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Sevizia il suo asino, denunciato pastore di Pejo

Dice che il somaro non gli dava ascolto. Allora l'ha legato al gancio dell'auto e l'ha trascinato per 3 chilometri: è morto dopo tre giorni di agonia

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Dice che il somaro non gli dava ascolto.
Così l’ha legato al gancio auto della sua auto e se lo è tirato dietro per circa tre chilometri, fino alla stalla, dove l’ha lasciato agonizzante per qualche giorno.
L’hanno trovato così i carabinieri della Stazione di Cogolo, che hanno immediatamente richiesto l’intervento del veterinario, il quale ha deciso di abbattere la bestia: le ferite che aveva riportato erano gravi al punto da risultare incurabili.
I fatti risalgono a qualche giorno fa.
Dopo cena, un pastore della Val di Pejo decide di trasferire i propri asini dalla località “Fonti al paese”, dove ha una stalla.
Uno dei due animali, però, non ne vuol sapere di andargli dietro e si impunta.
Lo fa una, due, tre volte. Gli asini, a volte, sono testardi… E lui dovrebbe saperlo, visto che da anni li alleva.
La cosa, comunque, gli fa perdere la testa. Lega una corda al collo dell’asino e stringe l’altro capo al gancio traino del suo fuoristrada.
Ingrana la marcia e strascina l’asino per quasi tre chilometri, fino alla stalla, dove l’abbandona per giorni, fino a quando i carabinieri della Stazione del luogo non lo trovano moribondo.
 
I militari dell’Arma sono giunti all’animale seguendo le tracce che, strisciando per terra, il medesimo aveva lasciato sull’asfalto.
Segni di zoccoli simmetrici e continui, come pure macchie di sangue prodotte dal suo trascinamento.
In alcuni punti, dove è ipotizzabile che il pastore abbia effettuato soste per consentire (si ipotizza) al ciuco di rialzarsi, a distanza di qualche giorno, gli uomini dell’arma hanno rinvenuto vere e proprie chiazze di sangue.
Erano stati quei segni in terra ad impensierire più di un passante.
La Stazione Carabinieri di Peio, alla quale taluni si erano rivolti, ha voluto vederci chiaro ed è così addivenuta alla identificazione del responsabile del fatto.
L’uomo, interrogato, ha ammesso le sue responsabilità.
Dovrà rispondere di maltrattamento di animali, reato per il quale è stato deferito alla Procura della Repubblica di Trento.
Per l’animale, come detto, non c’è stato nulla da fare. Troppo serie le ferite procurategli.
I carabinieri, quando sono arrivati alla stalla, l’hanno trovato immobile sulle sue gambe e molto sofferente. I
l veterinario, per porre fine alle sue pene, non ha potuto che sopprimerlo.

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