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Arrestato il responsabile dell’overdose mortale di giugno

Si tratta di un tunisino di 31 anni, pregiudicato per reati specifici, senza fissa dimora

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Trento hanno tratto in arresto un tunisino del 1985, pregiudicato per reati specifici, senza fissa dimora sul territorio nazionale e nullafacente.
Sarebbe lui, secondo la lunga e impegnativa indagine posta in essere dai militari trentini, il responsabile dell’overdose mortale occorsa il 14 giugno scorso a Trento, cui vittima fu Stefano Buccella, trentenne di Mattarello.
L’indagine, assai difficile a causa dei necessari, prolungati, tecnici accertamenti richiesti, ha appurato che fosse il tunisino ad aver ceduto la dose mortale di cocaina al giovane, che dall’autopsia risultò aver assunto «contemporaneamente un mix di coca ed eroina (tipo speedball)».
 
Inoltre, il tunisino è stato tenuto sotto controllo con efficacia dai carabinieri del Nucleo Investigativo: durante i numerosissimi servizi di osservazione e pedinamento è stata ricostruita la trama fittissima degli spacci nell’area nord di Trento città, pur senza riuscire mai a localizzare la dimora (invero sempre occasionale) utilizzata dall’uomo.
Sono stati identificati e sentiti ben 15 assuntori (tutti segnalati al Commissariato del Governo di Trento per gli accertamenti previsti dalla legge) che hanno completato il quadro accusatorio, confermando responsabilità di smercio al dettaglio in capo all’uomo poi arrestato.
«Si pensi che sono stati accertati ben 200 spacci effettivamente portati a compimento dal reo in città in un arco temporale che va da metà luglio a metà ottobre.»
 
La dimestichezza e la disinvoltura dell’arrestato nel porre in essere la condotta criminosa e lo spessore del soggetto, sono elementi chiaramente recepiti anche dal GIP dott. Forlenza nell’ordinanza di custodia cautelare spiccata, che cita testualmente:
«I precedenti specifici dell’uomo, concernenti il narcotraffico, che gestisce in maniera stabile e professionale, avvalendosi di una collaudata rete di fornitori ed acquirenti, data la incessante domanda di droghe sulla piazza, la prossimità temporale e la continuità delle cessioni di stupefacente, costituiscono tutti fattori deponenti la prognosi comportamentale di recidività specifica e fanno comprendere che l’indagato, non avendo lecite fonti di reddito, viva del delitto.»
 
Il PM, dottoressa Maria Colpani della Procura della Repubblica di Trento, ha diretto tutte le fasi dell’indagine, rubricando (e vedendo peraltro pienamente riconosciuto il quadro probatorio dal GIP) i gravi reati di «morte causata da altro reato», «omicidio colposo» e «detenzione ai fini dell’illecita cessione» e ha voluto mandare un segnale fortissimo ai cittadini e agli spacciatori cosiddetto dettaglianti di piazza.
La Magistratura e i carabinieri credono fermamente nelle indagini contro gli stupefacenti e pongono impegno e mezzi costanti nella lotta allo smercio di strada.
 
Di fatto, il caso della morte per overdose di Buccella viene tristemente annoverato tra le cronache nere locali congiuntamente ad altri simili episodi di morti accadute nel corso dell’anno 2016 a Trento.
Ed un altro segnale forte - con questa operazione - oggi è giunto e si va ad aggiungere a molti altri quotidiani controlli che l’Arma compie sulle strade e nei parchi della città.

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