Arrestate 35 persone per presunte tangenti sul Mòse
Arrestato anche il sindaco di Venezia, chiesta l'autorizzazione all’arresto di Galan
La cosa ha dell’incredibile, perché si parla di grandi numeri e di arresti eccellenti a causa di presunte tangenti che sarebbero volate attorno alla più grande opera pubblica delle Tre Venezie, il Mose.
Le persone finite in manette sono ben 35 (25 in carcere e 10 ai domiciliari), un centinaio gli indagati. Chiesta l’autorizzazione all’arresto per Galan, già Governatore del Veneto e Ministro della repubblica.
Sequestrati dalla Guardia di Finanza beni per circa 40 milioni.
Oltre ai politici, risulta coinvolto anche un generale e, va da sé, degli imprenditori.
Tra i nomi eccellenti spicca quello del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, espresso dalla coalizione del centrosinistra, che avrebbe illecitamente finanziato la sua campagna elettorale per le comunali del 2010.
Ma è coinvolto anche l’ex assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso, di Forza Italia, nonché Giorgio Baita, ex Amministratore Delegato della Mantovani, già colpito da un provvedimento di custodia cautelare lo scorso febbraio.
Coinvolto anche un consigliere regionale del PD e gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo.
Secondo i legali del sindaco di Venezia l’arresto del loro assistito è poco chiaro in quanto non poteva giocare ruoli di una certa importanza nell’affare.
Il Mose, la grande opera pubblica che dovrebbe salvare Venezia dalla maree
Il Mose è il cosiddetto «Modulo Sperimentale Elettromeccanico, che consiste in un'opera di ingegneria idraulica ideata negli anni Ottanta per difendere Venezia e la sua laguna dal fenomeno dell'acqua alta e specialmente da quelle superiori ai 110 centimetri.
Il costo complessivo dell'opera è faraonico: 5 miliardi e 493 milioni di euro.
Lo stato di avanzamento lavori è arrivato all'87%, ma serve ancora un miliardo per completare l’opera.
Il sistema consiste nella realizzazione delle dighe mobili collocate alle bocche di porto di Lido, di Pellestrina e di Chioggia, azionabili sfruttando la stessa forza dinamica delle maree.
Per poterlo realizzare è stato necessario costruire centinaia di altre chiuse più o meno grandi in tutti i canali del Lido di Venezia e di Pellestrina, altrimenti il mare che non entrava dalle bocche di porto entrava dai piccoli canali.
Di qui la complessità del progetto e i costi in proporzione.
La conclusione dei lavori era prevista per il 2016, speriamo che non debba subire ritardi.
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