Arrestati ed estradati gli ultimi latitanti dell’«Operazione selfie»
L’Autorità Giudiziaria però ha accolto la richiesta di patteggiamento della pena condannandoli a pene variabili da un anno e sei mesi a due anni e sei mesi
Il 17 dicembre 2016 presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Trento ha avuto luogo l’udienza preliminare riguardante la posizione dei 20 imputati, destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse nell’ambito dell’operazione «Selfie».
Nel frattempo però i due latitanti G. Dorjan e M. Elson, che erano sfuggiti alla prima ondata di arresti dello scorso giugno, sono stati anch’essi rintracciati - il primo in Albania e il secondo in Ungheria - dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia ed assicurati alla giustizia Italiana.
È bene ricordare chi è Gjoka Dorjan.
Membro apicale del gruppo criminale oggetto di indagini, si era reso responsabile di almeno 27 furti in abitazione, dei quali ben 13 nella sola Provincia di Trento, che avevano destato un forte allarme sociale tra gli abitanti delle Valli di Fiemme, Cembra e del Chiese.
L’attività investigativa condotta anche dai militari della Compagnia Carabinieri di Cavalese, aveva ricostruito come il Gjoka assumesse costantemente il comando delle operazioni, dimostrando nella fase esecutiva dei furti particolare scaltrezza ed esperienza.
Significative sono risultate alcune fughe nei boschi da parte del gruppo criminale con le casseforti sulle spalle fino alle boscaglie vicine, dove poi i malandrini erano soliti passare la notte per sottrarsi alle ricerche e spesso occultare la refurtiva sotto terra.
Anche in occasione dei due furti perpetrati a Predazzo il 31.12.2015, Gjoka Dorjan era riuscito ad arrampicarsi su una grondaia, ad un’altezza di quasi 4 metri, per poi forzare la porta finestra di un terrazzino ed accedere nell’abitazione e compiere il reato.
In quell’occasione lo stesso era stato arrestato in fragranza di reato dai Carabinieri della Compagnia di Cavalese.
Per quanto riguarda l’altro latitante, Marku Elson, l’uomo aveva fornito il suo apporto agli altri membri del gruppo criminale in almeno due colpi eseguiti nella provincia di Trento e Brescia nel dicembre 2015.
Al termine dell’udienza l’Autorità Giudiziaria ha accolto la richiesta di patteggiamento della pena richiesta dagli imputati condannandoli a pene variabili da un anno e sei mesi sino a due anni e sei mesi.
Uno solo degli imputati ha scelto di andare a dibattimento.
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