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In cattedrale trecento preti e duecento ragazzi cresimandi

Messa del Crisma, vescovo Lauro: «Fraternità non da predicare ma da vivere. Il Regno è di chi, nel silenzio umile, asciuga lacrime»

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«Ci è chiesto non di predicare fraternità, ma di praticarla. Noi per primi. La fraternità non s’insegna, si vive.»
Il richiamo accorato dell’arcivescovo Lauro è risuonato questa mattina in cattedrale a Trento, rivolto in particolare a oltre trecento preti e religiosi (in prima fila gli infermi) riuniti da tutta la Diocesi per la s. Messa crismale del giovedì santo.
Cuore della liturgia la benedizione degli olii santi, tra cui il «crisma» per i sacramenti di Battesimo e Cresima e le ordinazioni sacre, l’olio degli infermi e l’olio dei catecumeni (coloro che si preparano al Battesimo).
In cattedrale anche molti laici e in particolare quasi duecento ragazzi cresimandi provenienti da diversi angoli del Trentino, a cominciare dalla Rendena, la valle del vescovo Lauro.
 

 
«Rappresentate tutto il grande popolo di Dio che ringraziamo – ha detto monsignor Tisi in apertura – per la collaborazione e la creatività che sta mostrando nelle nostre comunità, nonostante le difficoltà.»
Nell’omelia le elenca: «Assemblee eucaristiche disertate, strutture ormai sproporzionate della nostra pastorale, la fatica a trovare collaboratori, gli acciacchi dell’età...»
Ma non sono questi, secondo l’Arcivescovo, i parametri per leggere l’oggi della Chiesa: «Il Regno di Dio non si misura con l’imponenza dei numeri, delle strutture, con il sentirsi al centro della mappa del potere. Il Regno si nutre, al contrario, di gesti nascosti, di tanti uomini e donne che, nel silenzio umile, asciugano lacrime. Ma quelle altrui, non le proprie.»
Di qui l’invito ai preti ad essere «ministri della fraternità e della prossimità di Dio»: «La nostra gente ci possa trovare accanto al letto dell’ammalato, seduti ad ascoltare storie di fatica e desolazione, impegnati a riaprire porte di riconciliazione.»
 

 
A conclusione, tornando a parlare ai ragazzi, Tisi ha ricordato la comunità di Cles colpita negli ultimi tempi dalla perdita di due quindicenni molto attivi anche in parrocchia: Giulia, stroncata da un male incurabile e Mirko, vittima pochi giorni fa di un incidente in moto.
Questa sera, con la S. Messa «In Coena Domini», a memoria dell’ultima cena di Gesù, inizia il Triduo Pasquale.
L’arcivescovo la presiede in cattedrale con inizio alle ore 20.30.
Come Gesù con i suoi discepoli, Tisi rinnoverà il gesto della lavanda dei piedi compiendolo questa sera per sei preti infermi e sei religiose.

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