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«Grazie, grazie, grazie vescovo Luigi!»

Nella Messa del Crisma il saluto della Diocesi alla sua guida per 17 anni

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Questa mattina in cattedrale, nella Messa del crisma del giovedì santo, la Diocesi di Trento ha salutato ufficialmente l’Arcivescovo Luigi Bressan che domenica 3 aprile ne lascerà la guida al suo successore monsignor Lauro Tisi.
E’ stato proprio il vescovo eletto, insieme a due laici, ad esprimere, a nome di tutta la Chiesa trentina, un sincero e ripetuto «grazie» al pastore che l‘ha guidata negli ultimi 17 anni, dal suo ingresso il 30 maggio 1999.
La solenne liturgia di oggi, simbolo dell’unità della Chiesa attorno al vescovo, è stata partecipata da circa trecento fra preti e religiosi e centinaia di laici, comprese le autorità civili: il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, l’assessore provinciale Tiziano Mellarini a nome del presidente Rossi e le presidenti del Consiglio regionale Chiara Avanzo e del Consiglio comunale Lucia Coppola.
La messa del crisma è caratterizzata dalla benedizione degli olii santi per l’unzione dei catecumeni (coloro che si preparano al battesimo) e degli infermi (ammalati o morenti) e l’olio del crisma, utilizzato per amministrare sacramenti come battesimo e cresima (significativa la presenza in duomo di centoventi giovani cresimandi provenienti dalle vallate trentine) ma anche nelle ordinazioni di preti e vescovi.
 
«Oggi anzitutto ricordiamo don Lauro che tra dieci giorni sarà consacrato vescovo con questo crisma», ha ricordato Bressan nell’omelia prima della benedizione.
Non a caso lo stesso monsignor Tisi ha portato oggi all’altare l’ampolla con gli aromi per profumare proprio l’olio del crisma.
Rivolto poi ai confratelli preti, chiamati in questo giorno a rinnovare le promesse sacerdotali, Bressan ha precisato di aver incontrato tra loro, nei suoi diciassette anni di ministero, una «dedizione che talvolta – ha detto – è veramente eroica, come ho constatato in molte visite pastorali.
Mi siete stati di esempio, di aiuto e stimolo a crescere nella risposta all’amore di Dio.»
 

 
«ll giorno della mia nomina a vescovo – ha aggiunto Bressan rivolgendosi  tutti i fedeli – ho sentito che era una chiamata ad essere più santo: non in un pietismo che molte agiografie ci presentano, ma in quel servizio totale al bene altrui, cioè nella carità pastorale che la sequela di Cristo comporta. A mio giudizio non ci sono riuscito, ma so di poter contare sulla misericordia di Dio e sulla vostra comprensione.»
Dopo la comunione, ha preso la parola il vescovo eletto: «Essere discepoli della Pasqua – ha detto con forza monsignor Tisi – è credere in modo irrevocabile che questa storia è nelle mani della vita e del bene. Grazie a lei vescovo Luigi perché in questi anni ci ha insegnato a usare il segno più anziché il segno meno, a guardare il positivo più che il negativo, a pazientare e avere uno sguardo ampio, aperto ai confini del mondo. Grazie, grazie, e ancora grazie!.»
E con lo sguardo al ministero che l’attende, monsignor Lauro ha concluso: «Pregate per me, perché io possa essere un piccolo segno dell’amore di Dio in mezzo a voi.»
A nome dei laici, il saluto a Bressan è arrivato da Cecilia Niccolini e Pierino Martinelli, entrambi delegati della Diocesi al recente convegno ecclesiale di Firenze.
 
«Non è stato il suo un parlare di speranza, ma innanzitutto un parlare con speranza: la speranza come anima, come stile virtuoso, come clima interiore, prima ancora che come contenuto», hanno sottolineato.
Quindi la richiesta al vescovo uscente di essere «stimolo perché sappiamo riconoscere nel lontano, nel povero, nello straniero il volto di Gesù, come ci ricorda questo Anno Santo della Misericordia.»
Un dipendente dell’Arcidiocesi (Luciano Oberosler) e una religiosa suor Eleonora Ciaghi) hanno donato al vescovo Luigi un crocifisso artistico in legno, proveniente dalla val di Fiemme.
Nel corso della S. Messa, ricordati i preti trentini che celebrano quest’anno importanti anniversari della loro ordinazione: quattro raggiungono i venticinque anni, diciannove i cinquant’anni, quattordici i sessant’anni, mentre tre traguardano addirittura i settant’anni di ministero.
La festa per monsignor Bressan si è conclusa con un pranzo fraterno in Seminario, con quasi duecento partecipanti.

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