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Valduga: «Tutti noi dobbiamo essere costruttori di Pace»

Celebrata al Sacrario Militare di Castel Dante la giornata del 4 novembre, alla presenza del Sindaco Francesco Valduga e dell’assessore provinciale Achille Spinelli

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Il suono della tromba ha rotto il silenzio immutabile all’interno del Sacrario Militare di Castel Dante, a Rovereto, durante la cerimonia che il 4 novembre ricorda l'Armistizio di Villa Giusti - entrato in vigore il 4 novembre 1918 – e rende onore ai caduti. Nel luogo che fu teatro del conflitto e dove riposano i resti di oltre 20mila soldati appartenuti agli eserciti italiano, austro-ungarico e alla Legione Cecoslovacca, si è svolta una breve ma solenne cerimonia con i rappresentanti delle Associazione Ex Combattentistiche, delle forze dell’ordine, della Croce Rossa, il Sindaco Francesco Valduga, l’Assessore Achille Spinelli, il Vice Commissario del Governo Massimo Di Donato.
Al saluto del Capogruppo degli Alpini, Alessandro Giori, che ha voluto estendere il ricordo che avviene in questa giornata non solo ai caduti della Prima e Seconda guerra mondiale, ma anche a tutti coloro che hanno perso la vita durante i conflitti anche oggi in corso, è seguita la preghiera per i caduti e il momento di commemorazione.
 

 
«Tutti noi dobbiamo sentirci evocati ad un impegno personale, ad una responsabilità individuale come costruttori di Pace nella nostra quotidianità» – ha detto il Sindaco Francesco Valduga – «In questa giornata che è anche festa dell’Unità Nazionale, dobbiamo ricordare la storia, che ci ha mostrato come vi sia assoluta necessità di percorsi più ampi, sottolineando però anche come la nostra Nazione sia stata capace di capire come l’identità la si difende mettendola a disposizione di percorsi di composizione di dialogo di Pace. E questo non l’ha capito subito, perché abbiamo dovuto attraversare e abbiamo dovuto subire un ventennio di nazionalismo tanto sgangherato e delirante quanto purtroppo concretamente violento, bestiale ed agghiacciante. Se nella vita di tutti i giorni non siamo capaci di costruire il dialogo, se non avvertiamo forte la necessità di essere coerenti tra quello che diciamo e quello che poi concretamente facciamo, anche cerimonie come questa corrono il rischio di trasformarsi da importanti momenti di solennità a tanti diffusi piccoli inutili festival dell’ipocrisia. Siamo qui per dire che questo non è il futuro che ci aspetta, che abbiamo imparato dalla storia e dal sacrificio di chi ha dato la vita e che vogliamo essere capaci di costruire tutti assieme una prospettiva di Pace, attraverso comunità virtuose, di cui oggi c’è assoluta necessità».
 

 
«Oggi è un momento solenne e sentito, al quale la Provincia partecipa insieme a voi, un momento che si compone di tante parti. Da un lato infatti questa festa, una delle più longeve in Italia, rende onore all’unità nazionale, dopo che il conflitto mondiale ha portato una nuova configurazione al territorio italiano, un’unità alla quale partecipiamo con i valori dell’autonomia, in modo rispettoso e collaborativo. È poi anche la festa delle forze armate che con orgoglio tutti i giorni operano sul territorio italiano. È infine anche la celebrazione del milite ignoto e vogliamo cogliere l’occasione per ricordare i caduti e le famiglie che non hanno avuto l’opportunità di piangere i loro morti, ringraziandoli e rendendo loro omaggio con una preghiera». Sono state queste le parole dell’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli che ha partecipato stamani alla cerimonia che si è tenuta presso l’Ossario di Castel Dante a Rovereto, in occasione della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.
 

 
Il Vice Prefetto Vicario del Commissariato del Governo, Massimo Di Donato, nel ringraziare tutti i presenti, ha voluto leggere il messaggio che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al ministro della difesa Guido Crosetto in occasione di questa festività:
«Celebriamo oggi il Giorno dell’Unità Nazionale e, in questa giornata, rendiamo onore alle Forze Armate che, con la loro dedizione e il loro contributo, hanno consentito all’Italia di divenire uno Stato unito, libero e democratico. Il 4 novembre ci richiama, con rinnovata commozione, le tante vite spezzate durante gli aspri combattimenti della Prima Guerra Mondiale, un conflitto che lacerò e devastò l’Europa intera. Fù una grande prova per i tanti che, provenienti da ogni angolo del Paese, affratellati sotto il Tricolore, con coraggio ed eroismo portarono a compimento il sogno risorgimentale, ricongiungendo Trento e Trieste alla Nazione.»
 
«Alle donne e agli uomini in armi, sono affidate, ancora oggi, la nostra sicurezza, la salvaguardia delle nostre istituzioni, della pace, della libertà, operando, su mandato del Parlamento e del Governo, anche in terre lontane dilaniate da terribili conflitti per recare, sotto le bandiere della Comunità internazionale, stabilità e rispetto dei diritti umani. La pace è un valore da coltivare e preservare e, più che mai, l’odierna aggressione scatenata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina, ci chiama alla responsabilità di testimoniare concretamente le nostre convinzioni, sottolineando la necessità di presidiare, con i nostri alleati, i principi su cui si fonda la cooperazione internazionale.
«Soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanzieri e personale civile della difesa, la Repubblica vi è grata per la vostra abnegazione e per l’impegno profuso. Un particolare pensiero va a quanti sono impegnati all’estero, dall’Europa all’Africa centrale e settentrionale, dall’Asia al Medio Oriente e nel Mar Mediterraneo, e a quanti operano sul territorio nazionale, in concorso con le forze di polizia. Con questi sentimenti rivolgo a voi tutti e alle vostre famiglie un caloroso saluto. Viva le Forze armate, viva l’Italia!»

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