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Otto marzo, donne con le stellette: conquiste e traguardi

Sono 14.600 le donne militari che oggi fanno parte dell’Esercito Italiano, della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare e dell’Arma dei Carabinieri

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Sono 14.600 le donne militari che oggi fanno parte dell’Esercito Italiano, della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare e dell’Arma dei Carabinieri.
Il 5% del totale relativo ai quattro corpi. Sono questi i numeri che si registrano a distanza di 18 anni da quando è uscito, sulla Gazzetta Ufficiale, il primo bando di concorso per il reclutamento nelle Accademia a cui hanno potuto partecipare anche le donne.
Stesse selezioni, stessi corsi addestrativi e stesse possibilità di impiego e di raggiungimento del grado apicale.
Nessuna differenza quindi tra uomini e donne che insieme sono in prima linea nei teatri operativi impegnati in 35 missioni di cui 33 internazionali in 23 Paesi del mondo.
 

 
Sono presenti sulle navi, negli aeroporti o per le strade a garantire la sicurezza dei cittadini.
Nell'ambito delle operazioni di mantenimento della pace, la componente femminile ha consentito un incremento dell'attività dei nostri militari ed una più efficace azione locale in quanto, soprattutto in contesti differenti per cultura e religione, la presenza delle donne ha permesso in maniera più adeguata il rispetto delle usanze locali ed il perseguimento dei fini delle missioni.
Dal mare al cielo, fino alle stelle con la prima donna italiana nello spazio, il Capitano dell’Aeronautica Militare Samantha Cristoforetti.
Nessun limite per le donne che continuano a conquistare posizioni grazie alle loro capacità professionali.
 

 
Si dovrà attendere il 2022 per vedere il grado di Colonnello sulle uniformi del personale femminile mentre l’Arma dei Carabinieri può già vantare la prima donna Generale proveniente dal Corpo Forestale.
Sono mamme, mogli, fidanzate, sorelle e colleghe. Le donne militari sono la dimostrazione che vita privata e carriera possono essere conciliate.
E le frasi secondo cui «Le donne sono più brave degli uomini» o «gli uomini siano più bravi delle donne» non sono corrette, come in ogni settore è la squadra che vince ed è l’integrazione del personale maschile e femminile che genera valore aggiunto.
Rita Levi Montalcini insegna che «le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza».

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