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Alluvione in Emilia: ancora i galletti dei Promessi Sposi

Mentre Stato e Regione litigano fra di loro, la popolazione sta rivivendo un incubo uguale a quello di un anno e mezzo fa

L’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna ha generato polemiche che non portano a nessuna soluzione. Mentre l’acqua stava ancora invadendo le abitazioni, Regione e Stato si sono rimpallati le responsabilità di quanto avvenuto. E certamente non è stata una scena che ha fatto onore all’Italia, anzi.
Sembra di vedere ancora i galletti dell'Azzeccagarbugli che si beccavano tra di loro mentre stavano per andare in padella.
Di solito, quando brucia una casa, prima si cerca di spegnere il fuoco e solo dopo si cercano i responsabili. Qui si tratta di un’alluvione, ma il significato è lo stesso.
 
Ricordiamo che un evento così eccezionale è avvenuto solo un anno e mezzo dopo quello analogo che ha colpito le stesse zone disastrate oggi. È quindi comprensibile che Stato e Regione siano stati presi di contropiede.
Questo avrebbe dovuto smorzare i toni e invece il clima pre-elettorale dell’Emilia Romagna ha avuto la preminenza. Centrodestra e Centrosinistra non hanno esitato a spararsi bordate fuori luogo.
E, francamente, l’idea di obbligare privati e imprese all’assicurazione contro le alluvioni ci pare una soluzione alla problematica. Non immediata comunque.
 
Ricordiamo che lo Stato aveva stanziato quasi tre miliardi per il ripristino dei danni dell’alluvione del 2023, gran parte dei quali però sono andati per aiutare i civili con 3.000 euro a testa per l’emergenza immediata e per la cassa integrazione straordinaria per le persone che avevano perso il lavoro.
Il restante doveva essere speso per ripristinare le strutture pubbliche e private.
Ci pare che sia il caso che venga studiato un piano pluriennale per sistemare un po’ tutto il dissesto idrogeologico.
Progetto che era stato ipotizzato già nei governi precedenti, ma rimasti sulla carta della mancanza di quattrini.
 
Vogliamo ricordare però che l’Alto Adige e il Trentino, da decenni investono notevoli risorse per sistemare il territorio e proteggerlo da eventi eccezionali che, a quanto pare, eccezionali più non sono.
Si pensi all’Alto Adige, colpito più duramente del Trentino, che ha limitato (non evitato) i danni da questi eventi. Ma ha fatto tutto da solo.
Quindi torniamo al concetto di base. L’autonomia differenziata deve consentire agli Enti locali di stanziare le proprie risorse con il buonsenso di chi ci vive tutto l’anno.
Lo Stato può stanziare fondi per le emergenze, ma è tutto l’anno che questi lavori vanno fatti. Da chi ci vive.

GdM

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