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Ingannano commerciante di bestiame, denunciato dai Carabinieri

I reati in ipotesi sono di insolvenza fraudolenta e appropriazione indebita

Sono purtroppo riusciti a concretizzare in maniera quasi esemplare l’ennesimo raggiro, questa volta ingannando un commerciante di bestiame della Val di Sole, i coniugi denunciati dai Carabinieri della Stazione di Malè per i reati di insolvenza fraudolenta ed appropriazione indebita.
La coppia, residente in provincia di Ferrara e già nota alle Forze dell’Ordine per trascorsi giudiziari di analoga specie, anche questa volta, pare che l’abbia studiata bene: avvicinata infatti la potenziale vittima presso uno dei suoi abituali clienti così da indurla a non dubitare del proprio interesse verso il commercio di animali, si è presto proposta per l’acquisto di bovini concordandone prezzo e modalità di consegna. I truffatori, poi, per rivelare il proprio stato di solvibilità ed accrescere nel «cliente» la fiducia circa la buona riuscita dell’affare, gli hanno anche mostrato quella che hanno fatto credere essere la loro azienda agricola, una struttura di tutto rispetto.
 
Il commerciante, in questo modo rassicurato, certo quindi di trattare con un’impresa seria e dotata di idonee garanzie patrimoniali, ha concluso una prima compravendita, quindi, accertato il buon fine del titolo bancario versato quale acconto, a distanza di qualche giorno, ne ha definita un’ulteriore per complessivi 60 capi di bestiame e per un importo di poco inferiore a 150.000 euro, quindi ha provveduto a trasferire gli animali.
Si è però poi visto negare il pagamento e non restituire, come concordato qualora la compravendita non si fosse perfezionata, le bestie, così prendendo coscienza di essere finito in mano a due impostori. I militari della Stazione di Malè, ai quali l’uomo si è rivolto denunciando il fatto, partendo dalla sede della stalla ove le mucche erano state trasferite, sono addivenuti alla certa identificazione dei responsabili.
Ora indagano al fine poter stabilire l’attuale destinazione degli animali che i denunciati, intanto, attraverso altre società agricole e secondo una ben congegnata prassi, hanno a loro volta sollecitamente rivenduto a terzi.

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