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I Carabinieri hanno festeggiato la loro patrona «Virgo Fidelis»

A Trento Vescovo Lauro ha ricordato il valore della fedeltà – A Bolzano il col. Paolucci ha ricordato gli «Eroi silenziosi»

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Si è conclusa con la celebrazione della «Virgo Fidelis», patrona dell’Arma dei Carabinieri, la commemorazione del 75esimo anniversario della Battaglia di Culqualber e della «Giornata dell’Orfano»: sono le tre, infatti, ricorrenze che ricadono il 21 novembre.
La scelta della Virgo Fidelis, come celeste Patrona dell'Arma, è ispirata alla fedeltà, propria di ogni militare che serve la Patria e le comunità ove presta servizio, caratteristica peculiare dell'Arma dei Carabinieri, alla quale è stato indelebilmente associato il motto: «Nei Secoli Fedele».
A Trento le celebrazioni hanno avuto inizio alle 17.30 presso la Chiesa dello Sposalizio di Maria Vergine con la Santa Messa Solenne officiata da Sua eccellenza, Arcivescovo di Trento, Mons. Lauro Tisi, alla presenza delle più alte Autorità Provinciali, dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’Arma, dei Carabinieri in servizio e in congedo, alla presenza tra l’altro, del Comandante della Legione Carabinieri trentino Alto Adige, Generale Massimo Mennitti. 


 
Nella sua omelia, Vescovo Lauro ha ricordato che «la fedeltà non deve esser solo un valore etico, ma deve essere identificato con la bellezza e la felicità.
«Bellezza di esser fedeli, essere uomini di parola uomini di valore dunque, esser fedeli alla popolazione affidata. E in questo i Carabinieri sono esempio.
«È meraviglioso la fedeltà legata alla prossimità, poiché al centro del servizio dei carabinieri c’è stata da sempre la persona.
«Quindi alla fedeltà va associata anche la felicità di esser vicini alle persone, che ci sono state affidate, di rendersi solidali a chi ha bisogno di conforto di donare speranza. Anche in questo i carabinieri con il loro esser prossimi all’altro hanno in sé il dono della speranza.»
  

 
Bolzano, il col. Paolucci: «Eroi silenziosi che hanno immolato la loro vita al Tricolore ed al Popolo Italiano»
 
In una Chiesa gremita di persone, accolti dalla suggestiva cornice dell’Abazia di Muri Gries, è stata celebrata questa mattina, alla presenza del Comandante della Legione Carabinieri Trentino Alto Adige, Generale Massimo Mennitti, la cerimonia della Virgo Fidelis, Patrona dell’Arma dei Carabinieri.
L’Abbate Malfer ha celebrato la funzione, unitamente al Cappellano Militare dei Carabinieri, Mons. Masiero.
Molte le autorità presenti, tra cui il Commissario del Governo dott.ssa Margiacchi, il Questore di Bolzano dott. Carluccio, il Vice Comandante delle Truppe Alpine, Generale Panizzi, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Col. Piller.
Presenti anche molti esponenti dell’Autorità Giudiziaria di Bolzano, tra cui la Presidente del Tribunale, dott.ssa Vesco, e molti sindaci del comprensorio.
Il Colonnello Stefano Paolucci, Comandante Provinciale di Bolzano, che ha accolto i numerosi ospiti insieme a tutti i suoi Ufficiali, alla fine della cerimonia ha ringraziato i presenti, i colleghi in congedo e tutti i Carabinieri intervenuti.
 

 
Nel corso del suo discorso, anche il Colonnello Paolucci ha commemorato i Carabinieri di Culqualber, per il cui valoroso slancio nel corso della battaglia di cui oggi si ricorda il 75° anniversario, la Bandiera dell’Arma dei Carabinieri fu insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
«È un giorno di festa ma anche di riflessione su molti aspetti dell’essere Carabiniere. Sicuramente sui valori che sono propri di ogni uomo con gli Alamari, di ciascun uomo che, credendo profondamente nell’impegno a mettere la propria vita al servizio della Patria, ha scelto di indossare questa uniforme.
«Un’uniforme che significa Onore, Dovere, Sacrificio, Coraggio, Fedeltà. Significa tutto questo e molto di più per ciascuno di noi che viviamo, con intima convinzione, il senso della quotidiana missione al servizio delle nostre comunità.»
E ancora, il Colonnello Paolucci ha voluto ricordare i caduti nell’adempimento del dovere «eroi silenziosi che hanno immolato la loro vita al Tricolore ed al Popolo Italiano.
Uomini con gli alamari cuciti sul cuore, cui ci sentiamo uniti sotto il secolare motto nei secoli fedele

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