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«Esclusi. Nelle periferie esistenziali con Papa Francesco»

Venerdì 10 aprile 2015, ore 20.30, all’Oratorio della Parrocchia di Gardolo – Intervengono gli Autori Nandino Capovilla e Betta Tusset

«Quando la Chiesa diventa chiusa, si ammala, si ammala. […] La Chiesa deve uscire da se stessa. Dove? Verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano, ma uscire.»
Così rispondeva nel 2013 papa Francesco a una delle domande rivoltegli durante la veglia di Pentecoste con i Movimenti.
Un concetto ripetuto più volte dal papa, quasi motto programmatico del suo pontificato. Nandino Capovilla e Betta Tusset, che di periferie esistenziali si occupano nella loro quotidianità e si sono occupati nei loro libri (in particolare di quella «periferia» tartassata da un conflitto senza fine che è il Medio Oriente), ci raccontano nel libro «Esclusi» le storie di alcuni protagonisti di queste periferie.
Storie raccontate in prima persona e raccolte da Gaetano, personaggio frutto di fantasia ma stereotipo del «cristiano da salotto», che fatica ad accogliere l’invito del pontefice ed è imprigionato in un modo sterile di vivere la propria fede.
 
Scrive Cécile Kyenge nell’introduzione al libro: «Chi sta al centro (perché abita nel quartiere benestante della città, perché vive in uno dei Paesi più ricchi del globo o perché è membro della maggio­ranza) raramente si accorge di esserne prigioniero.
«Crede di essere libero, ma in realtà è impaurito e ignaro di tutta la vita che si svolge al margine. Il centro è il suo recinto. Esplorare i margini e incontrare gli ultimi non è dunque solo un modo per esercitare la solidarietà: è un modo per liberare se stessi, aprendosi a un inesauribile arricchimento.»
E, nella postfazione, Virginio Colmegna: «A volte è difficile tollerare il disagio emotivo suscitato dalle storie della sofferenza altrui ma, per poter sopravvivere, per potersi riappropriare del benessere è necessario raccontare e sentire la forza della condivisione delle proprie esperienze, anche quelle più drammatiche.
«La potenza del racconto si fonda proprio sulla capacità degli esseri umani di ascoltare con empatia la sofferenza altrui, un atto che è terapeutico per il narratore ma anche benefico per l’ascoltatore.»
 
Avdija, Alex, Rosario, Denis, Romana, Jan, Adam e Sandro - gli «esclusi», gli «scarti», protagonisti del libro - narrano storie di dolore, abbandono e privazione, ma anche di speranze mai sopite:.
«Siamo le periferie dell’umanità: è da noi che dovete ripartire.»
Capovilla e Tusset concludono ogni storia con una sezione intitolata La rivoluzione di Francesco, in cui riflettono su alcuni testi e parole del Papa – una sorta di filo rosso che dà unità al libro e ne costituisce al tempo stesso il motivo ispiratore, – per suggerire come ogni comunità possa concretizzare e diffondere il rinnovamento radicale avviato dal papa.
 
 Nandino Capovilla 
È parroco a Marghera (Venezia). Dal 2009 al 2013 è stato coordinatore nazionale di Pax Christi Italia. Con Paoline ha pubblicato Un parroco all’inferno. Abuna Manuel tra le macerie di Gaza (20102); ha inoltre curato il volume di Michel Sabbah Voce che grida dal deserto (20082) e, con le Sorelle Povere di Santa Chiara, Dio scommette su di noi. Pregare con don Tonino Bello (20134).
 Betta Tusset  
Laureata in lettere moderne, è autrice del romanzo breve Chiuditi, cerchio! (2002). Vive al Lido di Venezia con il marito e i tre figli.
 Pubblicazioni 
I due con Paoline hanno pubblicato: Nei sandali degli ultimi. In Terra Santa con Etty Hillesum (2005); Bocchescucite. Voci dai Territori Occu­pati (20103); Via crucis in Terra Santa. Dalla croce la pace (2010); Voglia di normalità. Finestre di resistenza nonviolenta palestinese (con dvd, 2012).
 
 

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