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Dopo aver ucciso Lucia Bellucci, l’ex fidanzato voleva suicidarsi

Ma Vittorio Ciccolini non ha trovato il coraggio di farlo e ha girovagato con il cadavere in auto per un giorno e due notti

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Sono state ricostruite dal Procuratore della Repubblica Giuseppe Amato le circostanze che hanno portato alla morte di Lucia Bellucci (31 anni, anconetana), per mano presunta del suo ex fidanzato Vittorio Ciccolini (45 anni, veronese). 
 

I due avevano una relazione sentimentale dal 2008, terminata un anno fa dopo una serie di dissapori che avevamo convinto la donna a lasciare l’uomo.
Il Ciccolini non aveva mai accettato la fine della relazione e ha continuato a mandarle messaggi e richieste di appuntamenti. La Bellucci aveva provato a riallacciare, per poi giungere alla certezza di chiudere il rapporto.
Ultimo atto di questi tentativi dell’avvocato Ciccolini è stata la cena dello scorso venerdì 9 agosto, consumata al ristorante Due Soldi di Spiazzo, dove aveva portato l’ex fidanzata per un ultimo tentativo.
Lei gli ha spiegato di essersi legata sentimentalmente con un altro e così, a fine pasto, quando se ne sono andati via, ci deve essere stato un ultimo diverbio, terminato con lo strangolamento prima e con l’accoltellamento poi.
 
Quanto accadde dopo è stato ricostruito dagli inquirenti con l’aiuto dell’indiziato, il quale pur volendo collaborare non è riuscito ad essere abbastanza preciso su tutto.
Dopo la morte dell’ex amica, Ciccolini è ripartito con l’auto ed ha vagato un po’ con il cadavere di Lucia sul sedile senza sapere cosa fare. Ha provato a caricare la ragazza nel bagagliaio, ma essendo una cabriolet, non aveva lo spazio sufficiente.
È sceso a valle ed è tornato a Verona. Poi è tornato in Trentino e ha cercato un prato dove concludere la propria esistenza. Ha trasportato il cadavere di Lucia nell’erba, con il fermo proposito di uccidersi.
Ma non ne ha avuto il coraggio.
Ha ricaricato il cadavere della povera Lucia nel sedile posteriore e ha ripreso il suo girovagare per tutto il sabato. Nel corso del suo girovagare ha gettato dal finestrino il proprio cellulare, quello della ragazza e il coltello.
La sera di sabato ha portato l’auto nel garage della mamma ed è andato a dorrmire in un albergo vicino a Verona. Poi, insonne, si è alzato ed è andato a riposare lungo il fiume Adige nel veronese. Forse anche qui alla ricerca di un auspicato suicidio. Che non c’è stato.
 
Nella foto di fianco, il Procuratore Giuseppe Amato. 

La mattina dopo è tornato a Verona, dove ha girovagato senza meta. Finché i carabinieri non lo hanno individuato e lo hanno arrestato. Avevano già trovato il cadavere di lei nel sedile posteriore della BMW. Trasferito a Trento, l’avvocato è stato interrogato e ha confessato.
Ora gli inquirenti stanno valutando alcuni particolari che potrebbero dare un taglio diverso all’intera indagine.
In auto sono state trovate le copie di due lettere (siglate come raccomandate AR) datate 7 agosto (2 giorni prima dell’omicidio) indirizzate a due conoscenti della vittima, nelle quali spiegata che i delitti in questione erano due. Un assassinio morale, verosimilmente quello che secondo Ciccolini Lucia aveva consumato nei suo confronti, e quello reale, verosimilmente (qui è la Procura a sostenerlo) quello che avrebbe consumato lui di lì a poco.
La questione non è da poco, perché da una parte si trova una possibile motivazione passionale, dal’altra la premeditazione.
 
Nel corso dell’interrogatorio è emerso che telefonini e coltello erano stati gettati dal finestrino, in zone che il confesso non riesce a ricostruire. I carabinieri tuttavia sono riusciti a localizzare il cellulare della vittima, a Sdruzzinà di Ala. Probabilmente il volo non ha distrutto il telefonino.
Dell’altro cellulare e del coltello nessuna traccia.
Altri particolari che non conosciamo, ma che verranno chiariti nei prossimi giorni, riguardano la zona e l’ora esatta dell’omicidio, se la vittima è morta per strangolamento o per accoltellamento. L’autopsia chiarirà anche quante coltellate sono state inferte e il tipo di coltello.
Infine, nello studio dell’avvocato è stato trovato un messaggio di Vittorio Ciccolino, che si scusa con tutti.
L’aveva scritto prima di venire in Trentino per incontrarsi con la ex fidanzata, oppure è passato dallo studio a omicidio avvenuto, sperando ancora di riuscire a uccidersi?
Ad assistere Ciccolini è venuto un avvocato dello studio dove operava come penalista. Dovrà difenderlo dall'accusa di omicidio premedidato, occultamento di cadavere e porto abusivo di coltello.

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