Ottava denuncia per guida in stato di ebbrezza per un ciclista
Si tratta di un 60enne di Lavis, al quale era stata prima sospesa e poi ritirata la patente
Correva l’anno 1999 quando, per la prima volta, la sua patente venne ritirata per «guida in stato di ebbrezza».
Nessuno avrebbe potuto immaginare che quel documento, per la stessa ragione, sarebbe stato ritirato e sospeso per altre sei volte.
Fino al 2015, quando di esso venne decretata la revoca.
L’uomo, a quanto pare, non si è però dato per vinto e così, in altre due occasioni, ha finito per imbattersi in un controllo stradale.
L’ultimo episodio risale a qualche giorno fa e, come un po’ tutta la storia, ha del paradossale.
Sì, perché il protagonista della vicenda, un sessantenne di Lavis, questa volta non guida un mezzo a motore ma una moderna e-bike.
Gira per le vie di Cles e ha di nuovo alzato il gomito.
I suoi riflessi non sono pronti e, in un tratto in leggera discesa, complice forse anche la velocità, perde il controllo della sua due ruote, cade e si ferisce al capo ed al torace.
Sarà una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile a riscontrare nel ciclista, evidenti, i sintomi dell’ubriachezza.
Gli accertamenti clinici che i militari richiederanno alla struttura ospedaliera dove l’uomo sarà medicato confermeranno poi quella sensazione stabilendo come, all’atto del ricovero, il livello di alcol nel suo sangue fosse di 1,4 g/l, quindi ben tre volte superiore alla soglia minima tollerata.
L’art. 186 del Codice della Strada, quello che sanziona appunto la guida in stato di ebbrezza, non fa sconti ai ciclisti e così mettersi in sella a una bici dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo può costare una denuncia all’Autorità Giudiziaria.
Proprio quello che è successo al sessantenne, il quale, per l’ottava volta in vent’anni, dovrà rispondere della sua irresponsabile condotta davanti a un giudice.
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