questo tema è affiorato con insistenza crescente, fino ad assumere un ruolo fondamentale nell'arte, nella riflessione filosofica, nella cultura progettuale, nella elaborazione dei modelli sociali e culturali? E per quali motivi esso ci si presenta ogni volta sotto aspetti diversi, che vanno dallo slancio verso il sublime al godimento del pittoresco, dalla descrizione geografica all'indagine scientifica, dalla percezione quotidiana all'analisi storica? A questi interrogativi non è possibile dare una risposta univoca. Il paesaggio, in effetti, è il risultato di una pluralità di elementi che si sono intrecciati nel tempo, formando un viluppo che richiede ogni volta di essere pazientemente dipanato. Forse, più che di “paesaggio” bisognerebbe parlare di “paesaggi”, dal momento che la stessa configurazione di un luogo può manifestarsi in forme diverse a seconda delle circostanze nelle quali viene percepita e dei mutamenti che la storia e la natura vi apportano. Così, anche l'approccio estetico, quello che maggiormente è in grado di dar conto di tutte le sfumature del problema, deve procedere secondo il modello dell'analisi fenomenologica, considerando il paesaggio nel suo divenire e inseguendolo in tutte le sue sfaccettature. Il punto di partenza per questa difficile indagine resta comunque il fatto che il paesaggio ha una sua vita, una sua storia, una sua trasformazione nel tempo. Esso vive insieme a noi e partecipa della nostra esistenza nella stessa misura in cui noi viviamo in esso e per esso. Ed è proprio per questo che la sua presenza assume un valore inestimabile per la vicenda umana che vi trova accoglienza, confronto e identità. Maurizio Vitta |
MAURIZIO VITTA
Dopo gli studi in filosofia, conduce da anni una ricerca sistematica sull'estetica dell'esperienza quotidiana.
Si è occupato di design (Il disegno delle cose, 1996; Il progetto della bellezza, 2001 e 2011), di comunicazione visiva (Il sistema delle immagini, 1999, trad. spagnola El sistema de las imágenes, 2003; Storia del design grafico, con D. Baroni, 2003), della percezione quotidiana del paesaggio (Il paesaggio, 2005), dei modelli di vita negli spazi architettonici (Dell'abitare, 2008), delle nuove forme dell'arte nell'epoca industriale (Il rifiuto degli dèi, 2012).
A questi argomenti ha dedicato molti anni di insegnamento presso il Politecnico di Milano, l'Accademia di Brera, la NABA di Milano e l'Isia di Urbino.
È stato vicedirettore de «l’Arca», mensile di architettura, design e comunicazione visiva, ha scritto su numerosi periodici italiani e stranieri, e ha partecipato a molti convegni sull’arte, il design, l’architettura, l’urbanistica, l’iconografia del territorio, il paesaggio, in Italia e all’estero.
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