Un Trentino nei guai: avrebbe investito lui la barista
I carabinieri lo mettono ai domiciliari dopo lunghe e attente indagini
Un alterco in un bar di Lavis l’11 novembre scorso. In piena notte, un trentenne del posto visibilmente alticcio, assieme ad altri amici, aggredisce verbalmente la barista per futili motivi: la birra richiesta non è media, ma piccola e il prezzo (assolutamente a norma) non è ritenuto idoneo.
E la lite si accende, ma pare ricomposta dopo qualche decina di minuti al bar.
La ricostruzione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Trento, intervenuti successivamente ai fatti per fare luce su di un caso estremamente complesso - che all’occhio dei primi intervenuti pareva a tutti gli effetti un investimento di un pedone con omissione di soccorso - ha condotto in tre mesi di indagini meticolose all’individuazione del responsabile e pure alla esatta descrizione dei motivi che hanno condotto al compimento del più grave reato di lesioni dolose aggravate.
Sotto il coordinamento del PM, Licia Scagliarini, i militari hanno individuato un 32enne di Zambana che quella notte avrebbe percorso con la propria fuoriserie ad alta velocità via Matteotti di Lavis, appositamente per investire la barista «colpevole» di avergli somministrato meno birra durante la serata a prezzi «non di mercato».
Nonostante fosse ebbro, avrebbe compiuto una manovra ad alta velocità tra le auto posteggiate a bordo strada proprio per colpire la ragazza, fuggendo poi facendo perdere le proprie tracce.
L’audizione dei testimoni, i numerosissimi sopralluoghi, le ricognizioni fotografiche sul luogo, l’acquisizione e lo studio delle immagini video del centro di Lavis, l’impiego della sezione scientifica del Nucleo Investigativo di Trento appositamente per riposizionare sullo scacchiere dell’indagine tutte le pedine dei fatti accaduti in maniera obiettiva ed empirica, hanno consentito al PM di avanzare richiesta di ordinanza di custodia cautelare per il responsabile.
La sua posizione si è tra l’altro aggravata quando i carabinieri (che lo tenevano costantemente sotto controllo per evitare che potesse nuocere ancora) lo hanno fermato alcune settimane fa in stato di ebbrezza alla guida, a Mezzocorona in piena notte, denunciandolo penalmente alla Procura e ritirandogli la patente.
Per non parlare dell’incontro coi militari nell’occasione dell’arresto di ieri pomeriggio: al circolo pensionati di Grumo, coerentemente davanti a due birre appena scolate nel dopo lavoro (ore 16.30)…
Nella ricostruzione dei fatti è emerso pure che l’arrestato, per nascondere alle indagini l’investimento della barista, si sarebbe recato quella stessa notte sulla statale per Pergine e avrebbe simulato uno sbandamento della propria auto contro il guard-rail in legno.
Anche di tale furbastra condotta, che non è sfuggita agli investigatori, dovrà dar conto alla Giustizia.
Per tutto quanto è stato raccolto nell’indagine dai carabinieri del Nucleo Investigativo, il GIP di Trento, dott.ssa Miori, ha spiccato una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per l’uomo, affermando che «sussiste il concreto pericolo che l’indagato commetta delitti della stessa specie di quello per il quale si procede, tenuto conto della spregiudicatezza dell’indagato, incapace di autocontrollo, circostanze tutte che fanno ritenere pregnante il rischio di ricaduta nei reati del tipo di quello per cui si procede».
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