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Ladro di appartamento preso dai carabinieri grazie al DNA

Aveva commesso una serie di furti, ma quello avvenuto l'estate scorsa a Gardolo gli è costato la libertà

Il fatto è avvenuto la scorsa estate, in un’abitazione nella zona nord della città.
I proprietari si trovavano in casa, ma non si sono accorti di nulla, almeno immediatamente.
Hanno potuto solo constatare, qualche ora dopo, la forzatura di una finestra della cucina e il furto di una borsa e del suo contenuto: contanti, documenti, dispositivi elettronici e gioielli.
Il modus operandi è quello purtroppo abbastanza noto, ma l’esito in questo caso è positivo.
Il furto, denunciato dai proprietari, ha fatto scattare le indagini dei carabinieri di Trento: le verifiche sulle modalità del furto, attuate dai militari della stazione, e gli accertamenti tecnici condotti dalla sezione rilievi del Nucleo Investigativo, che hanno inviato le tracce ritrovate sul luogo al R.I.S. di Parma.
 
Gli indizi raccolti dal punto di vista scientifico hanno portato a individuare con sicurezza un soggetto albanese di quarantatrè anni, che utilizzava varie generalità per cercare di eludere i controlli delle forze dell’ordine.
Già in altre occasioni, infatti, anche a distanza di anni, le tracce raccolte e repertate hanno permesso di individuare senza ombra di dubbio gli autori dei reati: alla fine dell’anno scorso, ad esempio, grazie alla comparazione di tracce di DNA raccolte sui luoghi interessati da vari furti, i carabinieri della Compagnia di Cles sono riusciti ad attribuire i vari episodi, verificatisi nel corso di cinque anni, ad un unico soggetto.
 
Il quadro ricostruito invece dai carabinieri di Trento ha permesso al Tribunale o di emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del malvivente albanese, visti anche i suoi considerevoli precedenti per reati della stessa tipologia, commessi anche nel territorio trentino.
Lo hanno rintracciato i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile nell’immediata periferia nella zona sud della città.
Dopo aver verificato la sua identità, al di là dei diversi nomi utilizzati, i militari hanno accompagnato l’uomo in carcere.

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