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Vescovo Bressan apre alla Bonomelli la «Porta della Carità»

«È questa la porta del Signore. Per il tuo grande amore entro nella tua casa. Apritemi le porte della giustizia»

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La formula pronunciata dall’Arcivescovo Luigi Bressan è la stessa utilizzata anche da papa Francesco per l’apertura della Porta Santa in San Pietro ed è risuonata questa sera a Trento per la prima volta dall’inizio del Giubileo della Misericordia.
Non però sulla soglia della cattedrale, ove l’appuntamento è per sabato prossimo, 19 dicembre. Bensì all’ingresso della Casa di Accoglienza Bonomelli, in Lung’Adige San Nicolò, gestita della Caritas diocesana, con una sessantina di posti letto.
La Chiesa trentina l’ha scelta per aprirvi, all’avvio dell’anno giubilare, la «Porta della Carità», così come lo stesso Francesco farà all’ostello della Stazione Termini il 18 dicembre.
 

 
L’Arcivescovo ha guidato una breve preghiera all’esterno dello storico dormitorio, animata dal coro di formato da operatori, volontari e ospiti.
Numerosi i fedele presenti; mescolati tra loro, anche il presidente della Provincia Ugo Rossi e il sindaco di Trento Alessandro Andreatta.
Poi, all’interno della Bonomelli, dal piccolo coro si stacca Giuseppe, trentino di 35 anni, ex ospite della struttura, chiamato a una breve ma toccante testimonianza.
«Sono ripartito da qui tre anni fa, dopo molti problemi famigliari e il tunnel della droga. Qui sono stato tre mesi ed ho sempre ricevuto un sorriso tutte le mattine, ma ho anche incontrato chi mi ha spronato a darmi da fare per cambiare vita.
«Adesso sono sposato, ho un lavoro. Sono circondato da persone che mi vogliono bene. E sono qui, all’inizio dei questo Anno della Misericordia, per dire a chi si trova nel disagio: forza ce la potete fare!»
 

 
A Giuseppe ha fatto eco monsignor Bressan.
«La nostra fede – ha detto l’Arcivescovo – non è in un Dio solitario. Il Vangelo di oggi presenta Gesù come la porta che accoglie. Siamo chiamati ad esprimere riconoscenza per l’accoglienza che Dio ci riserva, così come noi siamo, giovani o anziani, ciascuno con la propria esperienza, e ad essere accoglienti verso gli altri, ad uscire.»
Citando Papa Francesco (Non siamo fatti per vivacchiare), Bressan commenta: «L’anno giubilare ci porta ad allargare lo sguardo verso Dio che ci abbraccia e verso un’umanità diversa, migliore di quella che abbiamo.
«Per questo apriamo questa simbolica Porta della Carità, – ha concluso l’Arcivescovo prima di consumare un tè caldo preparato per tutti dai parrocchiani di Sant’Apollinare. – Iniziando da quest’anno, dobbiamo imparare ad essere più umani.»
 
Nel pomeriggio di oggi si sono aperte alcune «Porte della Misericordia» nelle seguenti chiese giubilari, ovunque con una nutrita partecipazione di fedeli: San Giovanni a Vigo di Fassa, i Santuari della Madonna dell’Aiuto di Segonzano, della Madonna di Piné (alla presenza del vicario don Lauro Tisi) e della Madonna delle Grazie di Arco; la chiesa della Natività di Maria a Spormaggiore e la Basilica dei Santi Martiri a Sanzeno, dove era presente anche l’Arcivescovo Bressan.

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