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Bolzano: carabinieri sommozzatori sotto i ghiacci del Similaun

Hanno praticato un foro nei 50 cm di ghiaccio e si sono immersi ripetutamente nelle gelide acque del lago ad appena 2 gradi centigradi

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Nei giorni scorsi i Carabinieri del Centro Subacquei di Genova sono giunti in Alto Adige, in particolare in Val Senales, per effettuare una serie di immersioni nel Lago ghiacciato di Vernago, a 1.700 metri di altezza, a brevissima distanza dal luogo del ritrovamento del celebre uomo del Similaun Oetzi.
I sommozzatori, in collaborazione con i Carabinieri della Stazione di Senales, i vigili del fuoco volontari e il soccorso alpino, hanno dapprima praticato un foro nello spesso strato di ghiaccio (oltre 50 cm), per poi immergersi ripetutamente nelle gelide acque del lago ad appena 2 gradi centigradi.
Nel corso delle attività sono stati collaudati nuovi materiali in dotazione, come mute stagne e vari indumenti tecnici che devono permettere ai sommozzatori di immergersi a lungo ed in sicurezza anche in condizioni estreme.
Il Servizio Subacquei dell'Arma dei Carabinieri, è stato istituito nel 1953 per assicurare all'Arma territoriale un valido apporto nelle operazioni di polizia giudiziaria che richiedono l'attivazione di ricerche in mare, nei laghi e nei fiumi (recupero di armi, munizioni, cadaveri, relitti, corpi di reato e qualsiasi altro materiale che, nel particolare ambiente, sia stato occultato o disperso). 



Particolarmente apprezzato è stato negli anni il tradizionale apporto che questo reparto speciale ha fornito anche nel recupero di reperti archeologici sommersi.
L’addestramento estremo in ambiente montano che si è svolto negli scorsi giorni è stato fortemente voluto dal Comandante della Legione Carabinieri Trentino Alto Adige, il Generale Massimo Mennitti, che in passato si era occupato personalmente del coordinamento delle attività addestrative svolte da vari reparti speciali dell’Arma anche a livello internazionale.
In particolare come ricorda il veterano dei sommozzatori il Brigadiere Capo Aurelio Cossu, anch’egli presente ai lavori in Val Senales, era stato proprio l’allora Colonnello Massimo Mennitti a permettergli di partecipare come specialista «nocchiero» dell’Arma dei Carabinieri alla spedizione scientifica italiana in Antartide dell’ENEA/CNR per ben tre mesi nel 2012, a riprova di come l’Arma sia stata chiamata ad operare con i propri specialisti anche nell’ambiente più estremo del Polo Sud.
 

Preparazione la tipica stella sulla superficie ghiacciata per consentire il passaggio della luce.
 
Il Comandante del Centro Carabinieri Subacquei, Maggiore Luca Falcone, ha spiegato chiaramente come  le immersioni in condizioni estreme, fanno parte dell’addestramento dei sommozzatori dell’Arma che devono poter operare con altissima professionalità in qualunque condizione di tempo e di luogo come è avvenuto nella recente tragedia della Costa Concordia o del crollo della torre nel porto di Genova.
Queste particolari immersioni sotto il ghiaccio sono certamente estreme e richiedono una elevatissima concentrazione e misure di sicurezza particolari (i sub mentre si trovano sotto i ghiacci sono costantemente legati ad un compagno che fa sicurezza da sopra).
Seppur impegnative tuttavia riservano sorprese in particolare «la rifrazione della luce nei suoi vari colori attraverso il ghiaccio è qualcosa di veramente spettacolare» aggiunge il Maggiore Falcone.
I sommozzatori dell’Arma torneranno presto in Val Venosta per svolgere ulteriori attività operative ed addestrative nel suggestivo lago di Resia.

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