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Lia Giovanazzi Beltrami saluta gli alpini del 2° Reggimento Genio

Grazie a loro è stato possibile per due volte aiutare la popolazione civile afghana, che ha ricambiato con preziosa benevolenza verso i nostri ragazzi

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Lia Giovanazzi Beltrami si è intrattenuta oggi con gli alpini del 2° Reggimento Guastatori alpini di stanza a Trento nella caserma Cesare Battisti.
Insieme con il Presidente dell’ANA di Trento Maurizio Pinamonti, è stata invitata dal colonnello comandante del reggimento Giovanni Fioretto, che l’ha accompagnata in mensa per consumare il pranzo con i 400 alpini da poco tornati dall’Afghanistan.
Il motivo dell’incontro va letto nel saluto e ringraziamento dell’assessore alla Solidarietà Internazionale Beltrami per quanto fatto dai genieri del 2° in Afghanistan.
 
Come si sa, infatti, la Provincia autonoma di Trento ha realizzato opere civili per la popolazione locale per un valore di circa 80.000 euro suddivisi nelle due spedizioni avvenute nel 2010 e nel 2013.
Il nostro giornale ne ha parlato in due servizi esclusivi realizzati da noi.
Il primo (vedi il primo servizio  e il secondo il servizio) è avvenuto quando al comando del reggimento c’era il colonnello Pierluigi Scaratti, ed è consistito nella realizzazione di un acquedotto per 8.000 persone e nella ricostruzione di una scuola femminile distrutta dai talebani.
Il secondo è avvenuto di recente, quando sono stati costruiti due pozzi per la comunità di Mogholan-e-Now (vedi il terzo servizio) ed è stato messo in sicurezza il Palazzo di Giustizia della stessa città. 
 
L’investimento fatto dalla Provincia autonoma di Trento in Afghanistan ha avuto il duplice scopo di fare beneficienza (come dètta la legge provinciale che vuole che almeno lo 0,25% del bilancio venga devoluto in aree extraeuropee) e di farla in modo che risulti utile ai nostri militari (di stanza a Trento e in forza a Herat), che in questo modo conquistano la benevolenza della gente civile del luogo.
Non è un caso, come ha fatto presente il colonnello comandante Fioretto, se tutti i ragazzi del Secondo genio sono tornati a casa vivi e sani.
«La missione primaria di un comandante – aveva detto Scaratti alla partenza del 2010 – è quello di portare a casa vivi i suoi uomini.»
Ci sono riusciti in entrambe le spedizioni e questo ci lascia pensare con un certo orgoglio che la Provincia autonoma di Trento (e quindi tutta la popolazione trentina) abbia collaborato con una spesa minima a contribuire alla sicurezza di 400 ragazzi impegnati in un’operazione di pace internazionale. 
 
Uno sforzo comune, civile e militare, che ha portato risultati straordinari anche dove prima non era possibile avvicinarsi significando come uniti si possano raggiungere obbiettivi condivisi in tempi accettabili e ovviamente con una positiva ricaduta sulla sicurezza di tutti.
Degli Afghani prima di tutto, ma poi della comunità internazionale e, non ultimi, dei nostri soldati grazie a questo modo di agire, in quanto portatori di civiltà, dialogo costruttivo e rispettoso delle reciproche diversità.
  
GdM 
 
 
 
 
 

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