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I carabinieri di Riva del Garda fermano due zingare per furto

Due denunce a piede libero per tentato furto in abitazione

Nel pomeriggio di sabato i carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Riva del Garda hanno deferito alla Procura della Repubblica di Rovereto due zingare provenienti dal bresciano per il tentativo di furto in un’abitazione di via Molino ad Arco.
Un residente di un appartamento adiacente a quello «visitato» dalle due donne, accortosi della presenza guardinga delle due innanzi all’uscio del vicino di casa, scattava alcune foto col proprio telefono cellulare per immortalare la flagranza del reato e contestualmente chiamava il numero di emergenza 112.

Le due donne, una delle quali fungeva da «palo» con un bimbo di due mesi fasciato al petto mentre l’altra armeggiava con un grosso cacciavite cercando di forzare la serratura, vistesi scoperte dall’uomo si davano alla fuga.
L’intervento immediato dei militari del Radiomobile di Riva del Garda ha consentito agli stessi di raccogliere le informazioni più utili all’identificazione delle zingare e, nell’arco di quindici minuti dal reato, di individuarle nella vicina via Provvidenza.

Condotte le donne e il lattante in caserma, ricevuta la testimonianza dell’attento vicino di casa, ricevuta la denuncia di danneggiamento della porta blindata delle vittime del tentato furto, fotosegnalate e compiutamente identificate le ladre, i militari del Nucleo Radiomobile non hanno potuto far altro che deferirle a piede libero, essendo presente un minore di due mesi di vita assolutamente dipendente dalla madre e non riuscendo ad individuare alcun altro soggetto cui il piccolo potesse essere dato in affidamento.
Tale modus operandi è stato per certo studiato ad hoc dalle donne, che, consce dell’impossibilità per le forze dell’ordine di risalire ad un affidatario cui assegnare l’infante, compiono reati portando al seguito inconsapevoli minori, che fungono all'occasione da provvidenziale «lasciapassare» per la detenzione.

Va comunque segnalata la reattività e il senso civico del vicino di casa che, rendendosi conto della presenza sospetta di due estranee, non ha perso tempo e ha allertato il 112, numero di emergenza quanto mai utile per i cittadini quando soprattutto è la cittadinanza a farsi parte protagonista di quella che - in gergo - viene sapientemente definita «sicurezza partecipata».

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